CronologiaDuemila

Correva l’anno 2014

8 gennaio

Il Club Mediterranèe, colosso francese del turismo ha restituito le chiavi del villaggio alla Regione Sardegna, dopo la risoluzione del contratto con cui il Club aveva ottenuto in concessione per altri 30 anni i terreni del demanio. Dopo aver tentato più volte di sbloccare la situazione, il Med ha deciso per l’addio. La lentezza della macchina burocratica regionale sarda ha spinto il gruppo francese ad abbandonare anche gli investimenti ipotizzati nel resto della Sardegna. Erano state già valutate alcune possibilità a Orosei e nel cagliaritano.

2 febbraio

Castelsardo – Ilvamaddalena 1-2
Castelsardo: Manuel Pierangeli, Giovanni Pintus (50′ Antonio Sotgiu), Giancarlo Caravagna, Luca Rusani, Riccardo Carrucciu, Mario Niedda, Tony Gianni, Luca Mulas, Pier Paolo Sechi, Alessandro Frau, Giovanni Manconi (50′ Paolo Palmas). A disp. Claudio Esposito, Silvio Gnani, Gian Mario Cimino, Andrea Farina, Gavino Zara. All. Stefano Udassi.
Ilvamaddalena: Vincenzo Filinesi, Giorgio Malorgio, Mohammed Mansouf, Andrea Arrica, Conti, Fabrice Leoni, Luigi Vitiello (80′ Manuel Andreotti), Alberto Averini, Daniele Casula, juan Martin Cadelago, Nicolo’ Apuzzo (55′ Enrico Muzzu). A disp. Federico Alia, Francesco Palagiano, Luca Acciaro, Masi, Luigi Lucà. All. Fabrizio Murgia.
Reti: 36′ Giorgio Malorgio, 71′ Pier Paolo Sechi, 90′ Juan Martin Cadelago.

17 marzo

Nel salone consiliare di La Maddalena sono intervenuti per celebrare il 153° anniversario dell’Unità il prof. Giuseppe Zichi dell’Università di Sassari, presidente del ricostituito Comitato di Sassari dell’ISRI e socio della sezione ANVRG, e il prof. Aldo Accardo dell’Università di Cagliari e presidente della Fondazione Memoriale Giuseppe Garibaldi. Il Prefetto di Sassari e il Sindaco di La Maddalena hanno deposto una corona alla tomba dell’Eroe, presente il neo sottosegretario alla cultura on. Francesca Barracciu.

31 maggio

Si è svolta il 31 maggio a La Maddalena, nella sala della Biblioteca comunale la presentazione del Progetto Commemorativo sulla figura del garibaldino Giovanni Battista Culiolo, al secolo “Maggior Leggero”. L’iniziativa promossa dalla sezione dell’ANVRG è coordinata ed organizzata dal suo presidente Antonello Tedde ed è stata inserita nel quadro delle celebrazioni del 2 Giugno, festa della Repubblica e anniversario della morte di Garibaldi. Il progetto prende lo spunto dalla ricorrenza del Bicentenario della nascita del garibaldino avvenuta nell’isola il 17 settembre 1813, e prevede due pubblicazioni, una ristampa, riveduta ed ampliata dell’unica biografia del Culiolo, scritta nel 1932 ad opera dello storico Umberto Beseghi, e un fumetto dal titolo “L’epopea garibaldina nei fumetti -Il Maggior Leggero e gli altri impavidi eroi” a cura di Bepi Vigna, con episodi della vita del patriota maddalenino, di Giuseppe Garibaldi ed altri eroi. Infine una cartolina commemorativa a ricordo della Celebrazione.

2 giugno

Le cerimonie della Festa del “2 Giugno”, hanno visto il consueto corteo pubblico alla presenza delle autorità locali e con le delegazioni delle associazioni d’arma e combattentistiche. Il corteo si è snodato a partire dalla piazza del Comune, con deposizioni delle corone ai caduti delle due guerre mondiali, quindi lungo via Garibaldi, per giungere infine nella grande Piazza Umberto I , con l’omaggio ai due monumenti di Maggior Leggero e di Anita Garibaldi, per raggiungere infine Caprera con la deposizione degli omaggi floreali alle tombe di Garibaldi e dei suoi familiari.

10 giugno

Per ricordare la figura del deputato socialista Giacomo Matteotti, fra le prime vittime del Fascismo, a novant’anni dal suo assassino, è stata promossa dalle locali sezioni dell’ANPI congiuntamente a CGIL, CISL e UIL, una iniziativa che ha visto oltre allo scoprimento della targa restaurata apposta nel 1945 dai lavoratori dell’isola nell’attuale Largo Matteotti, la commemorazione nel salone consiliare con la rievocazione dell’assassinio di Matteotti tramite un sequenza dell’unico film girato sull’episodio, nel 1973, dal regista Florestano Vancini e prodotto dal maddalenino Gino Mordini.

19 giugno

Importante ritrovamento a Razzoli. Si tratta del Cassini, che ha fatto riemergere dalle nebbie della memoria il posamine della marina francese affondato nel 1917 da un sottomarino tedesco durante un cruento scontro che portò al naufragio della nave francese e alla morte dei 88 marinai dell’equipaggio. Gli scopritori hanno raccontato di essere riusciti ad identificare con certezza il relitto attraverso alcune immagini d’epoca, grazie alle quali hanno riconosciuto subito la prua che emergeva dal fondale e successivamente, come prevede la prassi, la posizione dell’imbarcazione è stata segnalata alla Capitaneria di Porto della Maddalena. A guidare il suo staff e i tanti turisti appassionati ed esperti sub, c’è Corrado Azzali, il direttore dell’Orso diving, un emiliano di 54 anni trapiantato da tre decenni in Sardegna. I cercatori dei relitti perduti una quindicina di giorni fa hanno realizzato un altro colpaccio dopo quelli già fatti lo scorso anno, rintracciando il relitto del Cassini a nord di Razzoli su un fondale di 73 metri. Un ritrovamento di portata storica importante, stupefacente. Si tratta infatti del primo relitto risalente alla Prima guerra mondiale rinvenuto nelle acque sarde. Il Cassini, un posamine della marina francese, era stato affondato nel 1917 da un sottomarino tedesco. Nella battaglia cruenta conclusa con l’unità transalpina colata a picco, morirono 88 marinai francesi. L’anno scorso lo staff di Corrado Azzali riuscì a rintracciare due imbarcazioni di gran rilievo: a settembre il dragamine inglese Felixtowe, affondato nel 1943 al largo di Capo Ferro, a ottobre la localizzazione della Nautilus-Languste sui fondali davanti a Capo Figari, a Golfo Aranci. La nave, prima della Marina italiana, quindi requisita dalla marina tedesca, era stata affondata nell’ottobre del 1942 da un sottomarino inglese.

16 luglio

Sono state posizionate nella facciata della chiesa di S. Maria Maddalena le statue dei quattro evangelisti. È un evento storico per la nostra comunità. Dalla costruzione della chiesa, duecento anni fa, le statue non ci sono mai state nelle nicchie. C’erano anticamente delle sagome in ferro, piatte, rappresentanti i quattro evangelisti. I più anziani le ricordano. Poi nel 1952 fu prolungata la chiesa di 8 metri e fu modificata la facciata. Nel 1994 fu riportata al disegno originale. Ma le nicchie rimasero vuote. Il sindaco Serra, fece fare delle bozze da alcuni artisti. Alcuni proponevano le statue in marmo, altri in bronzo ma c’erano inconvenienti ed il prezzo era molto alto. Anche la parrocchia consultò diversi artisti sardi e del continente che mandarono i disegni ma non erano soddisfacenti. Il sindaco Comiti ci teneva alle statue della facciata e stanziò alcuni anni fa 50 mila euro. Ma non si riusciva a partire. Finalmente ci fu un accordo tra il Comune e l’ufficio dei Beni Culturali della diocesi diretto da don Francesco Tamponi che è anche direttore dell’Ufficio Regionale Beni Culturali. In occasione del bicentenario della chiesa di S. Maria Maddalena, Comune e Ufficio Beni Culturali della diocesi hanno stanziato una somma per le statue, ma anche per eliminare le infiltrazioni di umido nella chiesa, imbiancarla dentro e fuori e rifare le finestre. Si è affidata la direzione dei lavori all’Ufficio Beni culturali per rendere più agevole il cammino. Il primo obiettivo è stato raggiunto col posizionamento delle statue che sono state inaugurate lunedì 21 luglio, vigilia della festa di S. Maria Maddalena. Gli altri lavori di risanamento si faranno dopo l’estate. Le statue dei quattro evangelisti sono in polvere di marmo che resiste anche a particolari sollecita zioni perché contiene della resina. Sono presentate con i simboli ecclesiastici: il leone per S. Marco, l’uomo per S. Matteo, (in questo caso un bambino), il vitello per S. Luca, l’aquila per S. Giovanni. I simboli degli esseri viventi più nobili di cui si parla nell’Apocalisse. L’artista è il sig. Desole Corrado di Sassari. Sono costate circa 50.000 euro.

12 settembre

Si è appreso che il maddalenino Guglielmo Padua è stato recentemente nominato Primario del servizio di anestesia e rianimazione dell’ospedale civile – SS Annunziata di Sassari.Continua così una tradizione che vede dei professionisti isolani “DOC” ricoprire posizioni di prestigio nella sanità.Per ricordare i più recenti, il dott. Gian Battista Sorba, purtroppo scomparso, ha ricoperto il ruolo di primario del servizio di Nefrologia e Dialisi dell’Ospedale Civile di Sassari ed il prof. Giuseppe Susini quello di direttore dell’Istituto di Anestesia e Rianimazione dell’Università di Sassari, dopo le sue esperienze presso il Centro Cardiologico Fondazione Italo Monzino e l’Istituto Europeo di Oncologia di Milano.Il dott Padua ha raggiunto la nuova posizione dopo aver contribuito a far sorgere a Sassari il primo centro di cardiochirurgia della Sardegna, di cui ha ricoperto per anni il ruolo di responsabile del servizio di cardioanestesia. A questa specialità si è infatti sempre dedicato con passione e grande competenza dopo l’esperienza acquisita, assieme al Prof. Susini, presso la cardiochirurgia dell’Ospedale St. Luc della prestigiosa Università Cattolica di Lovanio. E’ comunque doveroso sottolineare che questi nostri medici facevano parte della scuola del prof. Paolo Ruju dell’università degli studi di Sassari a cui va dato il merito di avere formato decine e decine di professionisti che si sono affermati non solo sul territorio nazionale ma anche all’estero. Facciamo gli auguri più vivi ed affettuosi al dott. Padua per il suo nuovo incarico ed al prof Susini per la recente conclusione della sua carriera professionale, ricordando che sono sempre stati un sicuro punto di riferimento per i loro concittadini.

29 settembre

Nel pomeriggio è deceduto a Roma, nella sua casa ai Parioli, l’arcivescovo e nunzio apostolico maddalenino mons. Carlo Curis. Aveva 91 anni. Per suo espresso desiderio sarà sepolto a La Maddalena, nella tomba di famiglia. La salma partirà da Civitavecchia la notte martedì 30 settembre, per giungere il 1° ottobre a La Maddalena. Sarà esposta nella chiesa di Santa Maria Maddalena per tutta la giornata di mercoledì. La notte ci sarà una veglia di preghiera. Il rito funebre si terrà giovedì mattina alle ore 11:00. Mon. Curis era arcivescovo titolare di Medeli. Nato a La Maddalena il 2 novembre 1923, è stato ordinato sacerdote, dal vescovo Albino Morera, il 13 luglio 1947. Insegnante al seminario minore e cappellano delle carceri di Tempio, ha conseguito poi a Roma la laurea in Diritto Canonico e ha frequentato la Pontificia Accademia Ecclesiastica (scuola di diplomazia della Santa Sede). È stato ordinato sacerdote il 13 luglio 1947 e consacrato vescovo il 3 ottobre 1971. La prima destinazione diplomatica di mons. Curis è stata presso la Segreteria di Stato del Vaticano, seguita da incarichi in Uruguay, Cile, India, Stati Uniti e infine di nuovo a Roma presso la Nunziatura Apostolica. Nel 1971 fu nominato da Papa Paolo VI, Delegato Apostolico di Ceylon e consacrato Arcivescovo di Medeli. Nel 1978 mons. Curis venne nominato Pro-Nunzio in Nigeria (dove accolse papa Giovanni Paolo II in visita) e dal 1986 al 1990 ricoprì l’incarico di Delegato Apostolico di Gerusalemme, Giordania e Cipro. L’ultima “missione” di mons. Curis si è svolta, dal 1990 al 1999, quale Nunzio Apostolico della sede diplomatica pontificia del Canada. Dopo l’intensa attività diplomatica l’Arcivescovo Curis risiedeva da diversi anni a Roma dove ha ricoperto l’incarico di membro della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli e di Consultore della Congregazione per le Chiese Orientali.

31 ottobre

Dal Rapporto Migrantes, fondazione della CEI, recentemente pubblicato, risulta che sono ben 107.531 i sardi emigrati iscritti all’AIRE, l’Anagrafe degli italiani residenti all’Estero. Per quanto riguarda La Maddalena risultano essere 849 i maddalenini residenti all’Estero, quasi l’8% della popolazione se si considera l’ultimo censimento, il 7,5% se si prendono in considerazione i dati pubblicati dal sito internet del Comune. Dove sono in genere? In Francia, Germania, Inghilterra, Svizzera, se si considera l’Europa, in Argentina, Brasile e Santo Domingo e Usa, per quanto riguarda l’America. E poi ce ne sono sparpagliati negli altri continenti. Partiti di recente come anche tanti anni fa, per molti di loro il biglietto del traghetto non è stato e non sarà di andata e ritorno.

27 novembre

E’ notte fonda quando il personale della Capitaneria di Porto di La Maddalena ha individuato sui monitor del sistema ”Vessel Traffic Service” una nave Gasiera, battente bandiera Panamense di 6.550 tonnellate e lunga 120 metri con a bordo un carico pericoloso di propano, in avvicinamento nello Stretto Internazionale di Bonifacio. Gli operatori del Centro Vts di Guardia Vecchia, in collaborazione con i colleghi francesi della stazione di Capo Pertusato (Corsica), sono impegnati 24 al giorno e 365 giorni l’anno nel monitoraggio delle navi mercantili in transito nelle Bocche di Bonifacio al fine di garantire la sicurezza della navigazione e conseguentemente la tutela di un tratto di mare di elevato valore ambientale. Sulla base della Risoluzione Imo, l’Organizzazione Internazionale Marittima, del 4 novembre 1993, che scoraggia il transito nello Stretto di Bonifacio di navi cisterna che trasportano merci pericolose per l’ambiente, il supervisore Vts di servizio contattava il Comandante della Gasiera, informandolo che si stava apprestando ad effettuare un transito non raccomandato. Il Comandante, preso atto della situazione, ha deciso di invertire la rotta e proseguire la navigazione verso la Grecia navigando sul versante Occidentale della Sardegna. Grazie a questo tipo di intervento, svolto giorno e notte dai Centri Vts che si affacciano sullo Stretto, tra La Maddalena e Capo Pertusato, la Capitaneria di Porto di La Maddalena è in grado di garantire la sicurezza delle circa 3500 unità mercantili che ogni anno transitano in queste acque così delicate, monitorandole costantemente durante l’intero transito all’interno delle rotte raccomandate, e di prevenire incidenti in mare così come già accaduto nel 2010 e nel 2012 con le mancate collisioni di due mercantili sulle coste sarde. Il transito nelle ”Bocche”, mentre non è raccomandato alla generalità delle navi cisterna che trasportano merci pericolose è invece vietato alla stessa tipologia di navi battenti bandiera italiana e francese in virtù di uno specifico accordo bilaterale.

6 dicembre

Vent’anni senza Volontè. “Quando si trattò di dare il nome alla scuola pensavo saremmo rimasti a discutere per tanto tempo e, invece, ci trovammo subito d’accordo su una scelta: Gian Maria Volontè.” Così, racconta il regista Daniele Vicari, direttore artistico della Scuola d’Arte Cinematografica Gian Maria Volontè di Roma, mettendo in evidenza come le eccellenze del cinema italiano, che si ritrovarono in quel contesto di fondazione di un corso per formazione nei vari mestieri della settima arte, furono d’accordo nell’omaggiare uno dei maggiori interpreti che l’Italia abbia avuto nel Novecento. Gian Maria Volontè è scomparso il 6 dicembre del 1994, mentre girava Lo sguardo di Ulisse di Theo Angelopoulos e questo ventennale è caratterizzato da varie iniziative in Italia e all’estero, anche se, come afferma la figlia Giovanna Gravina, “i palinsesti TV lo hanno rimosso, salvo qualche sporadica eccezione.” Questa mancanza d’attenzione non stupisce, seppure nausea chi sa come i film interpretati da Volontè, che col suo metodo, impegno e passione può essere considerato una sorta di coautore dei suoi personaggi, sono ancora straordinari e colpiscono al cuore e alla mente degli spettatori, soprattutto di quelli più giovani. In questo senso, abbiamo visto occhi sgranati e ammirazione negli studenti posti di fronte al Giordano Bruno (1973) di Montaldo, che ha supportato le lezioni di filosofia di tanti insegnanti, oppure abbiamo raccolto commenti incuriositi dopo la proiezione di Sbatti il mostro in prima pagina (1972) di Bellocchio in una rassegna di un circolo del cinema. Dunque, quel vento evocato nella sobria e commovente lapide che sta al cimitero della Maddalena (“Si alza il vento, è ora di vivere”), in cui riposa l’attore, non ha portato via la memoria di un artista così originale e intenso. Infatti, chi ama il cinema sa che ogni suo film, visto in sala o in DVD rappresenta un’esperienza emozionante, ognuno vi associa un sentimento. Pensiamo, per esempio, come poté cambiare la vita degli spettatori della Rai dei primi anni sessanta quando lo videro nell’Idiota tratto da Dostoevskij; nessuno, probabilmente, rimase indifferente di fronte alle scene finali: qualcuno deve avere in quel momento pensato di far l’attore, il regista, l’artista o solo di guardare il mondo con gli occhi diversi, perché così funziona quando si è di fronte alla grande arte. Una serata esemplare per ricordare l’attore di Sacco e Vanzetti è stata organizzata dalla Scuola d’Arte Cinematografica Gian Maria Volontè e si è svolta il 15 dicembre, lanciata in streaming da MyMovies. Mettendo da parte i tormenti tecnici, si è assistito a ricordi senza abbandoni in retorica e a una ricostruzione della figura di Volontè sia dal punto di vista della complessità artistica sia da quella più privata. Così, abbiamo potuto sapere, per esempio, che, pur ammesso all’Accademia d’Arte Drammatica, non venne dotato di borsa di studio e, dunque, spesso dormiva in macchina di fronte alla scuola. A questa serata erano presenti i nostri registi più importanti, che hanno diretto, durante la loro carriera, Gian Maria Volontè (Giuliano Montaldo, Francesco Maselli), e chi gli è stato amico. Ettore Scola ha raccontato come non abbia mai condiviso un film con lui, ma, in compenso, lo frequentasse quotidianamente e ha ricordato un progetto mai andato in porto. Si sarebbe trattato di un lungometraggio con protagonisti Volontè e MassimoTroisi (“li univano certi lunghi silenzi…”), una bizzarra storia ambientata a Torino a fine ottocento dove un napoletano e un uomo del nord si incontravano per andare a prendere l’anarchico Bakunin alla stazione. Gian Maria Volontè. ”Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto”Parlavano un linguaggio diverso, non potevano capirsi e qui sarebbe stata la parte umoristica. Scola non fu convinto del progetto, che sarebbe potuto essere, col senno di poi, veramente sorprendente. D’altronde, a sfogliare i personaggi interpretati da Volontè, la sfida pare essere stata una sua metodologia. E se molti dei presenti alla serata hanno messo in evidenza il senso dell’ironia del grande attore, non ci si stupisce dato che il protagonista di Indagine di un cittadino al di sopra di ogni sospetto (1970) di Elio Petri è giocato su un grottesco, in certi momenti, esilarante (“Panunzio, Panunzio, e come poteva essere l’assassino nudo e con la cravatta…”). E’ stata sottolineata, poi, la sua passione per il teatro (“Il teatro lascia spazio al privato, il cinema è devastante, è divorante, sei costretto a portare il tuo personaggio a casa…”) e la letteratura. Dalle testimonianze è parso chiaro come l’arte recitativa di Gian Maria Volontè possa essere una fonte di formazione per chi voglia intraprendere quel tipo di carriera e questo è dimostrato anche dai laboratori per giovani interpreti organizzati all’interno della Valigia dell’attore, il Festival della Maddalena voluto con tenacia e passione da Giovanna Gravina o proprio nella scuola a lui dedicata. Si concretizza, così, un percorso che fa della memoria una pratica costante d’ispirazione, per non disperdere un così grande patrimonio dell’arte recitativa.

8 dicembre

La Maddalena, folla ai funerali di Pier Paolo Pedroni, stella dell’Ilvarsenal. I funerali si sono svolti con la partecipazione di molti sportivi. E alcuni amici hanno lanciato in aria palloncini bianchi e celesti, i colori della maglia dell’Ilvarsenal che ha indossato per diversi anni. Pier Paolo Pedroni, indimenticato calciatore della formazione maddalenina, è spirato all’età di 65 anni. Tutti lo ricordano soprattutto per il suo passato sportivo che l’ha visto protagonista sin da quando esordì in prima squadra, con l’allora Ilvarsenal, nel campionato 64-65, prima come difensore e poi come attaccante. Era il 12 settembre ’64, nella partita con il Tavolara terminata 0-0, al fianco di grandi come Demuro, Vitiello, i fratelli Scanu e Plumitallo, Cuomo, Petri e Corso. Poi divenne un punto fermo della formazione. E tutti ricordano di quando, palla al piede, scendeva sulla fascia seminando il panico fra i difensori che non riuscivano a fermarlo, tanto era imprevedibile il suo dribbling e la sua corsa. La sua specialità era la semirovesciata, per la velocità con cui andava incontro al pallone per poi colpirlo alzandosi da terra oltre un metro. I suoi ex compagni lo ricordano con tanto affetto per le qualità umane e le magie che sapeva compiere col pallone. Demuro ricorda due reti in semirovesciata, a Iglesias e poi in casa contro il Sorso; Scolafurru (detto “Cip–Ciop”) e Walter Plumitallo ricordano la partita contro il forte Macomer di Barria: «Quando gli avversari ci videro a paseggio prima della gara pensarono che il tecnico avrebbe schierato la juniores, della quale fare un sol boccone. Invece fu proprio Pier Paolo a segnare uno dei due gol della vittoria, l’altro lo segnò Cip e Ciop».