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Il piano fallisce. Parte Balbiano

Il quadro fallimentare del piano, vagheggiato nelle stanze modeste ma ospitali di Agostino Millelire, si completò con il disimpegno della fregata savoiarda ed il defilamento degli inglesi. Come il comandante Ross, che non mise a disposizione l’Alceste, l’ammiraglio Hood della Royal Navy (Samuel Hood Visconte di Hood, nell’immagine sotto) non distaccò neppure uno dei suoi vascelli impegnati a fondo nel corpo di spedizione inglese a sostegno dell’azione paolista antifrancese.

E’ da ritenere che Hood non rispose alla richieste di Balbiano, con cui aveva avuto buona corrispondenza da viceré sino a pochi giorni prima della “emozione”, oltre che per motivi operativi militari, soprattutto per gli stessi motivi di opportunità politica che avevano mosso le decisioni del comandante della fregata a non entrare nella rada maddalenina.

L’avventura maddalenina, di vago sapore vandeano, durò solo otto giorni. Di fatto la data dell’arrivo la si trova univocamente annotata in molti documenti, quella della partenza, non risulta in alcuno dei documenti presi in esame. Sappiamo, però, che il 27 maggio il “Congresso” (oggi diremmo gruppo di lavoro o commissione) che Vittorio Amedeo aveva costituito per proprio consiglio, annotò e commentò nel testo di un suo lungo parere al re la lettera che Balbiano indirizzò alla corte appena arrivato a Livorno, datata 22 maggio. E’ quindi congruo prevedere che lo scommiatato Balbiano abbia lasciato l’isola almeno due giorni prima, il 20 maggio.

In alcuni documenti dell’epoca si celebra la tempestività della reazione della Reale Udienza e l’efficacia della sua azione nel soffocare quel temutissimo tentativo la cui notizia mando in fibrillazione Stamenti e Supremo Magistrato. Quando il 22 maggio a Cagliari si seppe, per primo da parte dello Stamento Militare, dello sbarco e delle intenzioni di Balbiano, e la Reale Udienza fu “eccitata” ad intervenire con determinazione, e quando il Pro Reggente, con lettera del 23 maggio, intervenne presso gli assessori criminali di Sassari perché formassero immediatamente un partito contrario a quello del viceré e del governatore, tutto ormai si era – come sappiamo – consumato ed esaurita la spinta eversiva dei congiurati.

Ciononostante il giudice cagliaritano Lostia, inviato dalla Reale Udienza in Gallura, pur intervenendo dopo la partenza di Balbiano, mantenne il rigido isolamento della Maddalena. Una sorta di speciale cordone sanitario riguardo ad ogni comunicazione sia epistolare che di viveri e munizionamento, già avviato da Scarpinati. “Siccome il cav. Di Chevillard – argomentò il Pro Reggente rinnovando le disposizioni del blocco al suo delegato – non sembra tuttora disposto a voler riconoscere questo Supremo Magistrato rivestito della autorità viceregia”. Si concedeva il superamento del blocco soltanto per il traffico di gondole purché non trasportassero i materiali di genere proibito.

Articolo scritto da Salvatore Sanna e pubblicato dal Corisma nel primo Almanacco Maddalenino realizzato dalla casa editrice Paolo Sorba di La Maddalena