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Le batterie del Novecento

Il terzo gruppo di batterie è stato costruito nei primi decenni del nostro secolo per sostituire o affiancare le opere ottocentesche ormai divenute vulnerabili, malgrado la loro innegabile potenza. Infatti, il progresso tecnico nel campo dell’aviazione militare, nata con obiettivi di semplice ricognizione e divenuta ben presto potente mezzo di bombardamento dall’alto (impiegata per tale scopo per la prima volta dall’italiano ten. Giulio Gavatti nel conflitto italo – turco del 1911-1912), rese indispensabili la creazione di un sistema difensivo con caratteristiche diverse da quelle in uso; il campo trincerato diventava estremamente vulnerabile ad un attacco aereo e si dimostrava quindi indispensabile ricorrere a impianti costruttivi delle fortificazioni basati sul più rigoroso mimetismo. Nacquero cosi, fra la prima e la seconda guerra mondiale, le batterie più periferiche, che allargavano ulteriormente il territorio-demanio soprattutto verso i quadranti occidentale e nord-occidentale, edificate normalmente in calcestruzzo e ricoperte poi da massi di granito disposti in modo da occultarle al massimo. Anche i baraccamenti furono addossati a formazioni rocciose o ricoperti con scaglie pazientemente accostate per ricostruire la tormentata morfologia del nostro rilievo.

Alcune delle fortificazioni di questo tipo sono localizzate:

  • a Spargi: Zanotto, Pietrajaccio, Cala Corsara;

  • a Caprera: Candeo, Messa del Cervo, Isola del Porco, Poggio Bacca, Punta Coda;

  • a La Maddalena: Spalmatore, Carlotto, Puntiglione;

  • a Santo Stefano: Punta dello Zucchero;

  • sulla costa sarda: Punta Falcone, Monte Talmone e Cappellini.

BATTERIA ZAVAGLI (Isola Spargi)

La Cala Corsara, a sud dell’isola, fu completamente impegnata da una postazione militare: sul fianco sinistro della banchina si trova la postazione delle mitragliere; a circa 50 m dal mare la caserma dei marinai, con tutte le pertinenze (cisterne, una delle quali sorgiva, cucina, forno, latrine ecc.); a sinistra della spiaggia, su uno sperone roccioso dal quale e ben visibile la Cala d’Alga a ponente, la fotoelettrica e due piccoli fabbricati per gli addetti e, a mare, una piccola banchina d’approdo.

Da Cala Corsara, alle spalle della spiaggia, una mulattiera porta in alto verso la stazione tele goniometrica e il posto di vedetta di Punta Preposti: la salita e ora disagevole a causa della macchia che ha prepotentemente ripreso possesso di tutti gli spazi della carreggiata, ma il panorama dalla vedetta e eccezionale: a sud la costa sarda da punta Falcone a capo Ferro; a est Santo Stefano, La Maddalena; a nord i Barrettini, Santa Maria, Razzoli e Budelli; a nord ovest Lavezzi, Cavallo e la Corsica. Ancora una volta, come spesso succede nell’arcipelago, non si ha la sensazione di smarrimento che può dare il mare aperto perché dappertutto, oltre i canali, si vede terra.

BATTERIA RUBIN CERVIN (Isola Spargi)

La zona nord ovest di Spargi, Zanotto, ospitava una batteria antinave, armata dalla MILMART nella seconda guerra mondiale. Vi si arriva sbarcando sulla piccola banchina riparata dalla punta estrema dell’isola. Un sentiero difficile e impervio, di poche decine di metri, porta al pianoro che offre lo spettacolo degli edifici mimetizzati: le caserme, i depositi munizioni, le postazioni delle armi, la cisterna, le riservette, le gallerie sotto roccia. Una serie di sentieri, ricavati a tratti nella roccia viva, lega i vari elementi della fortificazione. Sulla parete di granito a nord ovest spicca il motto: “Est fortium spectare fata silentes”. Con una cura tutta particolare rispetto alle altre batterie, ogni struttura è identificata da una targa di marmo con la scritta in lettere di bronzo. Una carreggiata ben costruita conduce in direzione sud fino allo “stazzo di Berretta”, la casa del vecchio proprietario dl tutta l’isola e, di qui, in direzione est, verso l’approdo, sempre militare, di Cala Canniccia.

PETRAJACCIO (Isola Spargi)

Batteria antiaerea (M199), armata dalla MILMART nella seconda guerra mondiale. Si sbarca a Cala Canniccia, a levante di Spargi, presso la “casa Ferrigno”; dal molo parte una strada, militare, che porta verso la piccola Cala Bonifazinca e, continuando, sale alla batteria di Petrajaccio; due edifici adibiti a caserma per la truppa annunciano il complesso, molto bello, costituito da strutture mimetizzate che dominano, a nord, il mare di Cala Grano, e, più lontano, le Bocche di Bonifacio. Sei piazzole per le mitragliere formano un vasto semicerchio intorno alla centrale stazione di direzione di tiro, collegate tutte da sentieri spesso scavati nella roccia viva. Protetti da un enorme masso di granite l’alloggio degli ufficiali e dei sottufficiali e il corpo di guardia.

CANDEO (Isola Caprera) 

Batteria antinave armata dalla Marina nella seconda guerra mondiale.

Dalla base di Arbuticci una carreggiata, recentemente ripristinata, porta verso nord est. Prima della fine della salita, a circa 200 m dal bivio, un sentiero a sinistra conduce alla batteria antiaerea (M701) di Messa del Cervo, caratterizzata dal colore rossastro del granito chiamato, localmente, ”scarracciano”. La strada prosegue fino ad un lungo edificio addossato alla parte rocciosa che lo nasconde alla vista del mare, noto come la “casa di Casula”, dal nome del custode che la abitava fino a qualche decina di anni fa. Di qui, attraverso numerosi tornanti ben protetti da spallette, si scende a Candeo: presso la piccola banchina, la casermetta dalla quale, attraverso un sentiero che consigliamo di percorrere in primavera perché ricco di tanta fioritura, si arriva alle postazioni: due “collinette” costruite in calcestruzzo e ricoperte di massi di granito naturale si mimetizzano perfettamente nell’ambiente circostante; alla base una galleria a chiocciola, con piccole feritoie che si affacciano sul mare, conduce fino alla piattaforma che ospitava le mitragliere. Vedi anche Batteria di Candeo

POGGIO BACCA’ (Isola Caprera)

Da Stagnali, uscendo dalla zona dei casermaggi per la strada che porta a Punta Coda, oggi sede del Centro Velico Caprera, sulla destra c’é un grande spiazzo bordato, a sud, da una piccola pineta. Qui corre un sentiero che conduce, verso sinistra, alla batteria antiaerea di Poggio Baccà, dalla quale si domina Porto Palma a sud, Stagnali a nord, e il canale che separa S. Stefano Caprera verso ponente.

ISOLA DEL PORCO

Ospitava durante la seconda guerra mondiale, la batteria antiaerea (M467) “Del Grosso”, nonché il casotto di osservazione per le ostruzioni subacquee. Si approda facilmente alla banchina, disposta di fronte a Punta Rossa, dalla quale una stradina attraversa l’isola costeggiando gli edifici militari.

SPALMATORE (Isola Maddalena)

Batteria antiaerea (M291) armata dalla MILMART, occupa la punta a nord est dell’omonima cala.

La strada di accesso si trova a qualche centinaio di metri prima della spiaggia, a destra per chi viene da La Maddalena. Bisogna percorrerla interamente, passando attraverso una piccola cava di granito abbandonata e quindi un gruppo di case, prima di arrivare alla batteria: molto belle le scalinate, le gallerie e le postazioni scavate nella roccia viva.

CARLOTTO (Isola Maddalena)

Batteria contraerea (Ml97), armata dalla Marina.

Dalla strada panoramica per Cava Francese, superata la batteria di Nido d’Aquila, a sinistra di uno slargo con possibilità di parcheggio, una stradina conduce al piccolo santuario della Madonnetta e alla batteria di Carlotto. Il complesso è costituito da una banchina molto ben protetta da tutti i venti, da una caserma costruita in modo tradizionale e, dietro questa, sulle rocce a mare, dalle postazioni antiaeree mimetizzate.

PUNTIGLIONE (Isola Maddalena)

Stazione di vedetta a quota 143,

Vi si accede dalla strada panoramica dei Colmi, grazie ad un comodo sentiero a sinistra, per chi scende da Guardia Vecchia, prima del gruppo di case noto come “case Chinelli”.

A CAPRERA

Sulla punta più elevata dell’arcipelago, Tejalone, a 212 metri, era situata la stazione di vedetta e il comando di tutte le batterie del gruppo est. L’edificio che occupava la sommità oggi ospita un sistema di rilevamento antincendio.

Vi si arriva grazie a una carreggiata che parte dalla strada per Arbuticci, a circa 100 metri oltre la casa diroccata con la copertura in ardesia che fronteggia la vecchia pompa e la cisterna militari.

PUNTA DELLO ZUCCHERO (Isola Santo Stefano)

E forse l’ultima fortificazione costruita durante la seconda guerra mondiale.

Fu armata solo alcuni giorni prima dell’armistizio dell’8 settembre. Sbarcando alla banchina di Villamarina la strada militare sulla destra conduce alla vecchia cava (dove può essere ammirato il monumentale busto di granito dedicato a Costanzo Ciano) e alla Punta dello Zucchero con le sue originali postazioni antiaeree e le sue vedute panoramiche.

Pierluigi Cianchetti