CronologiaDuemila

Correva l’anno 2020

21 gennaio

E’ deceduto nella notte tra il 21 e il 22 , ad Ajaccio, il prof. Dominique Orsoni, medaglia d’onore di Francia per la ricerca e la cultura. Orsoni è stato il partner corso per l’elaborazione e la concretizzazione del Gemellaggio tra La Maddalena e il Comune di Aiaccio. Persona arguta e di ottima cultura storica, è sempre stato disponibile e particolarmente sensibile nei confronti dei maddalenini, che riteneva legittimamente (almeno per le origini) suoi cugini carnali, se non suoi fratelli. La morte improvvisa dovrebbe ricondursi ad infarto. Con lui scompare un importante studioso delle questioni corse.

5 febbraio

Sono complessivamente 607 i cittadini stranieri residenti a La Maddalena (al 31 dicembre 2019) e rappresentano il 5,5% della popolazione. Di questi 366 sono femmine e 241 maschi. La comunità più numerosa è quella romena che ammonta 242 persone. Seguono i senegalesi 65, i marocchini 40, i cinesi 30, gli ucraini 23, i polacchi 22, i francesi 21, gli inglesi 13 e gli egiziani 11. Al di sotto delle 10 unità ci sono cittadini ungheresi, spagnoli, tedeschi, svizzeri, moldavi, nepalesi, albanesi brasiliani, thailandesi, georgiani, russi, siriani. Al di sotto delle 5 unità ci sono cittadini belgi, bulgari, svedesi, greci, portoghesi, colombiani, marocchini, uruguagi, domenicani, indiani, della Costa d’Avorio, kosovari, algerini, mauritani, nigeriani, tunisini, messicani, colombiani, slovacchi, lettoni, cechi e greci. (C. Ronchi)

6 febbraio 

Il ministro dell’Ambiente Sergio Costa ha firmato il decreto di nomina del nuovo direttore del Parco Nazionale dell’Arcipelago di La Maddalena; si tratta di Michele Zanelli, classe 1967, emiliano di Parma. 

16 marzo

Muore nel reparto di Terapia intensiva dell’ospedale dell’Angelo di Mestre, Francesco Saverio Pavone, il magistrato “di ferro” che combattè duramente contro la mafia del Brenta e portò avanti alcune tra le più importanti inchieste in tutto il Veneto. Pavone, ricoverato per problemi polmonari e risultato positivo al coronavirus, ha lottato fino alla fine contro il morbo, spegnendosi dopo 15 lunghi giorni in rianimazione. Di origine pugliese, sposato con una maddalenina, era nato a Taranto il 25 marzo 1944, entrò nel sistema giudiziario come cancelliere, prima di vincere il concorso in magistratura ed essere poi assegnato alla pretura circondariale di Mestre nel 1989. Poi, nel 1993, divenne giudice istruttore. Uomo con un profondo senso dello Stato, calmo e pratico, venne visto da Felice Maniero come uno tra i principali ostacoli all’espansione della mafia veneta, tanto che il boss ordinò a Paolo Pattarello di acquistare un fucile di precisione per ucciderlo. Fece poi condannare l’intera “banda dei giostrai” responsabile di numerosi sequestri di persona. 
La sua dura battaglia contro i mafiosi in Veneto lo portò a collaborare anche con il magistrato Giovanni Falcone, tanto che il giorno della strage di Capaci, in cui il magistrato, la moglie e la sua scorta furono uccisi in un attentato dinamitardo, si sarebbero dovuti vedere per discutere di un’estradizione. 
Fiero oppositore di ogni accordo con i mafiosi mise il “sale sulla coda” a Maniero riuscendo ad arrestarlo più volte. Il boss lo temeva al punto che organizzò il proprio cosiddetto “pentimento”, ma per molti un vero e proprio accordo per nascondere il suo “tesoro”, con altri magistrati. 
Era diventato quindi procuratore aggiunto a Venezia e poi era stato nominato poi procuratore capo di Belluno, dove aveva retto la carica coordinando importanti inchieste contro le ecomafie, fino alla pensione. 
Persona tranquilla ma molto coraggiosa, 8 anni fa, riuscì ad arrestare una borseggiatrice 31enne che aveva cercato di derubarlo al pontile della linea 2 a piazzale Roma, trattenendola fino all’arrivo della polizia.

13 maggio

Il Comune di La Maddalena conquista otto bandiere blu: sette per le spiagge (Bassa Trinita, Monti d’a Rena, Tegge, Spalmatore, Cala Lunga, Due Mari e Relitto) e una per gli approdi (Cala Gavetta). La Maddalena è stato l’unico Comune della Sardegna ad aver ottenuto un così alto numero di bandiere blu.

2 giugno

Ci sono voluti vent’anni ma alla fine ce l’ha fatta ad impartire una benedizione nel tempio laico della storia patria. Il 2 giugno scorso l’ex parroco di Santa Maria Maddalena, Domenico Degortes, presente a Caprera, come ogni anno del resto, il 2 giugno, anniversario della morte di Giuseppe Garibaldi, alle celebrazioni in suo ricordo e onore, ha potuto benedire, davanti alla tomba dell’eroe, la corona che il sindaco Luca Montella e il comandante militare Filippo Marchetti avrebbero di lì a breve deposto. Il primo tentativo di benedizione, in terra di Caprera, don Degortes provò a farlo nell’anno 2000, sempre il 2 giugno. Ma venne fermato da qualche garibaldino e qualche autorità che gli fecero osservare la non opportunità del gesto nei confronti della memoria di un uomo, Garibaldi appunto, che quantomeno detestava papi, preti e, quantomeno in vita, non gradiva l’acquasanta. Negli anni successivi don Domenico partecipò sempre alle cerimonie del 2 giugno e non solo, portandosi comunque dietro gli ‘arnesi del mestiere’: “Non si sa mai”, ebbe a confidare, almeno per un paio di volte, a chi scrive. Martedì scorso, vuoi perché la cerimonia di Caprera, in tempi di pandemia, si è svolta in maniera piuttosto sobria, con poche autorità, qualche rappresentanza di associazioni e senza pubblico, vuoi perché chi ha curato l’organizzazione si è “distratto”, vuoi perché i tempi sono cambiati … fatto sta che per la prima volta nella storia l’acquasanta è stata “spruzzata” nel piccolo cimitero non consacrato di Caprera. Sicuramente anticlericale, mangiapreti e massone, c’è chi è convinto che Giuseppe Garibaldi fosse ateo. Altri ritengono che comunque in Dio, o in un Dio, credesse. Don Degortes, nel dubbio, ha benedetto! (Claudio Ronchi)

29 settembre 

Cordoglio in città per la prematura scomparsa di Mariapia Zonca, assessora in carica ai Servizi Sociali. Era dipendente del Ministero della Difesa. Cantante per passione (partecipò a tante manifestazioni canore e vinse anni fa una puntata de “La Corrida” di Corrado), e di calcio femminile (fu tra i fondatori del Caprera), sin da giovane s’è occupata di politica, aderendo anni fa all’Udeur di Antonio Satta e poi all’Italia dei Valori di Antonio Di Pietro. Ha fatto parte del consiglio provinciale di Olbia Tempio. Fu eletta in consiglio comunale col sindaco Angelo Comiti, diventando assessora alla Sanità e Servizi Sociali e rieletta, in quest’ultimo mandato amministrativo, col sindaco Luca Montella. Particolarmente combattiva e tenace, sensibile alle problematiche dei più deboli, schierata per i diritti civili, Mariapia Zonca ha sempre lottato per la difesa dell’ospedale Paolo Merlo. (C. Ronchi)