Acqua e acquedottiLa Maddalena Antica

Una commissione di probiviri

Il Consiglio Comunale (Gio Battista Zicavo, Giuseppe Coliolo, Anton Giovanni Variano, Giacomo Polverino) costituisce una commissione di probi viri ed esperti conoscitori degli usi e dei costumi dell’isola (Tomaso Ornano, Sebastiano Zonza, Vincenzo Variano, Quirico Zonza), incaricata di setacciare l’isola in lungo e largo per effettuare poi una deposizione giurata nelle mani del Bailo Agostino Carzia. ‘L’acqua – dichiara la Commissione – della Cala di Chiesa che possiede il sig. Agostino Millelire, e quella che ultimamente si rinserrò Salvatore Ornano, detto “Lo Spasso”, si trovano di grave pregiudizio al bestiame per non esservi altre acque in quella cussorgia. Altresì trovano che le acque del monte della Rena con quella detta di Abbatoggia con quel canale, tutto deve lasciarsi in libertà, per beveraggio di quei bestiami e non rinserrarle come da quei vicini pretendono……

“Per molto tempo – riportano i documenti dell’Archivio Comunale – non rimase agli abitanti dell’isola che scavare altri pozzi e costruire nuove cisterne per la raccolta delle acque piovane cadute sui tetti, soprattutto di edifici pubblici”, e invocarsi, nel negozio di tele di Zicavo, coordinatore della fabbriceria della chiesa, al crocifisso d’argento lasciato al Parroco Biancareddu da Nelson duca di Bronte, in cambio pure di tanta acqua fresca fornita alla squadra navale britannica nel corso di quegli anni…”.

II 4 febbraio 1809 il Comune raggiunge un compromesso con la parrocchia per l’uso della “fonte comunale sita in via Santa Maria Maddalena. Il sindaco Pietro Pittaluga ritiene infatti giusto che anche la Chiesa abbia la possibilità di attingere acqua autonomamente e gratuitamente, per i propri bisogni, da una fontana da considerarsi però a tutti gli effetti “comunitativa” …

Nel 1833 l’Angius scrive che “le acque in poche parti e in poca copia sorgono, come porta la natura del luogo, tuttavolta le rare fonti bastano al bisogno della popolazione e somministrano un purissimo umore. Meritano menzione nell’isola, la fonte, che è nel paese, e l’altra che trovasi in Cala di Chiesa“.

La popolazione, in questi anni oscillerebbe – secondo il valery -attorno alle 1500 persone, ma non si conosce la fonte presso cui attinge tale informazione. Nel corso di quest’anno, comunque, la fonte di Cala di Chiesa è già soggetta ad una nuova “indispensabile riparazione”.

Il Delegato Economico della Gallura, da Tempio, scrive al sindaco Pietro Semidei, il 10 settembre, autorizzando per il ripristino di detta fontana l’esborso finanziario di lire settantatre, che verrà “somministrato poco per volta” dall’Esattore, e “di cui il Consiglio (…) dovrà rendere ragione, dopo eseguito il lavoro, il conto con tutte le carte in appoggio, per poter spedire l’opportuno mandato definitivo”.

Nei documenti dell’Archivio di Stato di Sassari, all’inizio degli anni ’40, risulta, a margine del “Quadro generale dei terreni rimasti ancora aperti, un prezioso elenco di “Fonti e abbeveratoi pubblici, che vengono censiti con particolare cura, sia per il valore che conferivano ai terreni, sia per la garanzia che costituivano per i viandanti che si avventuravano lungo certi camminamenti, sia per semplice documentazione geofisica dei luoghi Riconosciuti ufficialmente.

Essi sono nell’ordine di trascrizione, nell’isola madre: fonte di Cala di Chiesa, fonte della Villa, fonte di Valle Majore; abbeveratoio di Cala di Chiesa, abbeveratoio di Spalmatore, abbeveratoio di Porto Lungo, abbeveratoio di Monte della Rena, abbeveratoio del Massello, abbeveratoio dell’Abbatoggia, abbeveratoio di Pietra Banca, abbeveratoio di Piana di Santa, abbeveratoio di Papera della Polvere, abbeveratoio di Mazzone. Nell’isola di Santo Stefano troviamo: fontana di Villamarina, fontana della Piana, fontana di Ciaccarello, fontana della Coda della Sardegna, abbeveratoio della Torre di Villamarina, abbeveratoio della Coda della Sardegna, abbeveratoio della Ciova della Sardegna, abbeveratoio della Licciola, abbeveratoio della Piana della Punta.

Nell’isola di Caprera vegono elencate le seguenti fontane: fontana degli Stagnali, fontana della Fontanaccia; questi gli abbeveratoi: 3 abbeveratoi nella zona della Fontanaccia, abbeveratoio Defferrando, abbeveratoio di Stefano, abbeveratoio dei Sassi, abbeveratoio del Murtone, abbeveratoio della Chisella, abbeveratoio della Giunchiccia, abbeveratoio di Baccia, abbeveratoio di Monte Fico. Isola di Spargiotto: abbeveratoio di Spargiotto, abbeveratoio di Petri Nieddi.

L’lsola di Santo Stefano fa registrare; una piccola fontanella alla Sarra; abbeveratoi: abbeveratoio di Cacadda, abbeveratoio di muriddiccia, abbeveratoio di Cacavacinaggio, abbeveratoio di Pisci.

Nell’lsola di Budelli troviamo; fontana di pasciali; abbeveratoio di Cala di Trana. L’Isola Razzoli ha invece: un abbeveratoio grande senza denominazione particolare, e un abbeveratoio piccolo della Piana di Capello, e infine del cosiddetto “abbeveratoio della Lanterna” In quest’anno, infatti, si è proceduto alla costruzione del faro.

Va notato che dall’elenco riportato mancano le sorgenti delle isole di Santa Maria e di Soffi, probabilmente per il contenzioso esistente tra il Comune isolano e la famiglia Bertoleoni.

G. C. Tusceri