CronologiaMillesettecento

Correva l’anno 1701

Alessio del fu Pietro e sua moglie Barbara, pastori provenienti dall’Alta Rocca, con un contratto di socita custodiscono, a Spargi, un gregge per conto della nobile bonifacina Anna Maria Doria.

Proibizione agli abitanti della Maddalena di vendere, altrove che a Bonifacio, il grano e altre derrate.

Matteo Guglielmo Pes di Villamarina è dichiarato nobile.

16 luglio

Anche il divieto di esportare altrove i cereali raccolti nelle isole si ritrova in altri documenti riferiti a diversi momenti. Si conosce, infatti, un’ordinanza allo stesso proposito del solito commissario genovese di Bonifacio, e anche in quest’occasione l’obbligo di conferire a Bonifacio tutto il raccolto delle isole era giustificato da una carestia. Per necessità, dunque, le isole entrarono a far parte del nuovo sistema territoriale di Bonifacio, strumentalmente rimodulato verso il mare, nel rinnovato intento di cercare ulteriori fonti di provviste alimentari. Si trattava di un sistema esclusivamente economico che aveva come unico beneficiario il presidio bonifacino, che per la prima volta si estendeva al di fuori della dotazione territoriale che Genova gli aveva fornito nell’interno della Corsica sottana. Il ruolo svolto da Bonifacio nel nuovo spazio, che comprendeva anche le isole e la Gallura costiera, è stato meramente utilitaristico e non di integrazione culturale, pur essendo al centro di un sistema culturalmente omogeneo, tanto da far proclamare agli etno-linguisti l’esistenza di una “troisième ile” tra la Corsica e la Sardegna. Di questa entità culturale, immateriale, Bonifacio non era la città leader, chiusa com’era nel suo splendido isolamento di enclave genovese, che non partecipava neppure alla koinè di quello spazio che pure sfruttava. La città mercantile profittava economicamente di questo insieme culturale senza contaminarsene. Era però la città guida e regolatrice dell’area geografica delle Bocche e delle due coste, isole comprese. In questo spazio Bonifacio disciplinava la mobilità degli uomini, dei mezzi di trasporto marittimo, delle derrate, degli impegni finanziari, delle bestie e dei prodotti agricoli e di allevamento, marcando la propria egemonia economica. Il presidio era, comunque, in quel periodo turbolento, un punto di attrazione di decine di famiglie che, rifugiatesi a Figari, Sotta, Chera, Monaccia e Pianatoli, cercavano una soluzione di vita meno precaria anche se non di agio. Molti trovarono accoglienza nelle famiglie bonifacine ed entrarono nelle loro clientele, sia restando nei villaggi (alberghi) che avvicinandosi alla cittadella, ma non prendendovi domicilio. I più fortunati potevano trovare alloggio nel misero borgo che andava erigendosi lungo il porto o, addirittura, nelle grotte della città bassa. All’interno della rocca svolgevano i loro servizi e erano ammessi a partecipare ai riti religiosi e a ricevere i sacramenti. Da questa umanità povera i principali bonifacini reclutarono la squadra di 12 braccianti agricoli che inviarono a seminare nell’isola della Maddalena, cui seguirono altre squadre negli anni successivi, e quindi i primi pastori cui affidarono delle loro bestie da governare in quei pascoli intatti.