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Forte San Vittorio (Isola Maddalena)

Oggi è un Centro VTS/L (acronimo che sta per Vessel Traffic Service / Local) della Capitaneria di Porto Guardia Costiera di La Maddalena si trova all’interno del comprensorio militare di San Vittorio, conosciuto ai più come “della Guardia Vecchia”. La prima costruzione del forte sovrastante l’isola, eretto nel punto più elevato a quota 146 mt s.l.m., risale all’XI secolo ad opera dei pisani, i quali edificarono una torretta di avvistamento per monitorare le invasioni saracene. Nel 1284, durante la guerra tra Pisa e Genova, gli stessi pisani, sopra le rovine della precedente, innalzarono una ulteriore torre di vedetta che permetteva di vigilare sul loro dominio sardo a discapito delle mire genovesi. Nel 1766 considerato che nell’isola non vi era ancora una costruzione fortificata vera e propria, ma solo torri idonee per l’avvistamento, fu deciso di procedere alla costruzione di una torre fortificata costruita in modo che posse essere utilizzata per dare ricovero ad un piccolo distaccamento di uomini a garanzia dell’ubbidienza degli abitanti del luogo.

Aveva forma ottagonale, ad un solo piano contenente due camere, tre piccoli magazzini adibiti a deposito di attrezzi, viveri e polveri, e due sotterranei. La camera destinata ad alloggio del comandante del presidio era costruita in modo tale che, in tempo di guerra, vi si potesse portare un cannone, mentre l’altra era destinata al corpo di guardia. Sulla terrazza i lati est ed ovest ospitavano le bocche da fuoco da 8 e da 16, mentre quelli a sud e a nord erano sistemati in modo del tutto originali rispetto alle altre fortificazioni: sul primo infatti il quartiere per la truppa, coperto da un tetto con leggera spiovenza, era occupato, al centro, da una piattaforma per un cannone; l’altro lato era costituito da una torre sopraelevata, con copertura interna a volta, sormontata da una piattaforma, sulla quale ‘ trovava posto un altro grosso cannone su base mobile rotante. In un angolo era ben visibile l’albero per i segnali. Usato fin dalla fine del XVIII secolo come prigione oltre che come postazione di difesa, ospito il cagliaritano Vincenzo Sulis, capopopolo della rivolta antisavoiarda del 1794. Dal 1887 subì profonde trasformazioni; è oggi sede di un centro di telecomunicazioni della Marina Militare.

Con lo scoppio della prima guerra mondiale, la fortificazione di Guardia Vecchia poteva già considerarsi, da un punto di vista prettamente militare, già superata e quindi andava, unitamente alle altre fortificazioni presenti nell’Arcipelago, ulteriormente potenziata in quanto la difesa di La Maddalena costituiva allora un obiettivo importante ed essenziale. Prima dell’entrata in guerra dell’Italia nel successivo conflitto mondiale, nell’arco temporale che va dal 1932 al 1939, l’opera fu ristrutturata e ulteriormente potenziata secondo le esigenze del tempo. Nel 1937 sulla piattaforma della torre dov’era ubicato il pennone dei segnali, furono iniziati e portati a termine i lavori di modifica della vecchia torre trasformandola in una struttura a forma esagonale formata da 5 ampi spazi, più una sala per gli strumenti ed una terrazza per le osservazioni. Al termine dei lavori di ampliamento la configurazione finale era la seguente: sul pianoro a nord del vecchio forte di San Vittorio era stata costruita una batteria con piazzole e parapetto in muratura per 6 obici da 24 cm a due facce. Ciascuna faccia era munita di una “riservetta di munizionamento” e di locali per l’osservazione con telemetro, l’uno rivolto a levante con un settore di tiro orizzontale di 140° che comprendeva le bocche del canale “Moneta” sino a tutto l’ancoraggio di Santo Stefano e l’altro rivolta a ponente, con lo stesso settore di tiro, comprendente dalla bocca a nord del canale di Spargi fino oltre l’ancoraggio della rada di Mezzoschifo. Ogni lato del comprensorio era armato di 3 bocche a fuoco in barbetta a tiro diretto. Sul lato destro, verso ponente, trovavano posto dei locali per il caricamento dei proiettili ed il confezionamento delle cariche e due locali utilizzati quali deposito di proiettili carichi e cariche confezionate.  Il 3 settembre 1943 nell’isola avvenne un colpo di mano tedesco e questi occuparono, tra l’altro, l’allora stazione semaforica di Guardia Vecchia che, abbandonarono al momento della loro evacuazione dall’isola avvenuta il successivo 15 settembre. Dopo il secondo conflitto mondiale nel 1951, la parte interna fu ristrutturata in modo da ottenere l’alloggiamento per una piccola guarnigione formata da personale mieto Aereonautica/Marina con il compito di assolvere i servizi di vedetta, meteorologia, segnali e semaforico. Dal 1970, dopo la cessione all’Aereonautica, da parte della Marina, delle strutture presenti a Capo Caccia (Alghero), in accordo con l’Aereonautica Militare il servizio metereologico fu effettuato solo da perdonale della Marina con la supervisione di un fiduciario Capo Carico dell’Aviazione militare. Nel 1978 fu installata la stazione radio, prima ubicata a Isola Chiesa, la quale ha operato fino al 1 gennaio 2000 data di termine attività prevista dal piano di ristrutturazione della Forza Armata ed in pari data il comprensorio passò a cario del Ministero delle Infrastrutture e ei Trasporti tramite il Comando Generale delle Capitanerie di Porto.