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La Spiaggia Rosa – La formazione della Spiaggia Rosa: le correnti e il trasporto

Nella formazione della spiaggia, il mare svolge l’importante funzione di trasporto degli scheletri delle colonie che si staccano dai rizomi della posidonia oceanica. Successivamente, le correnti di deriva litorale e le correnti di fondo (soprattutto quelle a bassa energia che si sviluppano in estate] separano, dai gusci di microrganismi, i granelli prodotti dallo sgretolamento delle rocce. Questi microrganismi, tra cui la Miniacina miniacea, essendo più leggeri, tendono a separarsi, posizionandosi nella parte superiore del sedimento, e vengono lentamente sospinti verso la riva. Il percorso, circa 200 m dal limite superiore della prateria di posidonia antistante, è in realtà piuttosto lungo se rapportato alla dimensione di un singolo frammento. Tuttavia, per un’eccezionale concomitanza di motivi, questi detriti non si disperdono nelle profondità del mare, ma arrivano sulla spiaggia in quantità sufficiente a conferire all’arenile, sulla battigia, una colorazione rosa. Col tempo, con l’esposizione agli agenti atmosferici ed all’irraggiamento solare, il colore di questi frammenti sbiadisce. Si osservano, infatti, tra la sabbia della spiaggia e sulle dune, in zone dell’arenile distanti dal mare, frammenti di miniacina di un rosa ormai molto tenue. Ad ogni modo, questo processo continuo consente al mare di depositare altri frammenti, per cui il ricambio fa si che la spiaggia conservi quella dominante rosata, le cui sfumature cambiano frequentemente in base alla concentrazione e distribuzione dei sedimenti rosa sull’arenile. Il processo che causa la colorazione della spiaggia deve essere ancora studiato nella sua totalità e complessità.

Sembra tuttavia che le condizioni favorevoli all’accumulo di sedimenti organici sulla superficie dell’arenile siano dovute proprio alla particolare conformazione di Cala del Roto, con l”esposizione a determinati venti e correnti, e con la funzione attenuante della prateria di posidonia sull’energia erosiva delle onde.

Parzialmente tratto da “La spiaggia rosa e l’isola di Budelli. Guida naturalistica e storica” di Marco Leoni, Fabio Presutti, Luca Bittau