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Manlio Garibaldi

Manlio Garibaldi in posa per il noto fotografo e collezionista francese Henri Le Lieure.

Ultimogenito di Giuseppe Garibaldi e Francesca Armosino, Manlio Garibaldi nacque a Caprera il 23 aprile 1873.

La sua passione per il mare lo portò presto ad entrare nell’Accademia Navale di Livorno (difatti fu uno dei primi cadetti della neonata Accademia) e per questo motivo, nel 1888, l’ultima moglie di Garibaldi e sua figlia Clelia presero casa all’Ardenza come il Generale stesso aveva raccomandato loro. (Villa Donokoe, una grande costruzione su due piani edificata nell’800 situata in via del Parco ad Ardenza a Livorno . Ai giorni d’oggi prende il nome di Villa Francesca, ricordando la proprietaria Francesca Armosino, che vi soggiornò per stare più vicina al figlio Manlio Garibaldi, iscritto all’Accademia Navale . Ereditata dal figlio Manlio , la villa , alla sua morte passò a Menotti Garibaldi e dal 1924 fino al dopoguerra Clelia Garibaldi rimase unica proprietaria) Garibaldi scrisse un romanzo “Manlio” dove scrive le gesta che sarebbero dovute essere del suo ultimo figlio.

Nel romanzo si racconta il sogno di un Dittatore, il “più onesto degli italiani”, che non assorda di “ciarle il popolo”, ma mette ordine “nell’italico pandemonio” dei burocrati, cacciando preti e sbirri, abolendo pensioni e legioni d’onore.

Alla morte del padre, Manlio e la sorella Clelia ereditarono la casa e il terreno di Caprera situato a nord del “muro di Clara Emma Collins”, l’altra proprietaria di una parte dell’isola.

Da queste disposizioni testamentarie derivarono tutta una serie di lunghe noie legali, note anche come “beghe di Caprera”, che si risolsero con una sentenza del 25 gennaio 1909, che dava ragione a Francesca Armosino ed a sua figlia Clelia, condannando Ricciotti Garibaldi, alle spese legali, per aver utilizzato cose di cui non era proprietario. Manlio era già morto il 12 gennaio 1900, a Bordighera a causa di una tubercolosi ed a soli 27 anni d’età e, come testimonia lo scrittore Edmondo de Amicis, fu stimato dalla cittadinanza durante il suo breve soggiorno.

La vita di Manlio possiede molti punti comuni con Napoleone II di Francia, entrambi figli di generali valenti ed uomini illustri, entrambi morti in giovane età di tubercolosi, entrambi eredi di idee, principi morali e politici assai pesanti da sopportare.

Salvatore Rubino (1845/47-1910), Ritratto di Manlio Garibaldi 1882, Olio su tela.
Il dipinto rappresenta Manlio all’età di nove anni in abiti da marinaretto.