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Centaurea calcitrapa

Centaurea calcitrapa, nome locale Cardu asininu o Calcatreppola

Piccolo cardo dalle spine molto acuminate. In passato a La Maddalena, veniva estratta la radice e masticata cruda.

È specie dal fusto strisciante, molto ramificato, quasi a ragnatela, con foglie pennatosette e lacinie dentellate e pungenti. All’apice dei rami, ma anche alle ascelle fogliari porta capolini spinosi, dall’involucro spinoso e dalla corolla purpurea. È abbastanza comune in Italia in quasi tutte le regioni, dal piano alla bassa montagna, negli incolti e nei terreni aridi, nei vigneti come ai margini delle strade.

La pianta è nota sia per il suo uso alimentare che per quello fitoterapico per via dei benefici che apporta al fegato, tanto che i semi polverizzati vengono aggiunti all’acqua come rimedio contro i calcoli. Anche le radici polverizzate vengono usate a scopo medicinale.

Viene usata a scopo alimentare sostanzialmente come altre specie che vanno genericamente sotto il nome di cardi, avendo un sapore che ricorda vagamente il sedano e il carciofo.

Si utilizzano – l’uso è segnalato soprattutto in Sicilia e Sardegna – le tenere costolature delle foglie (e le stesse foglie più tenere del cespo), allo stesso modo di come si impiegano in cucina cardi e carciofi, a cominciare dal loro condimento, dopo lessatura, con olio e limone.

In diverse regioni mediterranee la specie viene anche usata come alimento-medicina per le sue proprietà aperitive, diuretiche e stomachiche. A Cipro le tenere foglie del cespo vengono utilizzate anche in insalata, mentre in Egitto vengono consumati crudi fin dall’antichità i giovani getti.