Co.Ri.S.MaLa Maddalena AnticaMillelire, una famiglia e le sue mille storie

I Millelire colonizzatori delle Isole Intermedie nella prima metà del sec. XVIII

I registri parrocchiali di S. Maria Maggiore di Bonifacio dal 1683 al 1767 annotano un centinaio di battezzati indicati esplicitamente come nati alla Maddalena o a Caprera (1). Dai loro nomi, da quelli dei loro genitori e dalle località di provenienza delle famiglie si hanno gli elementi essenziali per conoscere la presenza umana nelle isole Intermedie in quel periodo, e per ricostruire il processo di colonizzazione dell’arcipelago maddalenino nell’era moderna, da parte di pastori della Corsica sottana alle dipendenze dei mercanti bonifacini.

La prima volta che il patronimico “Millelireʺ compare in tali atti di battesimo è a proposito della registrazione di Maria Antonietta, figlia di Leone Millelire, fu Agostino, e di Faustina, nata “ in insula vocata Magdalenaʺ il 15 febbraio 1723, e portata al fonte battesimale della parrocchia bonifacina il 4 agosto dello stesso anno. Lʹatto ci dice, inoltre, che Leone era originario di Sorbollà, il villaggio dell’Alta Rocca da cui provenivano altri nuclei familiari presenti sia alla Maddalena che a Caprera, anchʹessi rilevati dagli stessi registri bonifacini. Padrino e madrina furono i nobili Antonio e Anna Maria Serafino, bonifacini di origine genovese, la cui famiglia di mercanti teneva del bestiame sia alla Maddalena che a Caprera a mezzadria con i pastori che lo governavano.

A Maria Antonietta seguirono Pietro e Maria. Il primo nacque “ in insula dieta della Magdalena” il 4 novembre 1728 e, al solito, fu battezzato il successivo 15 agosto. Lʹatto di battesimo di Maria è dell’l agosto 1734, e attesta che era nata il 30 marzo precedente da Leone e Faustina, senza però indicare esplicitamente che fosse nata nell’isola, anche se la data del battesimo lo lascia presumere. Ma la sua registrazione è particolarmente utile perché attesta che i genitori erano “pastores in insulis. Seguendo a ritroso gli atti di battesimo bonifacini e combinando il nome di Agostino, padre di Leone, con Sorbollà, la località di provenienza dei Millelire, si arriva alla generazione precedente in cui si ritrova Maria Sisinia, nata “in insulisʺ nel 1704. Probabile sorella di Leone, entrambi figli di Agostino, a sua volta figlio del fu Guglielmo.

Anche non considerando quest’ultima data e prendendo atto della indicazione certa del 1723, quella dei Millelire alla Maddalena, pur non essendo una presenza della primissima ora, è stata tra le prime famiglie ad essere indicata con il patronimico. Tra le famiglie dell’isola era stata preceduta di un anno dalla famiglia Costantini, che risulta essere l’unica proveniente da Bonifacio tra i più di 100 battezzati nati nelle isole, tutti provenienti da villaggi dell’Alta Rocca e residenti nella piaghja del demanio di Bonifacio.

Tutti i dati documentali sin qui rilevati fanno giustizia delle più fantasiose ricostruzioni genealogiche di questa famiglia, prodotte da un malinteso impegno celebrativo che ha inquinato la verità storica con affermazioni non documentate e non documentabili, a partire proprio dal cognome. A fronte, infatti, di tanti cognomi “geografici” assegnati ai pastori isolani che ne erano privi (Zonza, Zicavo, Serra e Ornano), quello di Millelire appare originario e non derivato dalla località di provenienza, che come documentato era Sorbollà e non Millelì.

Questʹultimo toponimo, per di più, lo si trova ‐ con le varianti di trascrizione solite in quei tempi ‐ nel territorio di Ajaccio. Tale località era famosa per essere stata una proprietà dei Buonaparte, dove Napoleone da ragazzo e giovinetto usava andare per riposare sotto una quercia e meditare in una grotta presenti in quella tenuta giardino. Nel 1793 era stata, inoltre, la prima tappa rifugio di quella famiglia nella fuga da Ajaccio per il successivo espatrio in Francia, dopo la rottura con Pasquale Paoli.

Tanto meno appare credibile che il patronimico originario sia mai stato quel lo di “Leoni delle isole”, non rinvenuto in alcun documento, che appare trattarsi di una voluta enfatizzazione per esaltare la eroicità leonina della famiglia, frutto, invece, di una maliziosa manipolazione del genitivo Leonis utilizzato dai preti bonifacini per indicare i figli di Leone nei loro atti in latino. Da nessun documento noto si conosce di più di Leone, ma da tutti quelli anagrafici conosciuti, e relativi ai suoi discendenti, si rileva una situazione singolare. Appare infatti particolarmente strano che il nome di Leone non appaia più nelle generazioni dei Millelire successive ai figli di Pietro, dove invece ricorrono con metodo i nomi dei nonni paterni nei primogeniti, secondo unʹusanza seguita sino a poco tempo fa da tutte le famiglie. Ciò porta a supporre che Leone piuttosto che un nome fosse un soprannome. A rafforzare la congettura del soprannome, si consideri che in alcuni atti parrocchiali e militari, seppur pochi, si ritrova l’indicazione di Leone, abbinato a Millelire come doppio cognome, per tutti i figli di Pietro sempre individuati anche con i loro nomi di Agostino, Domenico e Antonio, ma tale scrittura scomparve nelle generazioni successive.
La provenienza dei Millelire dal villaggio della Alta Rocca e la condizione di pastori ci dicono che i predecessori di Agostino e Leone, piuttosto che nobili proprietari nella loro terra d’origine (2), erano pastori che transumavano tra muntagnapiaghja nella Corsica sottana. Gii studi sui movimenti migratori in quell’area hanno registrato che, nel corso del XVII0 secolo, anche i Millelire scesero alla piaghja per divenire pressoché stanziali nel villaggio di Sotta, nel demanio di Bonifacio. (3) Le vicende che videro un consistente ridimensionamento del territorio che la repubblica genovese aveva messo a disposizione della colonia bonifacina per la sua sopravvivenza alimentare, unite ai disordini sociali e politici che a fine secolo impegnarono quello stesso territorio residuo, convinsero i mercanti bonifacini a cercare nuovi terreni di pascolo e di semina anche nelle isole delle Bocche, spingendosi sino alle più lontane e prossime alla Sardegna che erano disabitate.

Oltre i fratelli Doria, Angelo e Domenico, furono gli Androvandi, i Trani, i Castagnola e i Serafino ad inviare nelle isole i loro pastori e le loro bestie. L’indicazione dei Serafino quali padrini di Maria Antonietta Millelire, fa ritenere che Leone era un soccidario (4) proprio di questa famiglia bonifacina di mercanti. Della umanità che dalla muntagna aveva cercato condizioni di vita migliori nella piaghja, coloro che accettarono di lasciare l’isola madre per gli scogli delle Bocche, piuttosto che rientrare nei loro villaggi montani, dovevano essere quelli maggiormente pressati dalla necessità, che inizialmente da soli e poi con le famiglie ebbero l’avventura di colonizzare l’arcipelago, e avviare, seppur inconsapevolmente, i propri figli e nipoti ad una storia tanto straordinaria quanto singolare.

Proprio con Pietro figlio di Leone fu Agostino, i dati sui Millelire si fanno più consistenti, come pure per le altre famiglie stabilitesi alla Maddalena e a Caprera. Gli stessi dati di documentazione, oggettivi e indubitabili, raccontano di una famiglia più articolata di quanto sinora si diceva, certificando due matrimoni per Pietro. Il primo, sinora mai preso in considerazione, con Caterina di Michele da Zicavo avvenuto nell’agosto del 1749, da cui nacquero Giovanni Battista nel 1751, primogenito assoluto, che sposò una Gambarella e morì all’età di 85 anni, e Antonio nel 1754, quest’ultimo ancora tenuto a battesimo dai Serafino, a conferma del rapporto clientelare dei nostri Millelire con la nobile famiglia bonifacina. Il secondo matrimonio Pietro lo contrasse, nel 1756, con Maria di Giuseppe proveniente da Ornano, da cui nacquero i più noti e celebri Gio Agostino (luglio 1758), primogenito di secondo letto, e Domenico, la cui data di nascita, 1761, la si desume dagli anni di vita certificati nel suo atto di morte per lo smarrimento, come già notato, dei registri parrocchiali bonifacini di quegli anni ’60.
A questo punto sorge il caso del riconoscimento di un figlio, chiamato Carlo Antonio di cui si legge nelle biografie e genealogie della famiglia Millelire. Di fatto nessuna certificazione parrocchiale attesta quel nome composto, e se per il battesimo si può pensare che la certificazione potesse essere stata nei registri mancanti della parrocchia bonifacina, è invece accertato che nessun altro documento parrocchiale maddalenino riporta il nome Carlo. Poiché è certo, essendo documentato inequivocabilmente, il nome di Antonio Millelire quale figlio della coppia Pietro e Caterina Zicavo (prime nozze), nato alla Maddalena il 16 gennaio 1754 e battezzato a Bonifacio l’agosto successivo, sarebbero da accreditare a lui tutti gli atti e i documenti che riportano il nome di Antonio. Cioè a dire: la cresima, gli atti di battesimo e di nozze dei molti figli a lui attribuiti, gli atti e i documenti della regia marina in cui si ritrova sempre l’indicazione del solo nome di Antonio, mai abbinato a quello di Carlo.

L’attestazione delle sue nozze con Santa Varriano, avvenute nel 1789, indica quale sposo Antonio figlio di Pietro, e mentre per la sposa vengono indicati entrambi i genitori, per lo sposo manca proprio il nome della madre che avrebbe risolto lʹenigma.

La soluzione del problema viene da una lapide tombale che si trova nella chiesa genovese di S. Francesco da Paola, ʺil santuario dei marinai” (5), posta, come vi si legge, dalla moglie e dai figli, in cui si segnala la sepoltura di Antonio Millelire, morto il 4 aprile 1839 all’età di 73 anni. Si tratta, quindi, di un secondo figlio di nome Antonio, nato nel 1765‐1766 e dal secondo matrimonio di Pietro con Maria Ornano, cui era stato dato evidentemente lo stesso nome a seguito della sopraggiunta morte del precedente, del quale non si conosce peraltro l’atto di decesso (6). Un ulteriore sostegno alla spiegazione qui avanzata viene dai moltissimi documenti dʹarchivio relativi alla sua carriera militare, che oltre a riferirsi al solo nome di Antonio vanno in parallelo con la carriera di Domenico: situazione poco compatibile con il primo Antonio, più grande di oltre dieci anni. Per quel che riguarda l’abbinamento con il nome Carlo si rimanda alla sua biografìa per averne dei particolari, sempre coi documenti.

Pietro e Maria, da nuovi sudditi del re di Sardegna, ebbero in successione anche Maria Angela nel 1769, Maria Giovanna nel 1772 e Francesco nel 1776. A questo punto le isole e la sua comunità originaria integrata con i molti sopraggiunti, militari e civili, erano un’altra cosa rispetto al mondo pastorale ad economia povera, di mera sussistenza e bloccata, della colonia pastorale bonifacina. Ora la colonia militare dava opportunità nuove ai più intraprendenti, e Pietro e i suoi figli contribuirono a fare la storia della loro nuova comunità, sempre più numerosa di componenti e sempre più ricca di occasioni e di relazioni.

Salvatore Sanna – Co.Ri.S.Ma

1 Più precisamente dalla raccolta dei registri della chiesa di S. Maria Maggiore manca il registro dei battesimi degli anni ‘60. Dal dicembre del 1767 iniziarono le registrazioni nei libri parrocchiali di S. Maria Maddalena degli abitanti delle isole Intermedie.

2 Alcuni autori hanno scritto che quella di Millelire apparteneva, addirittura, ad un ceppo nobiliare bolognese di altissimo rango e qualcuno ha riportato anche un improbabile stemma araldico.

3 Una corrispondente del Co.Ri.S.Ma., ricercatrice corsa di S. Lucia di Tallano, ci indica che i Millelire (Middiliri in pumontinco) erano originari di Bruscaglia, un tempo appartenente al territorio di Sorbollano e oggi a quello di Sotta, e più precisamente dei pasciali (stazzi) di Vacca e Buriuli.

4 La soccida era un rapporto tra proprietario delle bestie e pastore che le governava, per cui i proprietari mantenevano la proprietà delle loro bestie e acquisivano quella della metà dei nuovi nati, lasciando lʹaltra metà ai pastori.

5 Nello stesso santuario genovese si trova sepolto anche un altro grande maddalenino: il maggiore generale Giuseppe Zicavo. Nato alla Maddalena nel 1778, morì a Genova nel 1844, dove esercitava la funzione di comandante del porto. Le informazioni e i documenti genovesi sono stati forniti da Bruno Ferracciolo, un maddalenino a Genova, che si ringrazia vivamente.

6 Allo stato della ricerca, nei registri bonifacini sono stati rinvenuti solo due atti di morte che si riferiscono ad abitanti nelle isole pre‐1767. I registri bonifacini prima dì quella data non registravano, quindi, i morti nelle isole Intermedie, per cui non è stata trovata traccia neppure del decesso di Antonio Millelire‐Zicavo, che comunque dovrebbe essere deceduto prima del 1767, giacché la sua morte non viene attestata neppure nei precisi registri maddalenini.