Co.Ri.S.MaLa Maddalena AnticaLa piazzaforte di latta

Documento 2 – La piazzaforte di latta

Rapporto sull’azione di bombardamento aereo nemico del giorno 10 aprile 1943 alla Regia Nave Roma dall’Incrociatore Gorizia

Situazione della nave prima del bombardamento.

Nave ormeggiata nel recinto di Porto Palma (a sud di Caprera). Prora nord. Cielo sereno. Calma di vento. Azimut del sole sud sud-ovest. Macchinari in funzione: caldaia n. 4 con il condensatore ausiliario di prora e con una turbodinamo della centrale di prora. Quadri collegati attraverso le traverse di dritta e di sinistra. Assetto normale di bordo. Il personale di bordo trovavasi parte nel locale aviorimessa ove assisteva allo spettacolo cinematografico, parte in franchigia (aliquota di una squadra), parte si stava imbarcando sulla motobarca per recarsi al campo sportivi di Porto Palma. Difesa continuativa a posto.

Azione di bombardamento.

Alle ore 14.35 allarme aereo. Si assume assetto “C” (chiusura di tutta la portelleria orizzontale e verticale e dei condotti di ventilazione). Gente a posto secondo ruolo previsto per “attacco aereo in porto”. Dopo pochissimi secondi si avvistano subito 4 gruppi di aerei da bombardamento americani del tipo Liberator. Ciascun gruppo formato da 8 o 9 aerei in formazione (a gruppi di 3 ed a forma di V) che dirigono quasi contemporaneamente all’attacco dell’unità da ovest sudovest, quota circa 5.300 metri. Si apre istantaneamente il fuoco con le batterie da 100/47 di sinistra, eseguendo tiro di sbarramento contro il gruppo proveniente da ovest, avvistato per primo; il tiro é stato efficace, sono state sparate tre salve contro tale gruppo, ed allorché si é notato che gli aerei piegavano verso nord, si é passati a battere il gruppo apparso poco a destra del sole, sul sito 45 gradi. Contemporaneamente la batteria da 100/47 di dritta apre il fuoco contro la formazione proveniente da nord-est. In quell’istante una salva di 20 bombe cade a sinistra della nave su RV. polare 260 gradi, distanza dal centro rosa circa 500 metri; le colonne d’acqua sono molto alte. All’istante in cui parte la quinta salva della batteria da 100/47 di sinistra e la seconda di quella di destra, ossia alle 14.37 circa, l’unità risulta centrata da una successione di circa 40 bombe di cui 3 la colpiscono (una sul cielo della torre da 203 n.3 e precisamente in prossimità del foro di passaggio dell’iposcopio, e 2 al centro sinistra), successivamente un’altra salva di bombe cade sulla dritta su rilevazione polare 40 gradi circa, distanza del centro rosa 150 metri circa.

Le bombe cadute al centro sinistra privano la nave dei complessi da 100/47 centrale e poppiero di sinistra, ed immobilizzano i similari di dritta con il materiale proiettato su di essi dall’esplosione.

I vari gruppi di aerei accodandosi l’uno all’altro si allontanano in direzione nord nord-ovest (ore 14.42 circa).Su di essi con l’unico complesso da 100/47 rimasto della batteria di sinistra vengono sparate due salve.

Non sono stati notati aerei abbattuti.

Colpi sparati da 100/47: prima carica VR n. 46 (con spolette da OMTP 30), da 37/54 : circa 60 (circa 10 caricatori sparati allo scopo di indicare le direzioni di provenienza degli aerei attaccanti).

Omissis… [segue esame analitico dei danni alla nave, allo scafo, all’apparato elettrico, alla centrale di tiro, e dei provvedimenti presi].

Personale

Per effetto delle bombe cadute a bordo e delle schegge delle bombe cadute nelle vicinanze della nave si avevano:

– N. 63 tra caduti e dispersi, di cui 4 ufficiali e 6 sottufficiali.

– N. 95 tra feriti gravi e leggeri, di cui 4 ufficiali e 6 sottufficiali.

Fra i caduti il sottotenente medico di bordo, mentre il Capo Servizio sanitario, Maggiore Medico Vitiello, rimaneva ferito alla fronte ed agli occhi. Nonostante le ferite questo valoroso ufficiale si é prodigato negli interventi immediati che erano richiesti dai feriti più gravi e dagli altri abbisognevoli di cure.

Successivamente i feriti venivano avviati all’ospedale di La Maddalena ed ultimo fra essi lo stesso Maggiore Medico Vitiello.

Non é pertanto possibile fare un rapporto preciso sul servizio sanitario nella circostanza. Esso sarà richiesto al predetto Ufficiale non appena sarà in condizioni di poterlo fare.

Encomiabile il comportamento del personale infermiere di bordo aiutato da altri animosi dell’equipaggio nelle numerose opere di assistenza.

Si sono verificati ammirevoli esempi di altruismo anche da parte di feriti che ricusavano le cure affinché fossero rivolte ai feriti più gravi.

Omissis… [il rapporto prosegue con l’analisi dello stato dell’unità la sera del 10 aprile, con l’esposizione dei lavori eseguiti il giorno 11, delle verifiche fatte sulla tenuta della nave e la sua predisposizione alla ripresa della navigazione, ed infine con l’informazione sui lavori eseguiti il giorno 12].

Alle ore 13.30 del 12 aprile la nave era pronta per la partenza con le due motrici a 15 nodi, avendo in funzione le caldaie 1, 2, 3 e 8, ed il timone azionato dalla pompa 2, la tubolatura del motore di dritta ed una sola coppia di cilindri.

Navigazione dalla Maddalena a La Spezia.

Alle ore 23.30 del giorno 12 aprile la nave lascia il recinto di Porto Palma, e seguendo le rotte di sicurezza dirige al largo per l’uscita nord dell’estuario.

Unità di scorta: cacciatorpediniere Gioberti, Camicia Nera, Zagabria; corvette: Danaide, Minerva, Gazzella; rimorchiatore: Salvatore Primo.

Navigazione normale a 15 nodi con scorta aerea.

Alle ore 16.55 del giorno 13 aprile la nave si ormeggia alla boa A 2 del Golfo di La Spezia.

La navigazione é stata effettuata senza alcun incidente. Tutti gli utenti normali e di fortuna hanno regolarmente funzionato.

Regolare é altresì stato il funzionamento dell’apparato motore.

Osservazioni

Le bombe sganciate dal gruppo di aerei provenienti da ovest (prima salva) e quelle sganciate dal gruppo proveniente dal nord-est sono state le uniche che non hanno centrato l’unità.

Contro tali aerei infatti l’azione di fuoco é apparsa efficace, e ciò é stato possibile perchè il sito dell’avvistamento era inferiore a 40 gradi.

L’attacco del gruppo proveniente da sud-ovest (direzione dell’azimut del sole) é da ritenere che si sia svolto indisturbato a causa del forte sito sul quale é stato effettuato l’avvistamento (45 gradi circa) benché contro tale gruppo fossero state sparate due salve che non sono state peraltro osservate (subito dopo la partenza della seconda, la nave é stata colpita).

Il gruppo proveniente da sud, infine, ha proceduto libero da qualsiasi disturbo di tiro.

Il Comandante

Capitano di Vascello

Paolo Melodia

Il lungo ed importante rapporto é stato rintracciato nella cartella dell’AUSMM in quanto, pur indirizzato alla Nave Roma, fu da questa rimesso in copia a Supermarina. La lettera di inoltro datata 23 maggio 1943 ed intestata “ Comando in Capo Forze navali da battaglia”, é firmata dall’Ammiraglio Bergamini, che issava la propria insegna proprio sulla corazzata Roma. Il Comandante in Capo della Flotta prese l’occasione dell’inoltro per proporre a Supermarina alcune considerazioni tecniche di grande interesse sull’attacco del 10 aprile e sulla tenuta del Gorizia.

Per quel che riguarda l’attacco e la risposta ad esso, secondo Bergamini il successo era da ascrivere: “….non solo e non tanto alla precisione del tiro, che é veramente notevole, ma al fatto che gli aerei sono stati praticamente indisturbati e sono giunti all’improvviso”. Oltre a ciò Bergamini, erroneamente convinto – secondo quanto scriveva – che la quota di sgancio fosse stata molto meno elevata di quanto non veniva scritto nel Rapporto, considerava che “…non é la quota che é altissima, ma é il tiro che é assolutamente impreciso ed inefficace”.

E’ già stato accennato che é stata rinvenuta una seconda fonte documentaria presso l’Archivio Centrale dello Stato che, seppur con un minor numero di testi, ci offre qualche elemento di particolare interesse sui fatti. Nelle carte della Direzione Generale della Pubblica Sicurezza del Ministero degli Interni, una busta intitolata “Incursioni Aeronavali” raccoglie per provincia le note informative che i Prefetti inviavano sugli attacchi che si abbattevano sul territorio di loro competenza.

Il Prefetto Notarianni fu in grado di inviare il suo primo messaggio, dagli uffici di Sassari, già alle ore 17.00 dello stesso 10 aprile. “la maddalena entrata in allarme alle ore 14.45 batterie la maddalena entrate in azione. mancano notizie dirette per interruzione linee telefoniche. da notizie apprese da fonte militare risulta formazione di oltre 60 aerei nemici ha bombardato la maddalena et palau causando danni non precisati”. Appare singolare come in questo messaggio sia individuato con sufficiente precisione il numero degli aerei partecipanti al raid, secondo quanto sarà verificato dalle informazioni di fonte Alleata. È probabile che i dati sul numero dei velivoli sia stato fornito al Prefetto, piuttosto che dagli Enti di La Maddalena con i quali non poteva comunicare, dalla rete di avvistamento più esterna all’arcipelago maddalenino e che faceva capo a Sassari. I documenti militari sopra riportati, anche le relazioni ed i rapporti più meditati, hanno sempre indicato – come abbiamo sinora riportato – in circa 32 i quadrimotori americani partecipanti all’attacco.  Il rapporto di cui al documento n. 2 per la prima volta indicò, addirittura, il tipo di aereo: il Boeing B 24 Liberator, dando un’indicazione deviante alla pur scarsa pubblicistica di rievocazione dei fatti, che la ha pigramente ripresa senza alcun controllo.

Il secondo ed ultimo messaggio del Prefetto Notarianni fu inoltrato da La Maddalena alle 00.40 del giorno 11 aprile. “pomeriggio oggi ore 14.30 grossa formazione aerea nemica effettuava incursione su la maddalena et palau punto appena avutane notizia recatomi qui con sottosegretario ministero finanze in visita sassari punto risulta affondato incrociatore Trieste et gravemente colpito incrociatore Gorizia punto risultano anche colpiti impianti vari base navale et commissariato militare et caserma regia marina punto nessuna vittima tra la popolazione civile eccetto quattro operai militarizzati et danni insignificanti in qualche abitazione punto tra marinai accertati finora sessanta morti e circa duecento feriti punto uccisi quattro carabinieri sorveglianza regia marina punto contegno popolazione sereno punto ordine pubblico normale”.

Lo stile prefettizio non fa giustizia del reale “spirito pubblico” dei maddalenini e dei palaesi che, pur non creando alcun problema di ordine pubblico, non poteva essere ‘sereno’.  Avevano partecipato in diretta alla catastrofe che aveva dato morte violenta a centinaia di giovani, distrutto due possenti navi che da tempo vivevano in simbiosi con loro, e rovinato le strutture della loro Base Navale. Tanto meno poteva essere sereno l’animo ed il volto di chi per la terza volta doveva prendere la via del tristissimo sfollamento.

Fu questa la volta più dolorosa. Lasciavano dietro di se i morti approssimativamente ricomposti nelle loro carni straziate. Sapevano che sarebbe stata una lunga lontananza ed in condizioni di gravissimo disagio. Durerà infatti quasi un anno l’esilio di guerra, col cuore in gola ad ogni allarme e ad ogni notizia di quel terribile settembre. Intanto il Provveditore agli Studi di Sassari prese atto dello sfollamento totale ed ordinò che, con decorrenza immediata, la Regia Scuola Media di La Maddalena fosse trasferita a Tempio presso i locali della Scuola Media, mentre il Regio Avviamento marinaro fosse trasferito, sempre a Tempio, presso quell’Avviamento industriale.

Salvatore Sanna – Co.Ri.S.Ma