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Antonio Susini Millelire

Ricostruire la vita di Antonio Susini Millelire non è stato facile, ed è in parte ancora da studiare, sia perché la maggior parte della sua vita e delle sue gesta si svolsero nell’America del Sud (Uruguay e Argentina) e quindi le fonti di ricerca si trovano in quei paesi, sia perché le notizie riguardanti la sua giovinezza non sono facili a trovarsi.

Antonio Susini Millelire, nacque a La Maddalena l’11 aprile 1819 da Francesco e Anna Maria Millelire figlia di Domenico Millelire, prima medaglia d’oro della Marina Sarda per i noti fatti del 1793.

Nel 1840, poco più che ventenne tenta la fortuna nel Sud America, come tanti altri maddalenini e italiani di quel tempo, prendendo subito servizio come artigliere nella Repubblica dell’Uruguay a Montevideo ove conobbe Garibaldi e con lui insieme all’altro maddalenino Giovanni “Maggior Leggiero”, condivisero gli avvenimenti e i fatti di guerra della Legione italiana del quale dopo poco Susini Millelire divenne eroico ufficiale.
Nel 1841 è nominato ufficiale della Marina da guerra Uruguayana e nel 1848 quando Garibaldi torna in Italia per prendere parte alla guerra di indipendenza, il tenente colonnello Antonio Susini Millelire diventa comandante responsabile della legione italiana, promosso da Garibaldi, distinguendosi nella splendida difesa della capitale Montevideo assediata dalle truppe del generale golpista Oribe.

Passato poi nel 1857 a Buenos Aires su invito della Repubblica argentina ne divenne prima generale prendendo il Comando della Legione Agricola di Bahia Blanca dopo la morte del colonnello Olivieri.

Fece con splendido successo la Campagna di di Salina Grande, contro gli indio, e nell’aprile del 1859 fu nominato colonnello capo di stato maggiore, poi generale dell’esercito del sud, fino a che chiamato dal governo a Buenos Aires gli venne conferito il grado più significativo della sua vita, quello di Ammiraglio Comandante in capo della Flotta Argentina, quale titolo più giusto poteva essere dato ad un uomo di mare della giovane comunità maddalenina.

Infine nel 1861, Garibaldi lo chiama in Italia per organizzare una missione sul Lago di Garda, ove stanziava la flottiglia austriaca nel tentativo di riprendere la guerra contro l’Austria.

Falliti i moti rivoluzionari, Susini Millelire, richiamato dal Governo argentino a Buenos Aires gli viene affidato il comando del primo corpo di spedizione contro il Paraguay, tenendo sempre presso di se la Legione italiana.

Ritornò in Italia nel 1870 in qualità di console dell’Argentina a Genova dove morirà a 89 anni il 21 novembre del 1900.

Nel 1849, Garibaldi dopo la caduta della Repubblica romana e la morte di Anita, insieme a Giovanni Battista Culiolo, “Maggior Leggero”, riescono ad arrivare in Liguria dove sono arrestati dal governo piemontese.

Garibaldi assieme a a Culiolo vengono da questo mandati in esilio e imbarcati sul regio piroscafo “Tripoli”, comandato da un altro maddalenino il tenente di Vascello Francesco Millelire cugino diretto di Antonio Susini Millelire, dopo vari scali, respinti dal governo tunisino pressato dalla Francia, sbarcano a La Maddalena il 25 settembre 1849.

Appena Sbarcato Garibaldi cerca della famiglia di Antonio Susini Millelire, ovvero del padre, il notabile locale Francesco Susini Millelire, cercandolo nella sua casa, nella piazza detta degli olmi (area dell’attuale fabbricato Giagnoni), oggi piazza Garibaldi.

Non trovandolo, viene accompagnato a Barabò nella vigna dove la famiglia Susini è impegnata nella vendemmia, e quì è accolto come un figlio, quasi a riempire il posto lasciato vuoto da Antonio, stringendo da quel momento con la famiglia Susini Millelire un rapporto di amicizia che si protrarrà per tutta la sua esistenza.

E’ da ricordare che Garibaldi oltre all’antica amicizia con Antonio, ne aveva stretta una più recente, appena l’anno prima nel 1848, con il fratello di Antonio, Nicolò Susini Millelire, nato a La Maddalena nel 1827, fuggito di casa per seguire Garibaldi lo troviamo volontario nel 1848 in Lombardia fra i Cacciatori delle Alpi ottenendo onorevole menzione per il suo comportamento eroico.

A testimonianza dell’accoglienza che Garibaldi ebbe in questo breve esilio maddalenino, terminato il 24 ottobre 1849, da parte della famiglia di Francesco Susini Millelire e dei suoi figli, a poche centinaia di metri da questa piazza è conservata, sulla parete esterna di un fabbricato dove sorgeva la casa di campagna nella vigna di proprietà dei Susini, una epigrafe di marmo che ricorda la data del 12 ottobre 1849, giorno in cui Garibaldi fu in quella vigna e colpì il salvataggio quattro persone pericolanti su una barca nel mare dirimpetto all’Isuleddu, (fra i quattro naufraghi vi sarebbe stato un Tarantini, forse quell’Angelo Tarantini che a 24 anni si annovera, unico maddalenino, fra i mille che sbarcarono a Marsala).

Il legame fra Garibaldi e tutta la famiglia Susini è confermato anche dal riguardo che Garibaldi ebbe, durante questo periodo, dal capo dell’allora amministrazione comunale il Sindaco Nicolao Susini, Fratello di Francesco e zio di Antonio Susini Millelire il cui ringraziamento di Garibaldi è noto a tutti con una lettera, della quale venne fatta una targa e apposta nell’atrio del nostro palazzo comunale, ma non solo, importante fu anche un’altra amicizia creatasi in quei giorni con il terzo fratello di Antonio, Pietro Susini Millelire che consigliò Garibaldi nell’acquisto dei terreni di Caprera, avendogli lasciato Garibaldi stesso la procura per trattare i suoi averi senza limitazione è inoltre da ricordare come sempre Pietro Susini fra il 15 e il 16 ottobre 1867 con l’aiuto dei maddalenini Giuseppe Cuneo, e Antonio Viggiani, che morì dieci anni dopo nell’attacco a Monterotondo, aiutarono Garibaldi nella famosa fuga di Caprera, una autentica beffa fatta alla flotta piemontese che guardava a vista l’eroe, con un blocco navale istituito intorno a Caprera per evitare la possibile fuga del generale.

Inoltre fra i figli di Pietro Susini Millelire, uno, Pompeo Susini Millelire, appena sedicenne partecipò alla spedizione dei mille, venendo ferito nella battaglia di Milazzo, divenendo in seguito generale dell’esercito, un’altra Anna Maria che sposando un Garibaldino Augusto fortuna, combattente nella Repubblica Romana nel 1849, diedero una discendenza che tuttora è presente a La Maddalena.

Una Famiglia questa dei Susini che diede molto alla storia di quest’isola e del risorgimento partecipi tutti di una comunità quale quella maddalenina che in quegli anni diventò una fucina di marinai provetti, uomini maddalenini che ebbero riconoscimenti e risultati sia nella marina mercantile che nello stato maggiore e nei quadri intermedi della marna da guerra.

Antonio Susini Millelire nasce e si forma in questo ambiente particolare e la sua figura emergerà determinante per il valore della Legione Italiana, a difesa della libertà della Repubblica Uruguayana e in seguito per l’unificazione della repubblica argentina.

A. Tedde