Co.Ri.S.MaIl mondo della pescaLa Maddalena Antica

Pescatori provenienti da Napoli

Avolio Giosuè (Capurà), nato nel 1864, sposò a La Maddalena Santa Acciaro, appartenente ad una vecchia famiglia di pescatori procidani stabilitasi qui nei primi dell’Ottocento.

Battaglino Luigi

Batte Pasquale, frequentatore abituale dei nostri mari per la stagione di pesca; un figlio si fermerà qui stabilmente.

Batte Luigi “Luigi Gocco”. Abile pescatore, è stato imbarcato su diverse barche da pesca in quanto conosceva ogni tipo di mestiere (nasse, reti, coffe, palamiti ed altro). Quando rientrava da mare usava raccontare con dovizia di particolari quello che era successo in barca. Ha solcato il nostro mare fino alla veneranda età di 80 anni, ne ha passate di belle e di brutte, per poi godersi con serenità la sua vecchiaia.
Usava passare le giornate al porto a guardare le barche che arrivavano con il pescato per poi soffermarsi con i pescatori a parlare sempre di mare. Quando nelle giornate di brutto tempo non si poteva uscire a pescare, i pescatori si riunivano spesso in una delle due cantine esistenti, quella di Stefano Piras e quella di Giovannino Lioni “Liò”, per giocare a Mariglia e qua Luigino metteva in mostra la sua memoria. Egli riusciva, a riconoscere le carte, sia del suo compagno sia degli avversari tanto da non sbagliare mai, lasciando tutti sbigottiti. Veniva cercato da tutti per averlo come compagno. Il buon Luigi morirà serenamente all’età di 92 anni lasciando un buon ricordo in chi l’aveva conosciuto. Si pensa che il suo soprannome sia dovuto al modo di vestire un po’ trasandato. Lo si ricorda sempre con un lembo della camicia fuori dai calzoni, tanto che quando si vedeva passare qualcuno vestito non troppo bene si diceva “sembra Luigi Gocco”.

Di Giorgio Raffaele, arrivato intorno al 1900.

Ortolano Raffaele

Ricco Raffaele, venne a La Maddalena nel 1949 da Amalfi dove era nato nel 1920 per seguire suo zio Mario Carrano (famoso mastro d’ascia) Il giovane Raffaele amava ed era riamato da una giovane donna figlia di gente agiata economicamente (possedevano carrozze e cavalli ed effettuavano servizio di trasporto persone) ed essendo la più grande delle figlie era il perno della famiglia. L’amore ha il sopravvento; fuggono e vanno a vivere in Calabria dove nascerà la prima figlia Maria. Passat i alcuni mesi i due fanno ritorno ad Amalfi per sposarsi nella speranza che la nascita della piccola Maria e il matrimonio potessero metter fine alle divergenze. Ma non fu così. Il padre e i fratelli di lei gli distruggono tutte le reti. Non potendo vivere serenamente decidono di far ritorno in Calabria con la piccola Maria. Ma purtroppo anche questa soluzione crea problemi, in quanto la bambina comincia a star male viene e il medico che la visita dice che quel clima non è adatto a lei, costringendo la famigliola a far ritorno ad Amalfi. Ancora problemi, il povero Raffaele privo delle reti è senza lavoro e non sa come mantenere la moglie e la piccola. Fortuna vuole che giunge ad Amalfi una zia proveniente dall’America, la quale vista la situazione, prende in disparte il giovane Raffaele e gli dice “Cosa fai in questo paese senza lavoro e senza sostentamento per la tua famiglia, vai via di qua, i soldi per partire te li do io, ma lascia questo paese”. Il giovane ringrazia la zia e decide di varcare il Tirreno, giungendo così a La Maddalena dove ad attenderlo vi era lo zio Mario. Inizia a lavorare e dopo alcuni mesi fa ritorna ad Amalfi per prendere la moglie ed i figli. Si perché nel frattempo la famiglia si era allargata con l’arrivo di un figlio maschio.
Incominciava una nuova vita.
Arrivata la famiglia a La Maddalena, Raffaele inizia a lavorare con una barca.
Grazie alla sua capacità e maestria nel saper individuare i post i più pescosi, inizia ad avere un po’ di benessere economico, tanto riuscire a mettere da parte una discreta somma per poter realizzare qualcosa da lasciare ai suoi figli. Negli anni 70, quando nell’isola iniziava a diffondersi il turismo una giovane coppia di sub francesi vengono a conoscenza delle ottime doti di conoscitore del mare di Raffaele e prendono contatti con lui, per andare a fare immersioni nello splendido mare dell’isola. Durante tutto il periodo in cui la coppia resta a La Maddalena, Raffaele li conduce nelle zone più pescose dell’arcipelago. Arrivati sul posto prescelto il sub si immergeva per iniziare la battuta di pesca, mentre la moglie restava in barca con Raffaele. Non vi era giorno che la barca non venisse riempita di prede catturate: cernie, pagelli, orate e numerose altre prede. Purtroppo il destino stava preparando un terribile epilogo. L’ultimo giorno di ferie si va per fare l’ultima pescata per poi rivedersi l’anno prossimo. Il sub si immerge per iniziare la sua battuta, tutto procede per il meglio riemerge dà a Raffaele il pesce catturato per poi rituffarsi. Passa il tempo il povero sub non riaffiora. Allarmati sulla barca la moglie e Raffaele chiamano i soccorsi. Incominciano le ricerche. Verrà ritrovato sul fondale, incastrato con le sue bombole tra due scogli con una grossa cernia infilzata dal suo fucile. Gli anni passano Raffaele si ritira dal mare e con la sua adorata moglie decide di aprire un trattoria Tahiti dove servire dell’ottimo pesce.
Ancora oggi i vecchi ricordano le doti di bravo ed esperto pescatore.

Russo Gennaro, dopo molti anni trascorsi a La Maddalena, si trasferì, verso il 1910, nella regione d’origine.

Troise Gennaro “Paparassellu”, morto all’età di 73 anni, nel 1939, nel naufragio della barca di Romano.

Vecchione Luigi, approdò a La Maddalena, dove si stabilì, proveniente da Orosei.

Parzialmente tratto da “Il mondo della pesca” – Co.Ri.S.Ma – Giovanna Sotgiu e dal libro “Storie di mare” di Vincenzo Del Giudice, per acquistarlo contattare delgiudicevince@libero.it