La Maddalena AnticaMillelire, una famiglia e le sue mille storie

Conclusione

Fra le tante domande e curiosità che rimangono senza spiegazione, una mi pare particolarmente degna di nota: dove sono sepolti i Millelire più vecchi? Pietro e i suoi figli?

Non parliamo di Antonio (morto a Genova) e di Francesco, morto a Napoli e deposto ʺnella comune sepoltura della real chiesa” dell’ospedale nel quale era ricoverato; parliamo di Agostino e di Domenico morti a La Maddalena.

Nel 1948, al momento della dismissione del Cimitero Vecchio, dove avrebbero dovuto riposare le loro spoglie e quelle dei loro familiari, non si trovò nessuna traccia; alle affermazioni del cavalier Luigi Piras (sposato con una discendente di Agostino) che affermava di essere certo che Domenico Millelire fosse sepolto nel Cimitero Vecchio, si obiettava che, in tal caso, almeno una lapide lo avrebbe ricordato; e qualcuno della commissione incaricata di seguire la pratica di dismissione ventilava l’ipotesi che potesse essere stato seppellito al cimitero di Cala Chiesa o addirittura a Genova.

La spiegazione potrebbe venire dalla lettura di tre documenti diversi: dal testo Tombe di eroi alla Maddalena di Raffaele Piras (1920‐30?), dagli appunti di don Capula all’atto delle demolizione del Cimitero Vecchio del 1948 e, soprattutto, dalle affermazioni di un nipote di Pietro Susini Millelire (quindi diretto discendente di Domenico) del 1929. Raffaele Piras affermava che dentro la cappelletta del cimitero vi erano, fino a qualche anno prima della sua relazione, “due ingombranti sarcofagi in muratura” che custodivano le salme di Agostino Azara (nipote di Agostino Millelire) e della moglie Santa Chiozzi: è quanto meno singolare che l’unica cappella per la celebrazione delle messe per i defunti, per altro piccola, ospitasse tombe private. Nel 1948, al momento della demolizione, la cappella era sgombra e don Capula registrava, nell’area cimiteriale, solo la presenza di una tomba intestata alla Famiglia Susini Millelire. Il pronipote di Domenico (purtroppo non ne conosciamo il nome in quanto la lettera che citiamo qui, spedita da Genova, è firmata solo come ing. Susini Millelire, fornisce una spiegazione interessante.

Per quanto riguardava Domenico e la sua famiglia, egli affermava che, in origine, la cappella Millelire era “nel mezzo del cimitero vecchio di Maddalena”; poi “tutte le salme che vi si trovavano ‐ delle quali ho l’elenco ‐ e fra esse quelle dei miei bisavoli predetti (Domenico Millelire e Maria Ventura Quidacciolu), furono raccolte religiosamente, in presenza di mio zio Pietro Susini Millelire e della di lui figlia, e collocate in una sola cassa nella tomba che porta la scritta “Famiglia Susini Millelireʺsempre nello stesso cimitero”.

Agostino, invece, sarebbe stato sepolto nella cappella con l’altare addossata al muro settentrionale del cimitero, la sola che potesse essere officiata, ma usata come cappella di famiglia grazie al permesso accordato dal vescovo Stanislao Paradiso, nel 1812, allo stesso Agostino che, probabilmente, l’aveva fatta erigere a sue spese. Ciò spiega la presenza (testimoniata da Rossi) dei sarcofagi di Agostino Azara e della moglie che, per una normale rotazione determinata dalla mancanza di spazio, avrebbero raccolto i resti di precedenti sepolture per far posto alle loro tombe.