Aneddoti & CuriositàCulturaDialetto

Termini dei vari partiti costruttivi locali

L’identità urbana è rivelata nella buona conservazione delle case, realizzate con il granito locale ad opera incerta (scapolame) o con cantonetti (“lu cantoni”) per gli spigoli e le parti “nobili”.
Come e più di molti altri centri storici, alcuni spazi urbanistici sono (o sembrano) casuali altri, invece, voluti: la città vecchia presenta diverse e suggestive piazzette con scalinate tutte in granito massello sbozzato.
Contrariamente ad altri paesi galluresi (Aggius, Calangianus), il granito (per le pareti delle abitazioni) non è mai usato faccia a vista, ma le murature sono sempre intonacate.
La composizione della facciata è, in genere, simmetrica senza la concentrazione delle aperture (come in tipologie in uso nei palazzetti di diversi paesi).
I piani terreni sono coperti a volta o più spesso con rotaie di ferro e voltine in laterizi, quelli superiori ad assito, molte case hanno (o avevano) la soffitta, le scale erano a rampa rettilinea, spesso ripida e stretta.
Molte facciate sono ricche di balconi, a volte disposti sfalsati nei singoli piani, secondo uno o più assi di simmetria.
Molte belle le mensole che reggono le lastre dei balconi, a volte in marmo, più spesso in granito con il piano di calpestio anch’esso in marmo o in granito.
Sulle ringhiere in ghisa o in ferro battuto esiste una ampia casistica che abbiamo dovuto sintetizzare.
A partire dall’Ottocento, nei palazzotti l’architrave dell’ingresso principale viene sostituito (ma non sempre) dall’arco, nella cui lunetta vengono inserite eleganti roste in ferro battuto.
I portali divengono, insieme ai balconi e alle cornici di coronamento, importanti elementi decorativi e, a volte, restano con la pietra a vista (all’interno di un facciata intonacata) per sottolineare la qualità del palazzo con la loro perfetta lavorazione.
In molti edifici viene così testimoniato l’alto grado raggiunto degli scalpellini locali.
Per le ringhiere dei balconi, specie tra il 1900 ed il 1920, furono usati elementi pressofusi in ghisa, poi si passò al ferro battuto finemente lavorato.
Una particolare accuratezza nella lavorazione del granito si riscontra nelle pavimentazioni e nelle mensole dei balconi.

Da varie fonti (anche orali) ma soprattutto dal “Vocabolario del dialetto maddalenino antico” di Francesco Pusole (2007), Tipografia Litografia Grafic Stampa – La Maddalena e da “Sbirrizzendi per l’isula – Appunti di etnologia e dialettologia isolana” di Antonio Conti (2014), Paolo Sorba Editore, riportiamo alcuni nomi relativi al modo di indicare parti delle costruzioni edilizie.

‘u trau di mezzu : La trave di mezzo

Acciaju : Acciaio

Ajàcciu : Ginepro fenicio. Il suo duro legno veniva largamente impiegato per costruire travi per tetti, solai, cancelli rustici (càtri o càtari), paletti per la vigna ecc. Le bacche mature trovavano impiego in cucina per insaporire il sugo di cinghiale. In passato un grosso ramo o un intero alberello veniva utilizzato come albero di Natale.

Baddhatogghiu : Ballatoio

Baìnu : Ardesia, lavagna (pietra per davanzali o pedate delle scale)

Ballù : Pianerottolo

Barcòni : Finestra

Biaroni : Beverone

Biitogghju : Abbeveratoio

Burdumali : Trave maestra del tetto, trave trasversale che sorregge le travature del soffitto

Canala, canali, canalonu : Canale

Cantonu : Grosso sasso, cantone

Carcina : Calce

Carrugghjata : Vicolo in tutta la sua lunghezza

Carrugghju, carruggiu : Vicolo, vicolo augusto, quartiere

Culumbaja : Colombaia

Curtili : Cortili

Furnu : Forno

Gamata : Contenitore di calce

Gradinu : Gradino

Incannicciàtu : 1) piano di canne accostate e legate fra loro che veniva disposto sui travicelli per realizzare le falde dei tetti; Fila di canne disposte orizzontalmente o verticalmente usata per costruire rispettivamente soffitti o tramezzi. 2) riparo per gli orti costituito da una fila di canne tagliate ad una certa misura, legate fra loro e fissate verticalmente. 3) specie di reticolato di livelli di canne o di canne sottili usato per essiccare al sole fichi, fichi d’india, uva, pomodori, ecc.

Lampionu : Lampione

Lucernà : Lucernaio

Macàcu : Lastra di granito a forma variabile che completava il lavoro di pavimentazione stradale a spina di pesce (pentagono irregolare).

Mattonu (o mattoni) : Mattone

Munumèntu : Monumento

Muràddha : Muro portante di un edificio : i muràddhi da casa, i muri portanti della casa: muràddhi sdirrivàti, mura crollate, resti di un edificio.

Muraddhònu : Muraglione

Muricciòlo : Muretto basso, in genere piccolo muro dei giardini.

Palàzzu : Palazzo

Petra : Pietra

Pianareddha : Tratto di terra in piano

Piazzallèttu : Piazzaletto = scaletta esterna con pianerottolo d’arrivo

Pogghju : Piazzetta con dislivello

Porti : Attracchi

Pugghjolu – puggiolu : Balcone

Punta Chjàra : Punta Chiara

Purtonu : Portone

Puzzu : Pozzo

Ringhéra : Ringhiera

Scali : Scali d’alaggio, scivoli a mare

Scalinu : Scalino

Suffittu : Soffitto

Sulàgghju – sulaggiu : Solaio. In dialetto corso: sulaghiu

Sulaghiòlu : Solaio. Un tempo, molto prima che si costruissero i solai a voltine con putrelle in ferro, i solai – pavimento venivano realizzati mediante un’orditura di grosse travi di ginepro distanziate di circa 40 cm. L’una dall’altra, nella quale venivano incastrati appositi blocchi di tufo. La superficie così ottenuta veniva prima ricoperta di uno strato di malta di calce spenta e ghiaia di mare, poi pavimentata.

Tàccu : 1) pezzo di legno squadrato di dimensioni varie dai molteplici usi. 2) blocco di granito per pavimentazione stradale.

Taneddhu : Piccola tana o piccola costruzione, magazzino, casetta

Taula : Tavola

Tauli : Tavole

Tauloni : Tavolone

Tettu : Tetto

Teula : Tegola

Tola : Tavola

Tramezzàna : Anche tramèzzana = tramezzo in muratura. Nei tempi passati, si costruivano alcuni tramezzi disponendo una o due file di grosse canne (l’incannicciàtu) che veniva ricoperte da ambedue i lati di intonaco costituito da malta di calce spenta e sabbia di mare.

Trau : Trave

Vorta : Volta

Riportiamo, altresì, alcune voci dialettali in uso:

  • Zocculu : Zoccolatura
  • Curnicionu : Cornicione
  • U marmuru du barconu : Mensole dei balconi
  • U lastronu du barconu : Lastra piana dei balconi
  • Pirsiani/pirziani de finestra : Persiane delle finestre
  • A canala da gronda : Canale di gronda
  • Gronda : Grondaia
  • Intonacu : Intonaco
  • A nicchia da madunnina o da via Crucis : Edicole votive sulle facciate