Amici di La MaddalenaRubriche

Lisa Deisenseer Clerico

Lisa Deisenseer nacque a Firenze nel 1877 in una famiglia valdese. Negli anni Novanta collaborò al giornalino per bambini «L’Amico dei fanciulli» con traduzioni, poesie e racconti, spesso caratterizzati da un tono luttuoso e patetico, che influenzò profondamente i toni del giornalino. A diciott’anni sposò Virginio Clerico, ex prete ed evangelista della Chiesa Valdese, di ventidue anni più grande di lei, e lo seguì in alcune comunità di recente fondazione: Poggio Mirteto, Forano Sabino, Napoli, Benevento, Campobasso, Orsara di Puglia, fino ad arrivare nel 1903 presso l’isola de La Maddalena, dove rimase fino alla morte, avvenuta nel 1935. 

Coloro che la conobbero da giovane ricordavano che Lisa Deisenseer era bionda, con gli occhi azzurri e la pelle candida. Ma Lisa Deisenseer era anche fine, intelligente, colta, conosceva le lingue e la musica. Ed era evangelica di rito valdese, moglie del pastore Virginio Clerico . Abitò a La Maddalena. E qui fu sepolta. Nacque a Firenze il 9 novembre 1877, da genitori valdesi. Lisa visse i primi anni della propria vita a Firenze, città culturalmente vivace, dove in quegli anni di espansione evangelica nella penisola, oltre a circoli ed associazioni culturali, era stata aperta la facoltà di Teologia Valdese, l’unica in Italia. Si sposò a diciott’anni, a Firenze con Virginio Clerico, ex frate ed ex sacerdote cattolico, convertitosi al protestantesimo, di 22 anni più grande di lei, ma dotato di fascino e di eloquio travolgente. Clerico con i suoi quarant’anni suonati, una lunga e non facile castità alle spalle, si innamorò perdutamente della bella e dolce Lisa. Dopo due anni vissuti a Roma, dal 1877, fu un peregrinare per diverse città e paesi con un continuo metter su e disfar casa, fedelmente obbedendo alle richieste del Comitato di Evangelizzazione: Poggio Mireto, Forano Sabina, Napoli, Benevento, Campobasso, Orsara di Puglia. Quando giunsero a La Maddalena, nel dicembre del 1903, Lisa era sposata da sette anni e forse aveva già qualche dubbio che l’unione con Virginio potesse essere coronata dalla nascita del sospirato figliuolo. Cosa che le procurò un vuoto che probabilmente non poté mai colmare e che dovette incidere sulle prove che la vita le riservò. Non sappiamo se l’impressione che Lisa Ebbe dell’Isola fu positiva; certo è difficilmente, almeno inizialmente, poté pensare di dovervi poi trascorrere il resto della propria vita. Se, da una parte, la moglie del pastore protestante – la bella Lisa – fece buona impressione nel paese (all’epoca politicamente e culturalmente di tendenza liberale e massone, assai ben disposto, in funzione anticlericale, verso la presenza evangelica), dall’altra, sul versante cattolico, la “fiorentina protestante”, per giunta moglie di uno “spretato”, fu oggetto di critiche e ostilità. Le varie manifestazioni, anche culturali, che con frequenza venivano organizzate, sia dai militari che dai civili, nella umbertina e vivace cittadina maddalenina, la videro presente al fianco del marito. Lisa Deisenseer fu la buona e fedele compagna di Virginio Clerico e lo coadiuvò con preparazione e capacità nella sua “opera missionaria”, conducendo insieme, verso l’apice, la presenza protestante-valdese nell’Arcipelago, presenza iniziata nel 1855 col Pastore Giuseppe Quattrini. Nel “Registro degli Atti Liturgici della Stazione Evangelica Valdese di La Maddalena” si legge che Lisa fu più volte madrina di battesimo e testimone di nozze (di rito valdese), ed ebbe stretti rapporti di amicizia con le più illustri famiglie dell’epoca. Sia perché convinti che l’istruzione fosse uno dei principali strumenti di evangelizzazione sia per sostenere le casse familiari, non sufficientemente “approvvigionate” dal sussidio pagato a Virginio dal comitato di evangelizzazione sia per sostenere le casse familiari, non sufficientemente approvvigionate dal sussidio pagato a Virginio dal Comitato di Evangelizzazione e da una piccola rendita ricevuta dall’Australia, Lisa, insieme alla madre, organizzò a casa propria corsi di italiano, francese inglese e tedesco. L’improvvisa morte del marito, avvenuta nel 1914, colse Lisa quando aveva appena 37 anni, e la provò duramente. Fu lei, pochi mesi dopo, a redigere la Relazione al Sinodo della Chiesa Valdese in sostituzione del marito. Dopo aver ricordato il proprio dolore dovuto al “doloroso evento che pur fu – per mezzo degli imponentissimi funerali – occasione di larga testimonianza”, scrisse come vi fosse a La Maddalena, “in questa chiesa, un gruppo fedele e zelante che da buone speranze per l’avvenire dell’opera; questo gruppo continua ad adunarsi privatamente in casa mia, dopo la dipartita del mio consorte, aspettando il nuovo Ministro che il Comitato ci destinerà”. Nella relazione Lisa parlò ancora della Sala di Culto, presa in affitto, ma “troppo modesta”, in una cittadina “elegante e piena di ufficiali, di alti impiegati, ecc. come è La Maddalena. Questa stazione – affermava lisa nella relazione – ha molta importanza, non tanto per il numero dei fratelli che attualmente la compongono, quanto per il continuo passaggio di militari, marinai, impiegati, che possono intervenire ai culti, conoscere il vangelo, e portarlo nei loro paesi”. Lisa così proseguiva: “Ho continuato anche quest’anno la mia scuola di lingue e di altre materie scolastiche. Benché fortemente osteggiata dai clericali e dalle suore, questa scuola privata conta, tra i suoi alunni, giovinetti e signorine delle migliori famiglie del paese…. E’ un gran progresso aver vinto il pregiudizio e vedere delle distinte famiglie cattoliche che mi affidano l’istruzione – ed un poco anche l’educazione – dei loro fanciulli. L’importanza di queste mie classi private è stata riconosciuta subito dai clericali che, con ogni mezzo, hanno tentato di sottrarmi gli alunni” Lisa concludeva la relazione “raccomandando quest’opera alla simpatia vostre ed alle vostre preghiere. Non dimenticate neppure, nelle preghiere vostre al Padre di Amore, colei che ha tracciato questo rapporto e che il Signore ha chiamato ad una prova tanto dolorosa”. Qualche tempo dopo la morte del marito Lisa Deisenseer dovette trasferirsi in un altro appartamento sempre nei presi di via Garibaldi, poi in via De Amicis, allora in aperta campagna. Forse meditava di andar via da La Maddalena quando, improvvisamente, la madre, nell’inverno del 1916, due anni dopo la morte di Clerico, fu colpita da paralisi alle gambe. Lisa la assistette per 13 anni, fino alla morte avvenuta nel 1929, Nel luglio del 1923 era intanto morta a Caprera Francesca Armosino, vedova di Giuseppe Garibaldi. Lisa scrisse una lunga, toccante lettera su un giornale dell’epoca (forse la Nuova Sardegna) che in parte riportiamo: “….Non dirò molto di lei, perché i giornali politici già ne avranno parlato. Voglio solo ricordare qui l’ardente e tenace amore che questa nobile e generosa donna – venuta dal popolo, ma nobile di nobiltà di cuore – ebbe per ogni libertà… ed in modo speciale loa gentilezza e l’affetto sempre dimostrato alla nostra piccola Chiesa di La Maddalena. Quando – negli anni anteriori alla guerra e con una scuola Domenicale più fiorente di adesso – si usava fare l’albero di Natale – il regalo di Donna Francesca ed i begli aranci del suo frutteto, non mancavano mai… Ed io personalmente, come non potrei ricordare l’amicizia di Donna Francesca per me e per il mio caro consorte? Come non ricordare l’accoglienza e il conforto che essa gli dava, lassù, nel modestissimo salottino della sua casa? Come non ricordare, sopra ogni altra cosa, l’ardente ghirlanda di fiori rosi, i fiori di Garibaldi, che essa medesima venne a deporre sulla bara del mio diletto marito? Tali cose non si dimenticano più! ed io le ho ricordate, o Donna Francesca, la sera triste che sono salita verso l’umile tua casa, per rivederti una volta ancora, addormentata per sempre quaggiù! No, tu non eri dei nostri. Tu non appartenevi a nessuna Chiesa ufficiale. Ma tu credevi in Dio e nell’immortalità, come vi credeva l’Eroe che tu amasti e che ti amò. E tu, figlia della libertà, quella libertà la difendesti sempre strenuamente. E l’amasti e la difendesti anche per noi, piccolo gruppo Evangelico Valdese di La Maddalena, che ora piange sulla tua dipartita. Perciò ieri, quando alle note dell’inno Garibaldino – tu sei scesa a dormire presso il grande che ti volle vicina anche nella morte, per noi, tu non sei scesa! Sei salita verso la Gloria promessa ai forti ed ai buoni!”. Dopo la morte del marito, Lisa per alcuni anni fu punto di riferimento, quasi la personificazione della comunità valdese maddalenina. Sia prima dell’arrivo del maestro Robutti (successore di Clerico) che dopo la sua partenza, spesso, in mancanza di pastore presiedeva ai culti. E forse non si esagera nel dire che il progressivo, spietato sfiorire della sua bellezza e della sua lucidità intellettuale, coincise in parte coll’inesorabile declino della piccola comunità evangelica maddalenina. Le difficoltà economiche, il progressivo isolamento, la solitudine, la lunga e penosa malattia della madre, dovettero assai duramente provare Lisa, spingendola progressivamente verso la depressione ed il baratro. Cominciò a bere. Lisa morì nella più cupa miseria “poiché tutta la rendita che riceveva dall’Australia prima di riceverla l’aveva già impegnata”. Lisa Deisenseer vedova Clerico morì, ad appena 58 anni, il 21 dicembre 1935, alle cinque del mattino, nella casa di via De Amicis. Il certificato medico attesta, impietosamente, la causa della morte: “Alcolismo, intossicazione da alcol”. Officiò il rito funebre Enrico Corsani, studente in teologia Valdese, giunto in quei giorni da Roma per assistere la comunità evangelica maddalenina durante il periodo natalizio. Lisa fu seppellita nella tomba di graniglia che alcuni anni addietro lei stessa aveva fatto costruire per accogliere le spoglie del marito e della madre. Sebbene a La Maddalena non abbia lasciato alcun parente e la comunità valdese sia ormai da anni estinta, sulla tomba, con le foto ormai da tempo andate perdute, qualcuno posa ancora, di tanto in tanto, una rosa rossa.

C. Ronchi

Vedi anche: Chiese contro