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Gli anni 70 e 80

L’ultimo progetto di un film insieme per Solinas e Pontecorvo fu probabilmente quello sulla città di Milano, la sua atmosfera e i suoi ritmi negli anni dell’autunno operaio” del 1969, anno della strage di piazza Fontana. Per le bombe di Milano e Roma e vengono incriminati gli anarchici del gruppo “Circolo anarchico 22 marzo”. Giuseppe Pinelli, ferroviere anarchico milanese, portato in questura per le indagini relative agli attentati dinamitardi condotte a senso unico dal commissario Calabresi e dai suoi uomini, “cade” dal quarto piano, rimanendo ucciso, mentre gli altri anarchici come Pietro Valpreda restano in galera per anni e anni, in attesa di processo. Il processo contro il direttore di “Lotta Continua” Pio Baldelli, a causa delle sue continue provocazioni nei confronti di Calabresi, è l’occasione per costringere i querelanti a rispondere del presunto suicidio di Pinelli. Alle udienze è presente, tra il pubblico, anche Gillo Pontecorvo. Il regista, che ha coinvolto anche Solinas nel progetto, vorrebbe scrivere un film che sia da una parte il racconto di quegli anni di grande ripresa sindacale, di trame nere, di strategie della tensione; e dall’altra un vero e proprio ritratto della città, delle sue nebbie, dei ritmi frenetici, delle fabbriche, della ricca borghesia. Il progetto resta allo stato embrionale probabilmente per le obiettive difficoltà a portare avanti un’opera di così stringente attualità, poiché incentrata su un caso che ancora si presentava non del tutto irrisolto e soprattutto che aveva lasciato non pochi strascichi, tra dubbi e polemiche, rappresentando dunque un azzardo per qualsiasi produttore.
Negli ultimi dodici anni della vita di Solinas, che conoscono gli insuccessi di sceneggiature come La vita è come un treno, Il cormorano e La battaglia, rimangono tracce molto labili di altri temi. Oltre alle tre sceneggiature mai realizzate, e che presero allo sceneggiatore sardo di cui era proverbiale la perizia e dunque la lentezza nel lavoro, molti anni, tra il settanta e l’ottanta Solinas scrive comunque anche quattro film realizzati. Tuttavia restano alcune tracce di temi anche solo e semplicemente discussi. Sono tre i progetti abbozzati da Solinas, legati ad altrettanti registi: il primo è un progetto su Che Guevara, che Francesco Rosi, tornato da un viaggio in Sud America proprio all’indomani della morte del rivoluzionario argentino, propose all’amico sceneggiatore, non convincendolo però sulla bontà dell’operazione.
Il secondo progetto è un film per Costa-Gavras. Solinas fu impegnato in un lungo lavoro di documentazione per una sceneggiatura su Aldo Moro. La ricerca fu condotta con il giornalista Mimmo Scarano, già direttore della Rete 1.
Il terzo progetto è una vecchia idea per un film sul gioco d’azzardo, ispirato anche da vicende reali e talvolta autobiografiche, che doveva essere realizzato con Martin Scorsese, all’inizio degli anni „80. Il progetto, attraverserà vent’anni del lavoro di Solinas fino a giungere appunto a Scorsese, con il quale Solinas aveva già discusso di un soggetto sul Vietnam (lo sceneggiatore propose probabilmente il soggetto di Rien de Rien), sul quale però i due avevano visioni diametralmente opposte. Proprio alla vigilia della sua scomparsa, dopo una serie di contatti e colloqui preliminari, Solinas sarebbe dovuto partire alla volta degli USA per incontrare i produttori del regista americano. La testimonianza di Arlorio da conto del diverso approccio al tema tra regista e sceneggiatore: da una parte il gioco come dannazione (poi realizzato da Scorsese con Casinò, 1995), dall’altra la visione di Franco Solinas del gioco come allegoria un po. ironica della condizione del perdente, non lontana dall’immagine che del giocatore intendeva dare Dostoevskij, che gioca appunto per perdere. La scomparsa di Franco Solinas interruppe tuttavia lo sviluppo del soggetto.

Gianni Tetti