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Emma ….

Due vite parallele, quella della Casa Bianca di Caprera e della piccola casa sulla punta di Moneta, silenziosa nella luce del mito, senza storia, senza discendenza. Eppure nella leggenda di Caprera vi é questa presenza permanente, inverno come estate, dei Collins e poi della sola Madame Collins che, per quanto di lei tutto abbiano detto gli studiosi, si merita anche un romanzo, o forse una poesia.

Emma…uno dei nomi di donna più presente nella vita di Giuseppe Garibaldi. Ma nessun ricordo cancella un altro: una è amore, l’altra è amicizia, la terza è una barca. L’amore è Emma Roberts. L’amica è una signora inglese, Emma Clara Collins, che divide con Garibaldi un segreto, un profumo, quello di Caprera quando spunta la primavera e la sua infinità di fiori. Forse divide con lui anche un canto, quello del vento leggero o dal fischio infuriato, e le onde del mare dolci ed attraenti come sirene, o aggressive, quasi appuntite, quando s’innalzano a Moneta per ricordare che Caprera è un’isola. La barca è un regalo di Emma Roberts, un regalo d’addio. Emma Collins, la misteriosa, silenziosa, signora dirimpettaia del Generale, da isola ad isola, è presente a Caprera prima di lui con il suo irascibile, bisbetico ed amatissimo consorte, quel Richard Collins i cui rapporti con l’illustre vicino furono prima burrascosi poi inesistenti. I coniugi Collins vendono la parte di Caprera che avevano comprato per permettere a Garibaldi di costituire il suo reame per intero: una colletta di ammiratori inglesi del Generale li ripaga, e loro rimangono dall’altra parte del braccio di mare, laddove il passaggio è più stretto tra La Maddalena e Caprera. Sembrano un avamposto della colonia inglese che vive nell’isola maggiore dell’Arcipelago. La colonia è tutta avvolta nel mito dell’Ammiraglio Nelson, che regalò due candelieri alla Parrocchia, e partecipa di quella diffusa presenza di sudditi di Sua Maestà britannica nelle isole del Mediterraneo. Non si tratta certo di una presenza numericamente importante come quella dei proprietari inglesi in Sicilia. Ma ogni inglese ha una sua storia: non può essere arrivato lì per caso, e soprattutto non può essersi trattenuto per caso. La vita di Emma Clara Collins e del suo sposo sarebbe rimasta avvolta in quel vago profumo di fiori secchi che avvolge i romanzi per famiglie dell’800 se una luce violenta non si fosse accesa su Caprera. Caprera era stata scelta come eremo da uno degli uomini più celebri del suo tempo, un mito vivente, e era diventata meta di pellegrinaggi, quasi luogo di culto, verso il quale si voltavano molti sguardi e attese. Silenziosa, la casetta bianca dei Collins vide il Generale attraversare il passo di Moneta, reduce dalla campagna dei Mille, pochi fidi assieme a lui, non più ricco di quando partì. Aveva donato al Re di Piemonte ed anche di Sardegna un Regno più grande, l’Italia. Muta e silenziosa sempre, Casa Collins lo vide tornare, poi ripartire per tentare di completare l’opera, per ritornare ferito e quasi prigioniero, poi ripartire per ricevere un trionfo a Londra. Chi sa che cosa hanno pensato i coniugi Collins di questi eventi che portano il loro dirimpettaio nella loro lontana patria… Ma ormai Emma Collins é più silenziosa ancora, pensa in solitudine, Riccardo non è più. Se ci fosse stato lui, chi sa se Madame Collins, come la chiamava rispettosamente Garibaldi, avrebbe potuto ospitare il Generale nell’Ottobre 1867? Davanti a questa figura enigmatica di donna, quasi vigile, dalla sua casa, sull’isola-monumento, svanisce l’immagine di quell’Emma che Garibaldi amò al punto di pensare a sposarla, la fidanzata inglese che avrebbe voluto trattenerlo a Londra. Emma Roberts si fece carico dell’infanzia del piccolo Ricciotti, non amato come lei non era sta sufficientemente amata. Da lei Garibaldi accettò un regalo importante, la terza Emma, una gran bella barca, che naufragò come il loro improbabile amore.

Dal romanzo “Casa Collins”, le memorie della segretaria inglese di Garibaldi, ricostruendo quella avventura amorosa nata sull’isola di Caprera. Un intreccio che in un lontanissimo passato aveva giù avuto un riscontro importante in un articolo di Achille Fazzari pubblicato sul New York Times nel 1916 in cui si azzardava che fosse stata la Collins ad innamorarsi dell’Eroe dei due mondi dopo la scomparsa del marito. La prova provata mancherebbe, ma se ne adombra il sospetto: sarebbero esistite numerose lettere d’amore da lei spedite a Garibaldi ma delle quali non è rimasta traccia concreta. Al Vittoriano, in compenso sono stati ritrovate le missive dell’Eroe alla dama inglese che mostrano un timbro confidenziale dal quale si intuisce un tono sicuramente molto intimo dei rapporti fra i due. D’altra parte fu proprio la Collins ad aver aiutato Garibaldi a fuggire da Caprera nel 1867 e ad averlo ospitato per una notte intera in casa sua, come egli stesso racconta nelle sue memorie. Emma Collins visse alla Maddalena dal 1855 al 1868 vicino ai possedimenti di Garibaldi.

Racconta con i suoi occhi un Risorgimento filtrato attraverso i mille personaggi curiosi: patrioti, rivoluzionari, camicie rosse, ufficiali sabaudi e chiunque abbia frequentato quegli ambienti, comprese le vicende che riguardano la vita familiare di Garibaldi e Anita, quella dei loro figli e dei figli avuti dalle altre sue donne mescolate alla propria esperienza personale di dirimpettaia di casa Garibaldi. Emma, uno dei nomi di donna più presente nella vita di Giuseppe Garibaldi, ma nessun ricordo cancella un altro: una è amore, l’altra è amicizia, la terza è una barca. L’amore è Emma Roberts. L’amica è una signora inglese, Emma Clara Collins, che divide con Garibaldi un segreto, un profumo, quello di Caprera quando spunta la primavera e la sua infinità di fiori. Forse divide con lui anche un canto, quello del vento leggero o dal fischio infuriato e le onde del mare dolci ed attraenti come sirene, o aggressive, quasi appuntite, quando s’innalzano a Moneta per ricordare che Caprera è un’isola. La barca è un regalo di Emma Roberts, un regalo d’addio. Emma Collins, la misteriosa, silenziosa, signora dirimpettaia del Generale, da isola ad isola, è presente a Caprera prima di lui con il suo irascibile, bisbetico ed amatissimo consorte, quel Richard Collins i cui rapporti con l’illustre vicino furono prima burrascosi poi inesistenti. I coniugi Collins vendono la parte di Caprera che avevano comprato per permettere a Garibaldi di costituire il suo reame per intero: una colletta di ammiratori inglesi del Generale li ripaga, e loro rimangono dall’altra parte del braccio di mare, laddove il passaggio è più stretto tra La Maddalena e Caprera. Sembrano un avamposto della colonia inglese che vive nell’isola maggiore dell’arcipelago. La colonia è tutta avvolta nel mito dell’Ammiraglio Nelson, che regalò due candelieri alla Parrocchia, e partecipa di quella diffusa presenza di sudditi di Sua Maestà britannica nelle isole del Mediterraneo. Non si tratta certo di una presenza numericamente importante come quella dei proprietari inglesi in Sicilia. Ma ogni inglese ha una sua storia: non può essere arrivato lì per caso, e soprattutto non può essersi trattenuto per caso.

La vita di Emma Clara Collins e del suo sposo sarebbe rimasta avvolta in quel vago profumo di fiori secchi che avvolge i romanzi per famiglie dell’800 se una luce violenta non si fosse accesa su Caprera. Caprera era stata scelta come eremo da uno degli uomini più celebri del suo tempo, un mito vivente, ed era diventata meta di pellegrinaggi, quasi luogo di culto, verso il quale si voltavano molti sguardi e attese.

Silenziosa, la casetta bianca dei Collins vide il Generale attraversare il passo di Moneta, reduce dalla campagna dei Mille, pochi fidi assieme a lui, non più ricco di quando partì. Aveva donato al Re di Piemonte ed anche di Sardegna un Regno più grande, l’Italia.

Muta e silenziosa sempre, Casa Collins lo vide tornare, poi ripartire per tentare di completare l’opera, per ritornare ferito e quasi prigioniero, poi ripartire per ricevere un trionfo a Londra.. Chi sa che cosa hanno pensato i coniugi Collins di questi eventi che portano il loro dirimpettaio nella loro lontana patria…

Ma ormai Emma Collins è più silenziosa ancora, pensa in solitudine, Riccardo non è più. Se ci fosse stato lui, chi sa se Madame Collins, come la chiamava rispettosamente Garibaldi, avrebbe potuto ospitare il Generale nell’Ottobre 1867? Davanti a questa figura enigmatica di donna, quasi vigile, dalla sua casa, sull’isola-monumento, svanisce l’immagine di quell’Emma che Garibaldi amò al punto di pensare di sposarla, la fidanzata inglese che avrebbe voluto trattenerlo a Londra. Emma Roberts si fece carico dell’infanzia del piccolo Ricciotti, non amato come lei non era stata sufficientemente amata. Da lei Garibaldi accettò un regalo importante, la terza Emma, una gran bella barca, che naufragò come il loro improbabile amore.

Due vite parallele, quella della Casa Bianca di Caprera e della piccola casa sulla punta di Moneta, silenziosa nella luce del mito, senza storia, senza discendenza. Eppure nella leggenda di Caprera vi é questa presenza permanente, inverno come estate, dei Collins e poi della sola Madame Collins che, per quanto di lei tutto abbiano detto gli studiosi, si merita anche un romanzo, o forse una poesia.

Annita Garibaldi Jallet