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Agonia nostro Signore Gesù Cristo – Frazione Moneta

La chiesa parrocchiale di Moneta, frazione del Comune di La Maddalena, dedicata all’Agonia di Nostro Signore Gesù Cristo, risale al 1905. Ripresa poi negli anni ’20, secondo lo stile tipico del pontificato di Pio XI, e più tardi nel corso degli anni ’70, oggi è completamente trasformata ed usata prevalentemente come Cappella dell’istituto per anziani Oasi Serena. La facciata a capanna è articolata su tre livelli: alla base due portali rettangolari con al centro un oculo con cornice in granito a vista; tre finestre ad arco tutto sesto in granito nel secondo livello; grande trifora in alto sotto gli spioventi. Pregevole il mosaico dietro l’abside.

Festa il 7 e l’8 settembre: Natività di Maria. Nell’ottobre 1964, dopo 196 anni dalla sua istituzione (gennaio 1768), la parrocchia di Santa Maria Maddalena subiva una sostanziale riduzione. Nasceva infatti, per volontà del vescovo mons. Giovanni Melis, la Parrocchia dell’Agonia di Nostro Signore Gesù Cristo di Moneta, territorialmente insistente dal lato ovest dell’attuale via Aldo Moro e della strada Panoramica, e comprendente il Villaggio Piras, i quartieri Barbò, Murticciola, Carone, Moneta (storicamente intesa), l’Isuleddu e tutta l’isola di Caprera. La necessità di una maggiore attenzione pastorale e di una più costante presenza della Chiesa a Moneta, fin dal 1954 indusse la Curia Vescovile di Tempio ed il vescovo mons. Carlo Re ad iniziare le procedure per l’erezione della nuova parrocchia.

Nel 1956 l’ordinario diocesano don Renato Volo accelerò l’istruzione della pratica sia presso la parrocchia madre (era parroco don Salvatore Capula) che presso il Comune di La Maddalena. Si procedette alla istituzione della dote beneficiaria (tratta dalla parrocchia di Santa Maria Maddalena, non comprendente però la proprietà dell’Isuleddu) ed alla delimitazione territoriale. Il 15 maggio 1956 l’Amministrazione Comunale di La Maddalena (sindaco Pietro Ornano, assessori Impagliazzo, Pedroni, Fabio, Canolinatas, Antonetti e Campus) dichiarò formalmente necessaria l’istituzione di una nuova parrocchia e deliberò l’impegno a concorrere alle spese dell’edificio di culto (si trattava della vecchia chiesetta costruita nel 1908).

Tuttavia pere alcuni anni la pratica si arenò. Vi era preoccupazione da parte del parroco don Capula di mantenere sotto di sé “l’unità di direzione spirituale dell’Isola”, come scrisse in una delle tante corrispondenze col Vescovo.

Nel 1957 intanto, lo stesso don Capula, in qualità di parroco pro tempore aveva acquistato dalla famiglia Serio un vasto appezzamento di terreno adiacente la chiesa e declinante verso il mare (terreno poi attribuito alla parrocchia di Moneta). Nell’ottobre del 1963 mons. Giovanni Melis, da pochi mesi vescovo di Ampurias e Tempio, riprese in mano la pratica dell’erigenda parrocchia e, dopo aver riesaminato la situazione di La Maddalena, giudicò “opportuna in Domino l’erezione della seconda parrocchia di Moneta”, incaricando don Nanni Columbanu di raccogliere i documenti necessari per il riconoscimento civile. Nell’ottobre 1964 mons. Giovanni Melis, appena ottenuto il Decreto di Riconoscimento Civile della nuova Parrocchia, nominò parroco il 43enne don Giuseppe Riva, maddalenino.

Vedi anche: Il villaggio operaio di Moneta a La Maddalena