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Marangone dal ciuffo

(nome scientifico Phalacrocorax aristotelis desmarestii, nome locale Magroni o Ziniculà)

Si ciba quasi esclusivamente di pesce che cattura sia sulla superficie che immergendosi a bassa e media profondità; si tratta di prede di poco pregio ed il Marangone dal ciuffo non può perciò assolutamente essere considerato un concorrente alimentare dell’uomo. Nella dieta possono comparire anche vegetali sempre marini.

Le differenze più evidenti tra il marangone ed il cormorano, stanno sia nelle dimensioni, che sono più ridotte nel primo, sia nella colorazione, che nel marangone e di un bel nero con riflessi verdi e priva delle macchie bianche presenti sulle guance e nel collo del cormorano. Ha un vistoso becco giallo ricurvo all’apice. Le ali sono grandi e rotondeggianti, la coda è cuneiforme. Il nome di questa specie è dato dalla presenza di un ciuffo sul capo dell’animale, molto evidente nel periodo riproduttivo che va da dicembre a marzo-aprile.

La deposizione delle uova, solitamente 2-3, avviene nelle zone costiere; in Sardegna si contano circa 1.000 coppie nidificanti. I giovani si distinguono per la colorazione biancastra delle parti inferiori. È un abile pescatore, in grado di affrontare lunghe apnee subacquee, nuotando a velocità incredibile.

Specie sedentaria nidificante.

Il Parco ospita circa 500 coppie di Marangone dal ciuffo, il 10% della popolazione mondiale. Per questo motivo, e per la facilità con cui è possibile incontrarlo nei tratti di costa, il Parco Nazionale ha eletto il marangone come suo animale simbolo.

L’area del Parco Nazionale dell’Arcipelago di La Maddalena ospita la più grossa popolazione italiana di marangoni dal ciuffo ed ha pertanto una notevole importanza conservazionistica nazionale ed internazionale. Il marangone del ciuffo è conosciuto a La Maddalena col nome di magrò, dal quale si distingue appunto per il ‘ciuffo’ sul capo.

Recentemente, informa il Parco, ha avuto inizio il censimento completo dei marangoni dal ciuffo che nidificano nell’Arcipelago: si tratta di una specie apparentemente simile al cormorano ma strategicamente dipendente dalle acque marine e dalle coste rocciose.

L’ultimo censimento dei marangoni maddalenini risale al 2012, ricorda il Parco, “e siamo pertanto ansiosi di conoscere, dopo questo lungo tempo, lo stato di conservazione della specie”.

Il Parco ha pertanto riavviato tutta una serie di monitoraggi sugli habitat e sulle specie d’interesse conservazionistico, del suo territorio, per avere un quadro aggiornato dell’informazione ambientale; da questa dipende una efficace politica di gestione.

Il progetto denominato “Big Five” viene attuato all’interno di un accordo quadro con altri parchi nazionali in cui il capofila è il Parco Nazionale Arcipelago Toscano.

La raccomandazione del Parco è quella “di non disturbare la nidificazione e di non introdurre potenziali predatori o specie in grado di creare danno ai nidi, in particolare cani e gatti, sulle isole minori dell’Arcipelago”.