AmbienteArcipelago

Fauna

Foto di Fabio Presutti

Pur non trovando tra la fauna dell’Arcipelago i grossi mammiferi presenti in Sardegna, possiamo menzionare i numerosi conigli selvatici (Oryctolagus cuniculus), i cinghiali (Sus scrofa) introdotti dall’uomo nelle isole maggiori, un branco di capre selvatiche (Capra hircus) a Caprera, ma anche porcospini (Erinaceus europaeus), ratti neri (Rattus rattus), topi selvatici (Apodemus sylvaticus), topi domestici (Mus musculus), mustioli (Suncus etruscus) e diverse specie di pipistrelli. Un ruolo di primaria importanza spetta all’avifauna delle isole. L’Arcipelago, infatti, rappresenta un sito di grande valore per la nidificazione di rare specie appartenenti all’avifauna marina, grazie alle popolose colonie di gabbiano corso (Larus audouinii), l’unico uccello endemico del Mediterraneo, di marangone dal ciuffo (Phalacrocorax aristotelis), di berta maggiore (Calonectris diomedea), di berta minore (Puffinus puffinus yelkouan), di sterna comune (Sterna hirundo) e di gabbiano reale (Larus cachinnans).
Molti altri uccelli non marini, trovano rifugio nelle zone interne delle isole, nidificando nelle cavità delle rocce, come ad esempio la poiana di Sardegna (Buteo buteo arrigonii), il falco pellegrino (Falco peregrinus), il corvo imperiale (Corvus corax), il gheppio (Falco tinnunculus), il passero solitario (Monticola solitarius), lo scricciolo di Sardegna (Troglodytes troglodytes koenigi) e silenziosi predatori notturni quali: il barbagianni (Tyto alba) e la civetta (Athene noctua). Mentre al riparo delle piante e nelle radure della macchia, costruiscono il loro nido altri piccoli rappresentanti dell’avifauna locale appartenenti all’ordine dei Passeriformi: la magnanina sarda (Sylvia sarda), la sterpazzolina (Sylvia cantillans), l’occhiocotto (Sylvia melanocephala), il saltimpalo (Saxicola torquata), il calandro (Anthus campestris), la tottavilla (Lullula arborea), il cardellino di Sardegna (Carduelis carduelis tschusii) ed il verdone (Carduelis chloris). La posizione geografica dell’Arcipelago, passaggio obbligato nella rotta migratrice tra l’Africa e l’Europa, crea le condizioni per arricchire ulteriormente questo patrimonio naturale, dandoci la possibilità, soprattutto in primavera, di osservare numerose specie di passo, tra cui: il cavaliere d’Italia (Himantopus himantopus), il fenicottero rosa (Phoenicopterus roseus), le cicogne (Ciconia sp.), gli aironi (Ardea sp.), l’uccello delle tempeste (Hydrobates pelagicus), il falco pecchiaiolo (Pernis apivorus), il nibbio bruno (Milvus migrans), il falco pescatore (Pandion haliaetus), il falco di palude (Circus aeruginosus), le sterne (Sterna sp.), la sula (Sula bassana) ed il germano reale (Anas platyrhynchos). Tra i rettili più rappresentativi, oltre la testuggine marginata (Testudo marginata), la testuggine comune (Testudo hermanni) e la testuggine greca (Testudo graeca), rileviamo tre importanti endemismi: la lucertola di Bedriaga (Archaeolacerta bedriagae), diffusa su tutte le isole maggiori, la lucertola tirrenica (Podarcis tiliguerta), facilmente osservabile sui muretti a secco o sulle rocce e l’algiroide di Fitzinger (Algyroides fitzingeri), il più piccolo rettile d’Europa. Un primato spetta anche al raro filodattilo (Phyllodactylus europaeus), il più piccolo geco del Mediterraneo, con appena 8 cm di lunghezza.
Anche la classe degli anfibi annovera due endemismi: il discoglosso sardo (Discoglossus sardus) e la raganella sarda (Hyla sarda). Avvicinandoci alla costa, tra i molluschi che vivono nelle scogliere, troviamo ben sette specie di patelle, tra cui spicca la patella ferruginea (Patella ferruginea) inclusa nella lista rossa delle specie in estinzione, e ben presente sulle isole. Nascosto negli anfratti del mediolitorale, vive il favollo (Eriphia verrucosa), un grosso granchio che predilige le ore crepuscolari per uscire dalla propria tana. L’Arcipelago occupa il settore meridionale del Santuario dei Cetacei, voluto dai governi Italiano, Francese e Monegasco. Si tratta di un vasto parco marino internazionale (96.000 kmq), istituito nel 2001, a protezione dei Cetacei che vivono nel mediterraneo occidentale tra Liguria, Provenza, Toscana e Sardegna settentrionale.
In queste zone sono frequenti gli avvistamenti di molte specie come la balenottera comune (Balaenoptera physalus), il capodoglio (Physeter macrocephalus), il tursiope (Tursiops truncatus), la stenella striata (Stenella coeruleoalba), il delfino comune (Delphinus delphis), il grampo (Grampus griseus) e lo zifio (Zifius cavirostris). Ben più raro è l’incontro con la timida tartaruga di mare (Caretta caretta) e con lo squalo elefante (Cetorhinus maximus). Numerosi sono anche i pesci che vivono in queste acque: murene (Murena helena), corvine (Sciaena umbra), diverse specie di saraghi (Diplodus sp.), orate (Sparus aurata) e cernie brune (Epinephelus marginatus) in numero sempre più consistente. Le immense praterie di posidonia (Posidonia oceanica), indicatrici biologiche di un mare in ottimo stato di salute, sono l’habitat ideale per la nacchera (Pinna nobilis), un grande bivalve che vive ancorato al fondo, in passato ricercato dai locali per le ottime carni, ed oggi specie protetta.