Co.Ri.S.MaDomenico DegortesLa Maddalena AnticaPreti maddaleniniRubricheSanta Maria Maddalena faro di fede tra Corsica e Sardegna

Domenico Degortes

Nato a Olbia il 17 ottobre 1941. Viceparroco alla Maddalena dal 1973 al 1990 e dal 1995 al 1998.
Fu nominato parroco da Monsignor Paolo Atzei il 24 gennaio 1998, durante la visita pastorale. Decise da subito di lavorare collegialmente, nominando un comitato per gli affari economici e un Consiglio Pastorale, organi consultivi che dovevano affiancarlo nella gestione della parrocchia.
Del suo mandato tuttora in corso e delle opere compiute diamo brevi cenni.
Ispirandosi al criterio di demandare ai laici le attività collaterali, ha affidato la gestione della festa di Santa Maria Maddalena (e anche quella della Madonnetta) a un comitato che si rinnova continuamente perché formato dai cinquantenni di ogni anno.
Nel periodol998-99, grazie ad una consistente donazione e alla generosità degli abitanti di Moneta e Stagnali, si ristrutturarono l’Oasi Serena a Moneta, rendendola operativa per accogliere persone anziane, e la cappella della Madonna della Pace a Stagnali.
Nel 1999 fu operato, a cura della Soprintendenza, il restauro del Cristo posto sull’altare maggiore a cura di Antonio Maria Pulina. Nel 2003 quello dell’altare di San Giorgio e, grazie alla collaborazione del Co.Ri.S.Ma e del “1805 Club” inglese, quello degli argenti donati dall’ammiraglio Nelson.
Nel 2004 Don Degortes, ispirandosi alla Fraternité du partage di Ajaccio, fondata da frère Antoine, realizza una casa di accoglienza per senza tetto, a Due Strade presso la chiesa del Santo Bambino di Praga: la struttura è intestata a suor Giuseppina Nicoli.
Grazie a una permuta, con una parte di terreno donato da un benefattore a Padule, la Chiesa acquista la casa di piazza Amsicora confinante con la biblioteca parrocchiale. A Padule, nel lotto residuo, si costruisce la Casa della Comunità intestata alla Sacra Famiglia, nella quale si celebra la messa ogni domenica.
In un piccolo immobile appartenente alla Chiesa in via Tommaso Zon-za, viene allestita, al piano superiore, la casa di accoglienza per donne senza tetto, e, al piano inferiore, la sede della Caritas.
I
local
i soprastanti la sacrestia sono adibiti a Museo Diocesano per accogliere i Tesori di Santa Maria Maddalena, dell’Assunta e del Carmine, gli oggetti d’arte, i candelieri e il crocefisso offerti da Nelson nel 1804, le stampe di Santa Maria Maddalena donate da Giusto Davòli: catalogazione e allestimento a cura di Vincenzo Marini con la collaborazione di Toni Frau e Lino Sorba; Tiziana Olivari ha riordinato i libri antichi. La sala sottostante, confinante con la sacrestia, ospita la Biblioteca Parrocchiale. L’archivio storico è stato ricomposto dopo la morte di don Capula e riordinato. Don Degortes ha ripristinato alcune tradizioni ormai abbandonate, quali la processione per la benedizione del mare in occasione della festa di San Giovanni Battista il 24 giugno; la celebrazione di una messa in suffragio del barone Giorgio De-sgeneys secondo il suo lascito testamentario che nel tempo era stato dimenticato, la celebrazione di messe in località particolari dell’arcipelago come la cappelletta della Madonna della Guardia a Cardaliò. Ogni anno, per ricordare i legami che univano le isole delle Bocche si fa una visita all’isola di Lavezzi, sede della vecchia chiesa intestata alla Madonna, della quale rimangono consistenti ruderi.
2013 – Nel terreno un tempo occupato dal vecchio cimitero, oggetto di transazione, sotto il parroco don Capula, fra Comune e Chiesa, a quest’ultima venne assegnata un’area a nord: con un finanziamento pubblico ad hoc, i vecchi edifici che la occupavano sono stati ristrutturati e trasformati in oratorio con diverse sale, un Campetto per i giochi e i locali per Radio Arcipelago.
Per ricordare l’attacco subito dalla Maddalena nel 1793 e la dimostrazione di fede degli abitanti che, in quell’occasione, crearono il loro stendardo con l’immagine della Santa, il Parroco ha organizzato una messa a Santo Stefano ponendo una croce di legno nel punto dal quale Napoleone Bonaparte sparava con la sua artiglieria contro l’abitato.

Giovanna Sotgiu – Co.Ri.S.Ma