ArcipelagoSanto Stefano

Cava di Villamarina

L’isola di Santo Stefano, con i suoi 3 chilometri quadrati, è la quarta dell’Arcipelago della Maddalena per estensione ma è la meno frequentata. Dopo la dismissione della base della Marina Militare U.S.A., quella parte dell’isola è interdetta e ancora in attesa di un progetto di valorizzazione, mentre il margine nord occidentale di Santo Stefano è occupato da un resort.

Verso la fine dell’800 si aprì la Cava di Villamarina, fornitrice di una pietra di ottima qualità. Il primo gestore fu il maddalenino Francesco Susini. Intorno al 1924, dopo la prima guerra mondiale, subentrò il genovese Schiappacasse dando un nuovo impulso all’attività. Il proprietario delle cave, Battista Serra, ne condusse la direzione fino agli anni 50 per poi lasciare posto al figlio Pasquale, socio della Società Industriale S. Stefano.
La cava aveva una sua cantina e l’unica famiglia presente, di origine bergamasca, abitava dentro la Torre di Napoleone. Per un certo periodo queste cave furono sicuramente le più attrezzate d’ Italia con la centrale di aria compressa e tubazioni che collegavano tutte le cave. Potevano anche usufruire di macchine di movimentazione e carico gru su binari. L’ultima mina venne esplosa nell’anno 1959 ma i lavori continuarono fino al 1964.

Nell’isola di Santo Stefano si trovano numerose formazioni granitiche nelle quali l’uomo ha trovato riparo sin dall’epoca neolitica e, tra le tante, la cava di granito di Villamarina, in uso fino alla seconda guerra mondiale, è uno tra i paesaggi più affascinanti. Al suo interno si trovano ancora blocchi di pietra semilavorati, tra cui un colossale busto di Costanzo Ciano, padre di Galeazzo, gerarca fascista, vero monumento alla transitorietà e caducità del potere. Della scultura, che finita avrebbe raggiunto i 18 metri di altezza, restano la testa e parti di braccia e busto, posate tra le rocce, i binari della cava e i cespugli di mirto e ginepro. Si raggiunge il sito via mare approdando a Cala Villamarina: profonda insenatura a sud dell’isola dove ancora le vecchie banchine possono servire da ormeggio. Tra le poche costruzioni dell’isola di Santo Stefano va ricordato il vicino Forte San Giorgio del 1773. Raggiungibile a piedi da un sentiero visibile fin dal mare, è conosciuto anche come Forte di Napoleone, perché da qui il generale corso, bersagliò il centro abitato di La Maddalena nell’attacco all’arcipelago del 23 febbraio 1793.