CronologiaMilleottocento

Correva l’anno 1897

Nel 1897, dal libro “Memorie di un luogotenente di vascello” scritto da Augusto Vittorio Vecchi (Jack la Bolina), apprendiamo una descrizione particolare dell’isola; da pag.66 dedicato ai marinai dell’Isola di La Maddalena. “Il marinaro genovese (o meglio ligure) non penetrava sulle regie navi che dall’uscio della leva; e ne usciva invariabilmente a ferma ultimata. Detestava il servizio regio, detto in vernacolo servigio a bordo ai regi. Conferivano solidità agli equipaggi gli uomini dell’Isola della Maddalena che entravano mozzi, salivano a sottufficiali e poscia ad ufficiali d’arsenale. Erano dinastie. Gli Zonza, gli Zicavo, gli Zampiano, i Porcile, i Millelire, gli Alibertini ed altri stipiti di quella mobilissima popolazione isolana mandavano tutti i loro maschi alla marina di S.M., ove costituivano un’aristocrazia del castello di prora, degna del più alto encomio, e che vide più di un suo eletto salire agli onori del casseretto. I Millelire vantavano due ammiragli e due capitani di vascello; gli Zicavo un ammiraglio e due comandanti; dal pilotaggio erano saliti alle spalline quadre. Gente era quella che, etnograficamente, nulla aveva che fare coll’isolano di Sardegna. Oriunda di Corsica, fornì tutti gli equipaggi alla piccola marina di Vittorio Emanuele I esule a Cagliari. Vogliono le male lingue che le frequenti stazioni dei vascelli di Nelson e di Collingwood nella rada che tuttodì porta il nome di un d’essi, l’Agincourt, avessero cagionato la nascita di molti bambini biondi ed occhi-glauchi. Dei misteri delle notti dell’isola tra il 1804 ed il 1814 non ardisco sollevare il velo. Correva la leggenda che in quel decennio quando l’ammiraglio Zicavo doveva metter alla vela per andar in corsa a danno dei Francesi pigliava un bastone, entrava nelle casette dell’isola, e mandava a bordo tutti i maschi dall’età di 11 anni in su……… e le crociere erano lunghe. Sia come voglia essere, fisicamente e moralmente, era la più bella stirpe di genere di acqua azzurra che mai vedessi. E capisco che Nelson per quegl’isolani nutrisse sincero affetto. E glielo dimostrò quando, prima di salpar l’ancora per la più gloriosa caccia che mai avesse a teatro gli oceani ed il cui hallalì fu suonato a capo Trafalgar, regalò alla bianca chiesetta dell’isola gli argentei ornamenti dell’altare, accompagnandoli colla lettera che ho trascritta nella Storia generale della Marina Militare. La Maddalena meriterebbe una monografia; se Dio mi concede lena e vita la tenterò un giorno. Udii un giorno al Callao dalle labbra del comandante Gordon Douglas del Shearwater che aveva letto nel Garibaldi a Caprera di mio padre due pagine luminose intorno all’isola, le parole seguenti; “Se noi avessimo un luogo simile lo copriremmo di privilegi”. Ahimè ! La Maddalena possiede un caffè chantant con chellerine ed una compagnia di disciplina. Così questa nostra Italia ha sollevato le sorti del villaggio volgarmente chiamato dai nostri sottufficiali il piccolo Parigi, e dove la Messa domenicale era la ripetizione della Messa di bordo. Gli uomini ci andavano nella logora divisa della marina di S.M.. Alla testa del popolo il capitano di vascello Millelire soprannominato pesce-cane; e poi in rango di gerarchia tutti glia altri. E quando il prete all’altare aveva terminato il salvum fac Regem, Millelire alzava il braccio, e gridava: “Viva il Re !” e tutta la chiesa nella quale scintillavano i candelieri donati da Nelson, echeggiava del grido leale marinesco. Roba d’altri tempi! Dirà qualcuno. Un corno! Roba bella e buona e degna di tutti i tempi, e che s’usava tuttavia nel 1864. E tra quei pii veterani v’erano alcuni ch’erano stati al combattimento di Tripoli e le medaglie d’argento al valore militare conseguite ad Ancona ed a Gaeta ed al Garigliano contavansi sui petti a dozzine.

Trenta famiglie palaesi, richiedono all’amministrazione comunale di Tempio la nomina di un maestro. Il maestro Michele Ruzzittu, di Arzachena, fonda la prima scuola elementare.

Fillossera e peronospora provocano ingenti danni alle vigne della Gallura.

28 febbraio

A Oristano, primo Congresso regionale del PSI. 24 delegati rappresentano circa 355 iscritti di 15 comuni.

18 aprile

Esce a Cagliari il primo periodico socialista, ‘‘L’Idea socialista’’ (chiuderà il 28 novembre).

9 giugno

Nasce a La Maddalena Giovanni Maria Lai. Di animo focoso e molto coraggioso ad appena 18 anni andò volontariamente nel corpo degli arditi. Questa specialità, nata praticamente con la prima guerra mondiale, raccoglieva quei soldati che volontariamente volevano partecipare alle più pericolose azioni di guerra. Temutissimi dagli austriaci, gli arditi affrontavano con sprezzo della morte e temerarietà ogni assalto che gli venisse richiesto; armati sempre di un pugnale, lo utilizzavano con grande abilità nei combattimenti corpo a corpo. Giovanni Lai apparteneva al Gruppo tattico “Giacchi” (dal nome del suo comandante) del glorioso XXVII Reparto d’assalto. La mattina del 15 giugno 1918 gli austriaci forzarono il passaggio del Piave e si posizionarono a ridosso del Montello. Il Comando italiano chiamò all’intervento gli arditi del “Gruppo Giacchi” che, con furiosi assalti, armati di bombe a mano e pugnale, cercarono di fermare la controffensiva nemica. La situazione era però oramai pregiudicata e vennero organizzati successivi contrattacchi, ai quali partecipò il sempre XXVII reparto arditi. Il risultato purtroppo non fu positivo e non si riuscì ristabilire il fronte iniziale. Quel giorno molti giovani arditi rimasero uccisi. Il giovane maddalenino Giovanni Lai venne raccolto sul campo di battaglia agonizzante, ma ancora in vita, trasportato presso la 75^ spirerà alle prime luci dell’alba. Aveva appena 21 anni! Alla memoria, il Ministero della Guerra concesse una Medaglia d’Argento al Valor Militare.

17 giugno

Il disegnatore Raffaele Rossi accetta l’incarico di redigere il piano regolatore del cimitero: sono previsti, fra l’altro, quattro campi – di cui due per i bambini –, cappelle familiari e uno spazio per gli “acattolici”.

3 luglio

Apprendiamo da una stampa dell’epoca …..“Il bambino di sei anni Mario Battaglia si divertiva sulla spiaggia del mare presso la trattoria del “Belvedere “. Fu parecchio volte avvertito e fatto allontanare dagli avventori della trattoria stessa che mangiavano al fresco sulla banchina e dal personale di servizio. Però egli ritornava ripetutamente volendo pescare. Improvvisamente, perduto l’equilibrio, cadde in acqua senza che alcuno se ne accorgesse. Il poveretto sarebbe certamente affogato senza il provvidenziale arrivo della signora Giovannina Bottini, sorella della proprietaria del “Belvedere” la quale ritornava dalla campagna. Vide il bambino ed il grave pericolo che questi correva, e senza curare sé stessa si lanciò in acqua come si trovava, cioè completamente vestita, e non senza grandi sforzi riuscì a trarre a salvamento il piccolo Mario. Accorsi immediatamente quanti si trovavano nelle vicinanze, apprestarono le prime cure al bambino e alla sua salvatrice, che va additata per la prova di coraggio e di abnegazione compiuta. Non si descrive lo spavento della madre del piccolo Mario quando glielo portarono in casa.

4 luglio

Il comitato per le feste di Santa Maria Maddalena fa “caldo appello alla popolazione e specialmente ai negozianti ed ai conduttori di esercizi pubblici perché vogliano validamente e finanziariamente in ispecie, aiutare la sua opera”.

17 luglio

Muore il garibaldino Giuseppe Nuvolari, a lungo residente a Caprera, dove diresse l’azienda agricola. In Nuvolari convissero a lungo la devozione personale a Garibaldi, la fedeltà agli ideali mazziniani e ai principi laici (come mostrarono financo le sue esequie svoltesi in forma strettamente civile), l’orgoglio della propria identità sociale e quindi dell’appartenenza a una imprenditoria rurale settentrionale capace – ai suoi occhi – di incarnare la modernizzazione che le classi dirigenti post unitarie non erano state in grado di imprimere a gran parte del paese. Nel 1888, su iniziale sollecitazione di Adriano Lemmi, redasse le proprie Osservazioni alle Memorie di Garibaldi, pubblicandole poi per stralci sulle pagine del periodico mantovano Il Mendico. Ne usciva un ritratto non convenzionale del generale, affettuoso ma non certo apologetico, cui non erano estranee valutazioni negative sulla ‘corte’ di Caprera. Era nell’insieme un punto di vista poco funzionale alla mitizzazione della figura di Garibaldi che stava prendendo forma all’inizio dell’età crispina.

23 luglio

Rendono omaggio alla tomba di Garibaldi a Caprera il principe di Napoli Vittorio Emanuele e la principessa Elena di Savoia.

23 luglio

Il carabiniere Ottone Huster salva una donna in pericolo di vita alla Rena Bianca di Santa Teresa.

2 agosto

La legge 382 inaugura la legislazione speciale per la Sardegna.

3 agosto

Apprendiamo da una stampa dell’epoca, una piccola cronaca riferita alla carenza di spazi per il teatro: “La compagnia drammatica Valentini-Righelli, proveniente dal politeama, ha inaugurato il corso delle sue rappresentazioni con Divorziamo di Sardour. Privi come siamo di un teatro, questo è per noi un vero avvenimento; infatti chi avrebbe mai pensato che in due giorni si potesse trasformare un cortile adiacente al caffè Carminati in una abbastanza comoda arena? Fu proprio uno slancio di buona volontà coronato da non meno buono successo. A giudicare poi dalla prima, tutto fa credere che tanto il successo artistico come quello finanziario non saranno minori. Non voglio per oggi tener parola degli artisti onde non correre rischio di dare un giudizio troppo precipitato; a prima giunta però tutto mi fa credere che il giudizio non potrà essere che favorevole almeno per il generale.”….. Nello stesso articolo, apprendiamo che “il fuochista della pirobarca Margherita, al servizio di questo comando d’artiglieria, certo Fontana, mentre attendeva a spaccare della legna che doveva servirgli per attizzare il fuoco nella macchina, con un colpo male assestato di accetta si colpì nella regione del malleolo interno del piede sinistro, producendosi una ferita di taglio lunga circa cinque centimetri e tanto profonda da lasciare a nudo l’osso. Recatosi prontamente nella farmacia Manconi, fu curato con due punti di sutura da vostro concittadino dottor Crispo. La ferita, salvo complicazioni, è giudicata guaribile in otto giorni.” …… Il Regio rimorchiatore d’alto mare “Ercole”, prendendo il servizio di nave ammiraglia dell’estuario, issò l’analoga bandiera subentrando alla “Castelfidardo”, la partenza della quale pare rimandata al dicembre prossimo.

8 agosto

Pubblicati gli artistici manifesti-programmi per le feste di Ferragosto e contemporaneamente la locale agenzia di Navigazione Generale ha pubblicato l’annuncio del ribassi accordato sui biglietti di andata e ritorno da Maddalena a Portotorres.

12 agosto

Sono indette “due aste a schede segrete ed unico incanto” nel Municipio della Maddalena. La prima per l’appalto della pavimentazione delle vie Nicolò Fabrizi e Pietro Micca per un importo a base d’asta di lire 6778,74, e l’altra per appalto dei lavori di sistemazione e copertura dell’ultimo tratto di vadina e fogna centrale per l’importo complessivo a base d’asta di lire 3908,49.

1 ottobre

Il settore Genio per la Marina viene separato da quello della Guerra, esclusivamente in funzione dei lavori della Regia Marina e viene creata la sezione “Ufficio Autonomo del Genio Militare per la Regia Marina di Maddalena”.

14 ottobre

La costruzione dell’opera (Palazzo Comunale) nella località ultima da noi prescelta crediamo sia la più adatta, rispetto alla località stessa, nonché sarebbe di non lieve vantaggio per lo sviluppo del commercio nella vicinanza del Porto, essendo questo collegato cogli interessi più vitali della Città ….
Così si esprimevano il 14 ottobre 1897 i consiglieri Bolasco, Sabattini e Ajassa, incaricati dal Consiglio Comunale con deliberazione del 13 settembre 1897 di studiare una località per l’erezione dell’edificio comunale in adiacenza “… alla nuova costruzione che dovrà farsi della strada di circonvallazione sul litorale della città, il disfacimento della tettoia merci in cabottaggio e dell’attuale ufficio daziario, sarà un abbellimento a quella piazza degna del nome 23 Febbraio 1793 …
Il consiglio comunale non seguì le indicazioni dei tre consiglieri per la costruzione del Palazzo comunale e i due edifici che compaiono sulla sinistra in basso nella cartolina furono demoliti solo più tardi.
Un’altra considerazione che mi sembra utile è quella che riguarda il “Palazzo Grondona”, fresco di costruzione sul lotto di proprietà di Giuseppe Manini, subito dietro il “Palazzetto” del generale Giuseppe Zicavo (oggi sede del Banco di Sardegna), dove s’intravedono i pali in legno, probabilmente utilizzati per gli ultimi ritocchi ai balconi marmorei che ornano la preziosa facciata. Subito dietro il Palazzo Grondona, poi, s’intravede il muro del cortile della proprietà di Sebastiano Alibertini fu Giuseppe e all’estrema destra il piccolo fabbricato che ospitava i “bagni pubblici” che scaricavano direttamente a mare.