CronologiaMillecinquecento

Correva l’anno 1564

Correva l’anno 1564
Sampiero Corso

Correva l’anno 1564 e Sampiero Corso, sostenuto, seppur con molta discrezione, dal governo francese, sbarcò nel golfo di Valinco con 65 uomini per riprendere la guerra contro la Dominante.

27 giugno

L’ambasciatore spagnolo a Genova, Lorenzo Suarez de Figueroa, scriveva a Filippo II che Sampiero, aiutato dai francesi e dai turchi, sarebbe stato un cattivo vicino «por el Reyno de Cerdefia y por la navegacion de los Reynos de Napoles y Sicilia y toda Italia» con la Spagna. Figueroa sollecitava un intervento della flotta spagnola a sostegno dell’alleato genovese. Filippo Il accettò il consiglio del proprio ambasciatore ed allestì un corpo di spedizione comandato da don Garcia de Toledo che sbarcò in Corsica. La Spagna si trovava impegnata in un conflitto locale ed il suo intervento militare andò molto al di là di un’azione tesa a far rispettare lo status quo dopo il trattato di Cateau-Cambrésis. Era infatti in discussione la supremazia spagnola nel Mediterraneo occidentale. Se i ribelli avessero avuto successo nel rendere indipendente la Corsica da Genova, l’isola sarebbe di fatto spostata sotto la protezione della Francia, che segretamente aiutava Sampiero, per diventare probabilmente anche una sicura base per la flotta turca. In questo quadro la Sardegna rappresentò ancora una volta un’indispensabile retrovia per le operazioni militari di repressione della rivolta corsa.

17 luglio

Filippo II scriveva a Figueroa affermando di aver già dato istruzioni al viceré di Sardegna, Alvaro de Madrigal, per fornire 1.500 starelli di grano (pari a 73.800 litri) alle truppe impegnate in Corsica e per armare una compagnia di 100 soldati a cavallo (in realtà ne vennero reclutati soltanto 60).

4 settembre

Il Regio Consiglio di Sardegna deliberava di esportare 4.000 starelli di grano (pari a 196.000 litri) «para subventi de la gente de guerra de la Sefioria de Genova y soldats hespaniols [ … ] en la illa de Corçega».

18 settembre

Filippo II dispose l’invio in Sardegna di 2.000 soldati spagnoli da destinare in Corsica. Naturalmente le spese per le vettovaglie ed il soldo delle truppe erano tutte a carico della Repubblica di San Giorgio. Il governo spagnolo era inoltre seriamente preoccupato per le simpatie che la ribellione contro la Dominante poteva riscuotere fra i numerosi corsi che vivevano in Sardegna e, soprattutto, in Gallura e nella parte settentrionale dell’isola. Sampiero si era vantato con i francesi – come apprendiamo da un dispaccio dell’ ambasciatore spagnolo a Parigi, Francisco d’Alava, del 25 giugno 1564 – di poter contare sull’appoggio di 400 corsi residenti in Sardegna. Tuttavia, non abbiamo elementi per sapere se tali appoggi si siano poi tradotti in un aiuto concreto. Il bandito Lorenzo Judas di Castellaragonese verrà giustiziato per aver avuto rapporti con i francesi in Corsica a proposito di uno sbarco nelle coste del nord. Il podestà di Terranova, Jofrino Pinna, fu arrestato e torturato nel 1562 per aver inviato di contrabbando ai francesi che occupavano Bonifacio (“super quod cum Gallis Bonifacii insulae Corsicae comorantibus … “) vacche, porci, capre e pecore.