Andrea del Santo
Nato a Genova nel 1830, morto nella stessa città nel 1905, fu consigliere comunale della sua città. Era ufficiale della Regia Marina; fu più volte decorato (con due medaglie dʹargento al valor Militare e una di bronzo, Gran Croce S.S. Maurizio e Lazzaro e Corona d’Italia) durante la sua carriera che lo portò, nel 1883, al grado di viceammiraglio. Era figlio di Rosa Millelire di Agostino e aveva sposato la cugina Santina figlia di Antonio Giovanni Romualdo Millelire.
Nel 1866, a Lissa, era sottocapo di stato maggiore dell’ammiraglio Persano, “che lo dimenticò indegnamente sul Re dʹItalia. (Del Santo) affondò con esso e rimase per lunghe ore sopra i miseri avanzi della nave infelicissima incoraggiando con lʹesempio e colla parola i suoi compagni. Tale atteggiamento è confermato anche da Augusto Vittorio Vecchi che, imbarcato sul Principe Umberto, collaborò al recupero dei naufraghi del Re dʹItalia. Del Santo era riuscito a riunirli rincuorandoli e a costruire con loro, con legni galleggianti, una informe ma utile zattera sulla quale avevano potuto porsi in salvo. Nel 1881, fu il primo comandante dell’Accademia Navale di Livorno, inaugurata il 16 novembre. In seguito “fu per pochi mesi ministro della Marina (dal novembre 1883 al marzo successivo). Nominato senatore non partecipò mai, dopo la sua caduta da ministro, ai lavori dell’Alta Camera I due ebbero almeno un figlio, Angelo Ettore, nato nel 1876 in Borzoli e morto a Cassano Spinola nel 1851: questo ramo della famiglia è probabilmente esaurito visto che Angelo Ettore, ancora celibe allʹetà di 55 anni, nel 1932 sposò una signora che di anni ne aveva 63.
Santina Millelire manteneva a La Maddalena una grande proprietà terriera proveniente dall’eredità dello zio Giovanni Battista e del padre Antonio: nell’elenco dei 20 maggiori proprietari, stilato nel 1898 dall’amministrazione comunale ai fini daH’aggiornamento delle imposte, risultava al settimo posto.
Vogliamo ricordare Santina Millelire attraverso una breve corrispondenza del 1927: nella sua lettera traspare l’affetto per La Maddalena che pure, avendo passato quasi tutta la sua vita a Genova (dove morì nel 1936), doveva aver frequentato solo saltuariamente.
Nel 1927 il Podestà di La Maddalena, Nicolò Piredda, scriveva alla nobile signora Santina Del Santo Millelire a Genova spiegando che “una recente disposizione del nostro Governo fa obbligo a tutti i comuni del Regno di formare? un bosco, “incentivo a tutti, ma soprattutto ai giovani, per tenere sempre vivo il culto del panorama, del paesaggio, degli alberi e del verde”. Poiché La Maddalena mancava di alberi di alto fusto e “presentala un aspetto desolante di terra abbandonata e incoltaʺ, Piredda chiedeva alla signora Del Santo il suo uliveto in via Agostino Millelire, amministrato dall’ammiraglio Spanu, vicino allʹabitato e al caseggiato scolastico e contiguo al “grande campo sportivo che il Comune sta formando, appunto, nel vastissimo piazzale”. La posizione era quanto mai favorevole allo scopo vista la presenza dell’acqua e quella di tante piante di ulivo. Per avvalorare la richiesta il podestà ricordava che il vecchio proprietario, “l’ammiraglio Battista Millelire raccomandò agli eredi di non alienarlo e di conservarlo per una memoria, in potere dei suoi discendenti o parenti… Tale decisione, se non consente una vendita a privati non è di ostacolo ad una eventuale donazione che ella ne volesse fare al comune per scopo di pubblica utilità o di maggior lustro e decoro della cittàʺ; il comune si impegnava a creare all’interno del bosco un ricordo perenne del vecchio proprietario e della munifica donatrice.
Alla fine della lettera, però, il tono cambiava e il podestà inseriva una velata minaccia che, forse, non fu gradita alla destinataria. Le chiedeva, infatti, in caso non volesse donare il terreno, di pensare a venderlo “nei limiti più discreti perché non vorrei affatto servirmi della facoltà che la legge mi accorda di procedere a espropriazione forzata.”
La Del Santo rispondeva: “La ringrazio della maniera gentile da lei scelta sul dovermi dare una notizia dolorosa, dolorosa per me in quanto dalla stessa apprendo che dovrei mio malgrado rassegnarmi alla vendita di un terreno che mi è infinitamente caro per tutti i ricordi che porta con se e del quale non avrei mai voluto privarmi in ubbidienza all’espresso dei miei avi. Data la necessità dellʹalienazione, vorrei pure aderire alla proposta di donazione, come ho già fatto in passato spontanea donazione al Comune per lʹingrandimento di una via, ma le attuali esigenze di vita in relazione coi redditi enormemente ridotti non mi consentono questo bel gesto. Ho dato disposizioni perché siano fatti rilievi del caso e mi siano comunicati i dati onde aver consiglio sul prezzo da fissare per il terreno in oggetto. Ma le sarei grata se Ella volesse aiutarmi proponendomi quella giusta cifra che non vada a danno né a profitto di nessuna delle parti interessate”. Poiché l’età e le condizioni di salute non le consentivano di occuparsi direttamente della cosa, avrebbe delegato il suo avvocato a seguirla e definirla insieme al suo caro amministratore cavalier Paolino Spano.