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Vacche per l’Egitto

Durante il periodo che va dal novembre del 1803 al gennaio del 1805, la comunità maddalenina, ed in parte le comunità della vicina Gallura, godettero di un momento di particolare floridezza economica dovuta alla presenza della squadra dell’ammiraglio Horatio Nelson che aveva scelto l’arcipelago come base operativa dalla quale tenere bloccata nel porto di Tolone la flotta napoleonica dell’ammiraglio Villeneuve. Le navi sostarono infatti a più riprese per oltre un anno nella rada di Mezzo Schifo allontanandosene soltanto per brevi missioni esplorative e per alternarsi nell’azione di blocco con le altre navi costantemente impegnate a sorvegliare le probabili rotte che la flotta francese avrebbe potuto intraprendere in caso di sortita. Intensa, poi, la frequentazione di navi corsare al servizio degli inglesi che nella neutrale Sardegna trovavano l’opportunità di potersi liberamente rifornire di carni e di viveri.

Horatio Nelson, al suo arrivo a La Maddalena, ove, sebbene alcuni storici sostengano il contrario, non aveva mai approdato, si era subito reso conto dell’importanza strategica e militare di queste isole la cui posizione consentiva di dominare tutto il Mediterraneo. Intensa fu la corrispondenza tra la Victory e le autorità britanniche alle quale Nelson, a più riprese, propose l’acquisto della Sardegna ed in particolare dell’arcipelago: “…se potessimo avere la Sardegna – scriveva – non avremmo bisogno né di Malta, né di nessun’altra isola”, “…la Sardegna vale cento Malte”, “…ha il miglior porto del mondo (Madalena)”, è il “…summum bonum of the Mediterranean Sea”, ed infine, preso da “un eccesso di entusiasmo”, come scrive Manlio Brigaglia, riferì che “…è ricca al di là di ogni immaginazione, ha bestiame grosso e pecore in quantità”.

Proprio da La Maddalena, la flotta inglese di vacche, e per giunta grasse, ne ricevette ben poche. Difatti, in una delle prime lettere scritte alla corte di Cagliari da Agostino Millelire, il 4 novembre 1803, a proposito dei rifornimenti alle navi inglesi si legge: “…vedendo che da Tempio non poteva venire tanto presto la licenza per i rinfreschi ad uso della squadra, ho creduto opportuno di non dovermi ricusare alla dimanda che mi è stata fatta di dieci in dodici buoi e di una ventina di montoni di quest’isola, sebbene i primi alquanto magri”.

Nelson, che il 21 ottobre 1805 troverà gloriosa morte nelle acque di Trafalgar, non riuscì nell’intento di comprare La Maddalena e non vi riusciranno neppure gli Stati Uniti d’America che fin dal 1822, come riferisce il Prasca, avevano chiesto di installare nelle isole quella base che fu poi concessa loro centocinquantanni dopo. Ma le tracce delle corrispondenze di Nelson rimasero negli archivi dell’Ammiragliato e la notizia del “bestiame grosso”, che alla flotta britannica veniva in gran parte clandestinamente fornito dal viceconsole inglese Giovanni Brandi, non rimase certamente inosservata né dimenticata. L’interesse degli inglesi per il bestiame bovino sardo, difatti, ci viene successivamente rivelato da una lettera del 14 novembre 1844 diretta al giudice mandamentale di La Maddalena con la quale l’intendente provinciale di Gallura comunicava l’intenzione del viceré d’Egitto di acquistare in Sardegna un consistente numero di capi bovini con la possibilità di dar luogo in futuro ad un intenso commercio di bestiame.

S.A. il Viceré d’Egitto – scriveva l’intendente – per mezzo del Cav.re Cerutti Console di S.M. in Alessandria d’Egitto, ha rivolto richiesta al Superior Governo onde ottenere in quest’isola il permesso d’incettare pel momento 150 capi bovini, accennando in pari tempo alla probabilità di estendere la domanda ad un numero maggiore, ove soddisfacente riesca l’incetta dell’indicata quantità che oggi richiede in via di sperimento. Considerevole vantaggio potendo trarre il Regno da siffatto ramo di commerciale speculazione, ove massime con questa prima spedizione avvenga che per la bontà del genere, ed equità del relativo prezzo di maggiormente invogliare quell’estero paese a continuare col Regno le proprie relazioni, io ne rendo partecipe la S.V. pregandola di voler mediante Pubblico Bando divulgare cotale notizia, e procurare in egual tempo, che penetrandosi i proprietari ed agricoltori della ragione di utile che hanno a ripromettersi fondatamente da questa nuova via commerciale che in tale rapporto va a schiudersi con l’Egitto, vedano modo di mettersi in grado di assecondare la domanda che accennasi di vistosissima quantità di bestiame, attendendo con verace impegno a procacciarne l’aumento mercè una maggiorazione e allettamento del genere”.

In ossequio alle disposizioni impartite dall’intendente, il giudice mandamentale, non appena ricevuta la richiesta, provvide a dare “Pubblico Bando”; in calce alla richiesta, difatti, troviamo l’annotazione: “La Maddalena, 18 novembre 1844 – Eseguito il contenuto della presente lettera in questa Popolazione”.

Non ci è dato di sapere quanto bestiame sia arrivato in Egitto dalla vicina Gallura, ma possiamo affermare, con assoluta certezza, che a tutt’oggi in riva al Nilo stanno ancora aspettando le vacche di razza maddalenina.

Antonio Ciotta