CronologiaMilleottocento

Correva l’anno 1837

Angius conferma l’abitudine del maddalenini al contrabbando, precisando che essi praticano tale “commercio furtivo nel porto che dicono Cannigione e in Cugnana”.

Pietro Garrone è sindaco di La Maddalena.

Il botanico Domenico Lisa scopre, sull’isolotto Barrettini la specie Silene velutina, un rarissimo endemismo sardo corso. Ulteriori ricerche effettuate alla fine del secolo danno, però, esito negativo: la pianta sembra scomparsa. Bisognerà arrivare al 1983 e alle indagini svolte dal naturalista maddalenino Giovanni Cesaraccio per appurare che essa vegeta abbondante in molti isolotti e in alcune zone costiere dell’arcipelago.

Secondo Angius a La Maddalena vivono 850 famiglie, per un totale di 1990 abitanti, afferma anche che gli abitanti a Santa Teresa (che egli chiama ancora Longone) sono 827. Cussorgie e stazzi pertinenti al paese sono: Marrazzinu, Saltaru, Lu Puzzu e Lettu di vita.

Vicerè di SArdegna è Silvestro Lanzavecchia di Buri.

Tempio viene elevata al rango di municipio. Le appartengono le cussorgie costiere di Surrao, La Pulcariccia, Monti di Mola, l’Iscia.

7 maggio

Il 4 maggio a Giuseppe Garibaldi, mentre si trovava a Rio, arrivò la Patente di Corsa, documento ufficiale sormontato dall’emblema della nuova Repubblica. In questa Patente di Corsa erano affermati i principi giuridici e costituzionali che giustificavano la lotta della piccola Repubblica contro l’immenso Impero Brasiliano e veniva ribadito il diritto del corsaro a compiere atti bellici contro navi da guerra e mercantili del nemico. Nella patente erano elencati i nomi e le qualifiche dei quattordici membri dell’equipaggio. Garibaldi raccolse, tra i suoi amici e sostenitori, i fondi per armare il Mazzini e il 7 maggio, dopo aver imbarcato delle armi, che nascose tra la merce, partì per questa sua prima avventura sudamericana. Alla partenza l’equipaggio era così composto:

1)    Giuseppe Garibaldi, comandante
2)    Luigi Carniglia, di Deiva (Genova), nostromo
3)    Luigi Calia, di Malta, 2° nostromo
4)    Pasquale Lodola, di Genova, pilotino
5)    João Baptista, brasiliano, Capitano d’armi
6)    Antonio Chiama di Capraia (Genova), marinaio
7)    Giacomo Fiorentino, della Maddalena, timoniere
8)    Giambattista Caruana, di Malta, marinaio
9)    Maurizio Garibaldi di Genova, marinaio
10)  Luigi Rossetti di Genova, in missione politica
11)  Giovanni Lamberti, di origine ignota, marinaio
12)  José María, portoghese, marinaio
13)  Un veneziano non meglio identificato

La partenza da Rio de Janeiro ebbe luogo all’alba del 7 maggio, e, forse, nello stesso giorno il Mazzini, che inalberava la bandiera del Rio Grande do Sul, abbordò nei pressi del porto della città una lancia all’ancora presso l’isola Maricá. Sulla lancia catturò un schiavo negro di nome Antonio, e si impossessò di una pompa da acqua e di alcuni viveri. Garibaldi dopo aver lasciato libera la lancia diede la libertà al negro Antonio, primo schiavo a ricevere la libertà da Garibaldi. Quindi, il Mazzini iniziò la sua discesa lungo la costa brasiliana e, l’undici maggio, all’altezza dell’Isola Grande, catturò la sumaca Luisa, carica di caffè. Sulla Luisa, oltre al proprietario, vi era un equipaggio di tre marinai bianchi, quattro schiavi negri ed un passeggero. In un primo tempo, Garibaldi trasferì i prigionieri sul Mazzini ed affidò la Luisa al nostromo Luigi Carniglia e a due marinai. I quattro schiavi negri, subito dopo la cattura, vennero dichiarati liberi. Le due imbarcazioni proseguirono il cammino di conserva fino a che Garibaldi decise di colare a picco il Mazzini e di proseguire il viaggio con la sola Luisa, che era più solida, di maggior tonnellaggio e con un carico molto prezioso. A questo punto, la  sumaca Luisa fu ribattezzata Mazzini.

15 giugno

Garibaldi viene ferito al collo da un proiettile mentre è al timone della Farroupilha, attaccata da due navi uruguayane. Scriverà nelle sue Memorie: ”Rimasi mezz’ora privo di conoscenza sopra il ponte, quasi cadavere. Anche se a poco a poco stavo recuperando, i miei compagni pensavano fossi morto”. Rio della Plata 15 luglio 1837: Fu il maddalenino Giacomo Fiorentino il primo caduto della prima battaglia dell’Eroe dei due Mondi. Giacomo Fiorentino, nato a La Maddalena, muore nelle acque di Montevideo. Era il timoniere della goletta da 20 tonnellate (più esattamente una Sumaca), la Luisa comandata da Giuseppe Garibaldi nelle acque a settentrione di Montevideo. Si trattava di una nave corsara che combatteva per la giovane Repubblica Riograndese contro il Brasile. Il 15 giugno 1837, mentre la nave era alla fonda nelle acque di Jesus y Maria, a quaranta miglia da Montevideo, in attesa di Luigi Rossetti, un giovane patriota italiano sbarcato per reperire denari, fu avvicinata da due lancioni carichi di soldati nemici nascosti sul fondo. Non appena Garibaldi si rese conto del pericolo, gridò all’equipaggio di mettere alla vela. Giovanni Fiorentino, dal suo posto di timoniere, rendendosi conto che si stava effettuando una manovra sbagliata, lasciò momentaneamente il timone e corse imprecando a correggere la manovra. Proprio in quel momento venne colpito a morte da un colpo di fucile e stramazzò sul ponte mentre Garibaldi, che aveva preso il posto di Giovanni, fu colpito alla gola e perdette i sensi. Intanto, grazie al sacrificio e alle capacità marinaresche di Giovanni Fiorentino, la nave, preso il vento, si allontanò dal pericolo. Fiorentino verrà seppellito in mare con grande sconforto di Garibaldi e dell’equipaggio.

30 giugno

Viene istituita la seconda Delegazione feudale: ha la stessa composizione della precedente, ma è integrata da un giudice della Reale Udienza. Dovrà pervenire alla liquidazione delle prestazioni feudali. I dati che raccoglierà costituiranno la base di un contraddittorio fra la parti interessate (feudatari e comuni). La prestazione annua del riscatto in caso di accordo sarà stabilita dal giudice della Reale Udienza; in caso di disaccordo delibererà l’intera Delegazione.

5 agosto

Il comandante di Santa Teresa Benaglia denuncia che l’arrivo di alcune famiglie di preposti di dogana e l’aumento della popolazione hanno elevato eccessivamente gli affitti.