CronologiaMillesettecento

Correva l’anno 1780

La Sardegna soffre di una carestia che si protrarrà tre anni.

A Maddalena che per i suoi approvvigionamenti dipende, quasi per intero, dalla Sardegna e più specificatamente dalla Gallura, si risentono le conseguenze di una delle periodiche carestie che in quell’anno colpisce l’Isola, dove, in alcune zone, viene messa in forse la stessa sopravvivenza di intere fasce di popolazione. Giunge a La Maddalena, il nuovo Bailo, Paolo Maria Fossa, in precedenza era stato alcaide a Longonsardo. Succedeva a Bartolomeo Garzìa. Ad accoglierlo il sindaco Matteo Culiolo, probabilmente avo di Giovanni Battista, meglio conosciuto col mitico nome di Maggior Leggero, sarà sindaco dal 1780 al 1781. Culiolo fu preceduto da Giovanni Antonio Variano e Battista Millelire. A lui succedette Antonio Pinto.

23 aprile

La carestia giunge all’estremo nella città di Sassari, ed il popolo, radunatosi nella Casa comunale per chieder pane, riceve insulti e scherno dalla soldatesca. Un misero padre di famiglia, che piangeva per aver lasciato a casa i cari figli oppressi dalla fame, fu brutalmente percosso nel petto col calcio del fucile. Il grido acutissimo di costui fu scintilla agli schiamazzi. Al gemito del dolore susseguiva il fremito dell’indignazione. Si accese l’ira in tutti i cuori: il manesco fu prostrato e calpestato: i compagnoni che lo voleano difendere furono aspramente disarmati, picchiati e fugati. Si corre allora al palazzo municipale ponendo a sacco tutti gli arredi e le masserizie, lacerando e incendiando le scritture: si saccheggiano case private, e dappertutto si depreda senza ritegno e senza contrasto, non essendo più possibile alle autorità frenare la furibonda moltitudine. Il maggiore della piazza, come ché caro a tutti per la sua bontà, sarebbe caduto sotto l’ira dei rivoltosi se non gli veniva aperto un asilo. Il governatore Maccarani, stimandosi più rispettato di quella plebe, osa presentarsi con altre genti d’arme; ma concitandosi, alla sua vista, più ferocemente gli animi, sarebbe stato soppresso senza la magnanimità di alcuni ufficiali e soldati che lo coprivano coi loro corpi. Sperò un sicuro rifugio nella chiesa di S. Caterina, ma salendo i gradini udiva forte il fischiar delle palle, più furiosi i clamori, e orrenda suonar da molti l’empia minaccia di svenarlo a piè degli altari; e sarebbe accaduto l’orrendo sacrilegio se un uomo rispettabile e caro a tutti, D. Giambattista Isolero, giudice della R. Udienza e già assessore nella R. Governazione, opponendosi con fermo coraggio, non avesse contenuto quel furore colla sua forza persuasiva. (da Effemeride sarda di Pietro Meloni-Satta. Dicembre 1894)

21 maggio

Una moltitudine di Sassaresi va incontro ai festaioli che ritornavano dalla chiesa di Saccargia (era la domenica della SS. Trinità), e presso Pozzo di Rena apre il ballo nazionale all’armonia delle voci. Il cantore modulava la canzone della carestia (di la fami), la quale conteneva delle strofe allusive al governatore Maccaroni. I Dragoni, udendo quella canzone, rompono d’improvviso e bruscamente coi loro cavalli la corona delle danze; e preso per i capelli il povero cantore, lo trascinano violentemente ai ceppi. Il popolo corre furibondo in città e minaccia di farsi giustizia da sé, se l’arrestato non viene rimesso in libertà. Né il Maccarani poteva opporsi alle grida di un popolo esasperato e fremente. Restituito l’arrestato ristabilitasi la calma, e ciascuno rientrava in casa sua.

21 luglio

Viceré di Sardegna è Carlo Francesco, conte Valperga di Masino.

24 luglio

“Pastorale munus”. Pio VI concede, dietro richiesta di Vittorio Amedeo III, re di Sardegna, una pensione annua di 45 ducati d’oro e 10 giuli in monete romane al cappellano pro tempore delle Isole (Intermedie della Sardegna); tale somma sarà esente da ogni onere ordinario e straordinario e gli dovrà venire corrisposta dal vescovo di Ampurias in due uguali rate per il santo Natale e per la festività di San Giovanni Battista. Aussteller: Pio VI, papa Empfänger: Giovanni Arras Minutili, vescovo di Ampurias.

22 agosto

La riforma dei Monti, ideata e progettata dal viceré Lascaris e dal censore generale Giuseppe Cossu, dispone che in ogni villaggio, con i fondi eccedenti la dotazione del Monte frumentario e con le prestazioni di lavoro gratuito delle roadìe e, sorga un Monte di soccorso in denaro destinato a prestiti all’1,5% per acquisto di buoi e attrezzi da lavoro.

26 agosto

Il vescovo di Ampurias sollecita l’aiuto del Governo per la costruzione di una nuova Chiesa più vicina alla marina, dove è oramai riunita quasi tutta la popolazione isolana. Il progetto presentato dall’ingegner Chochis prevede una spesa di 10.464 lire. L’edificio viene realizzato, grazie al lavoro volontario di tutti i cittadini, nello stesso luogo in cui sorge l’attuale Chiesa parrocchiale, ha una sola navata, la sacrestia e un alloggio minimo per il parroco. Viene intitolata a Santa Maria Maddalena, mentre quella primitiva in granito costruita precedentemente dai pastori viene chiamata della Trinità. Vedi anche: La costruzione della chiesa alla marina La petizione di una nuova chiesa alla marina

Giuseppe Albini

20 settembre

Nasce a Villafranca (Nizza) allora base della Marina del Regno Sardo, Giuseppe Albini; arruolatosi giovanissimo, si trasferisce alla Maddalena dove prende moglie. L’eroico salvataggio di una fregata inglese, che rischia il naufragio fra gli scogli dell’arcipelago battuti dal mare in tempesta, gli fa guadagnare, nel 1809, i gradi da ufficiale. Diventato vice ammiraglio, nel 1848 è a capo della squadra navale dell’adriatico che difende la gloriosa insurrezione veneziana di Daniele Manin; alza le sue insegne sulla nave “San Michele”, comandata dal maddalenino Giovanni Battista Millelire. Fra i suoi sottoposti vi è anche il proprio figlio Giovanni Battista, futura medaglia d’oro al V.M.. Muore a Spotorno il 31 luglio 1859.