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Piazza Garibaldi

È uno dei simboli più evidenti della trasformazione del paese e del suo progressivo ammodernamento. Al suo posto, fino alla fine del XIX secolo, c’era solo una spiaggia incastonata fra due punte rocciose, chiamata La Rena o L’Arena, che serviva per l’alaggio di barche di dimensioni non troppo grandi quali gondole e tartane: era quindi attrezzata con due vecchi cannoni infissi nel suolo, quattro piccole prese in granito, un anello per gli argani e paranchi per tirare a terra. Vi si trovava anche un pozzo pubblico che mal si conciliava con la presenza dello sbocco di un canale di scolo che raccoglieva, a ponente, lo scarico di acque piovane e delle fognature di gran parte del paese. Lo scalo era separato dalle abitazioni, che oggi identifichiamo come case Gargiulo e Giagnoni, da una semplice cordonata di granito di pochi decimetri che creava uno spazio transitabile da pedoni e carri. Questo spazio, allargato progressivamente a spese della costa, fu abbellito da alberi che le diedero il nome, Piazza degli Olmi, e divenne, insieme al Molo, la zona più frequentata da marittimi, commercianti e anche dai pescatori che potevano vendervi il pescato pagando la dovuta tassa di stazionamento. Alla fine del XIX secolo tale vocazione commerciale fu accreditata dalla costruzione del mercato e, da questo momento, malgrado le altre denominazioni ufficiali e non, fu chiamata, e continua a chiamarsi ancora oggi preferibilmente, piazza del Mercato. La costruzione del palazzo comunale ne ha fatto il centro della vita politica del paese che registrò appassionate contrapposizioni nei memorabili comizi di un tempo, e che si evidenzia, ancora oggi, in prossimità delle elezioni. Durante l’amministrazione guidata da Josto Tramoni le lastre di granito che la pavimentavano furono sostituite con mattonelle rosse: facile l’accostamento, poco riverente in verità, con la spianata del Cremlino a Mosca e il conseguente nomignolo di piazza Rossa. L’ultimo intervento dei primi anni Novanta ripristinava il granito, ma con un decoro rappresentato da una rosa dei venti (dinanzi al portone del comune) con una lunga coda che ingloba la grande panchina: le due palme che la fiancheggiano dovrebbero ricordare i perduti Olmi.

Negli elenchi delle strade comunali, redatti il 1° Luglio 1867 e il 20 Marzo 1868, risulta solo la denominazione di Piazza Garibaldi, ma manca quella di Via Garibaldi e di via XX Settembre sostituite, però, rispettivamente dalla Via Mangiavolpe, che andava da Piazza Garibaldi alla Vigna del Giudizio, larga 4 m e lunga 100, e dalla via Italia, che andava dal Molo (oggi P.zza XXIII Febbraio 1793) a Piazza Garibaldi larga 5 m e lunga 100. Questa situazione restò invariata fino al primo censimento del 1871 dove compare per la prima volta il toponimo di Via Garibaldi, divisa in due tronchi, comprendente le vecchie Vie Mangiavolpe, Italia e l’originaria Piazza Garibaldi.
Nel successivo censimento del 1881 la situazione rimane invariata e così in quello del 1891 fino ad arrivare al 1898 quando compaiono i nomi di Via Garibaldi, P.zza del Mercato e Via XX Settembre.
Risulta chiaro che questi furono gli anni sia di maggiore espansione dell’abitato, coincidenti con l’impianto in grande stile della Base navale nel 1887, che del “riempimento dei vuoti”, soprattutto per esigenze di carattere pubblico.
E’ in quest’ottica che s’inquadra l’incarico dato dall’Amministrazione comunale nel 1888 all’ing. Eugenio Serra di Sassari per compilare un progetto globale per la sistemazione della Via Garibaldi, primo e secondo tronco, progetto che venne presentato il 6 Gennaio del 1889, ed appaltato all’impresario Giacomo Vittino con contratto del 23.04.1889. Tutti i lavori vennero ultimati completamente il 15.2.1890 e l’Ing. Domenico Marchelli venne incaricato dal Comune di procedere al collaudo, che eseguì presentando la relativa relazione in data 08.07.1890. Nel 1889, mentre i lavori di Via Garibaldi erano ancora in corso, l’Ing. Serra compilò anche il progetto per la sistemazione della Piazza dell’Olmo (oggi in parte Piazza Garibaldi), proponendo anche una soluzione architettonica per un edificio da adibire a Mercato pubblico. Dalla relazione illustrativa, infatti, ricaviamo che il progetto aveva per scopo la sistemazione della Piazza dell’Olmo ed adiacenze e che ad essa facevano capo i due tronchi di Via Garibaldi, allora in corso di costruzione. “Omissis)….. E’ indiscutibile l’urgente necessità di provvedere al lastricamento di detta Piazza che può ritenersi come il centro del paese ove concorre e transita continuamente la popolazione in ispecie perché ivi trovasi il pubblico mercato. ….. Con tale sistemazione viene completata l’arteria principale del paese ed un gran passo sarà fatto per la regolarizzazione dell’interna viabilità. La piazza dell’Olmo giace in una bassura, – in tempo piovoso le acque vi ristagnano e la rendono pressochè impraticabile. Perciò occorre aprire i canali di scolo segnati in progetto onde smaltire le acque e portarle al canale maestro che attraversando una gran zona del paese arriva a sboccare in mare. Onde migliorare le condizioni altimetriche della piazza stessa venne pure eseguito un rinterro generale per alzarne il livello. Tale lavoro fatto in economia dall’Amministrazione, trovasi pressochè ultimato, per cui nel progetto non si ritiene conto della spesa corrispondente…. Il lastricato dovrà lavorarsi come quello attualmente in opera nella Via Garibaldi con la differenza che non sarà disposto a spina di pesce e che sarà collocato su strato di sabbia anziché su strato di malta…..”.  Dopo questo grosso intervento la piazza, fatta eccezione per la costruzione del Mercato e del Palazzo comunale, ebbe a subire nel tempo, come del resto Via Garibaldi e poi via XX Settembre, delle piccole modifiche dovute soprattutto alla rettifica degli allineamenti stradali ed il rifacimento della pavimentazione, introducendo qualche elemento di arredo urbano e, in ricordo dell’antica piantumazione, la messa a dimora di due palme e poi del monumento.
Il palazzo municipale, il mercato civico e le quinte edilizie finiscono per costituire un tutt’uno che rimanda alla storia post risorgimentale e all’integrazione della comunità maddalenina nello stato unitario e per assegnare allo spazio un valore “politico” e di memoria completato dal recente monumento a Garibaldi.
Le diverse piazze e i diversi spazi (S. Maria Maddalena, largo Matteotti, corso Vitt. Emanuele, piazza XXIII Febbraio) costituiscono un interessante sistema che le diverse architetture, legate ad un gusto umbertino sottolineate nelle cornici, nelle mensole e nei balconi che li ornano.

Parzialmente tratto dal settimanale “Il Vento”. Articolo di Giovanna Sotgiu