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Itinerario: Monte Budello, nell’isola della Spiaggia Rosa

Distanza: km 2,8
Tempo di percorrenza: A/R 2 h circa
Difficoltà: Escursionistico
Periodo consigliato: settembre – giugno
Segnavia: assenti

Raggiungiamo con l’imbarcazione Porto Madonna, lo specchio d’acqua racchiuso tra Budelli, Razzoli e Santa Maria, e sbarchiamo presso la spiaggetta a sud della Spiaggia di Cavaliere (o Cavalieri) che deve il nome ad un pescatore di aragoste campano, che qui trascorreva la primavera. Caratterizzata da sabbia bianca e finissima, situata nel luogo più affascinante di tutto l’Arcipelago, è una meta imperdibile per chi visita queste isole. La peculiarità delle sue acque cristalline e cangianti, giustifica l’appellativo conferitole de “Le Piscine”. A ridosso di questo litorale, segnalato dalla presenza di una fitta vegetazione di giunco spinoso (Juncus acutus) e cannuccia (Phragmitics australis), si trova una zona umida di alto valore naturalistico, popolata da aironi e anatre. Da qui inizia il nostro sentiero, che segue la costa di Budelli verso sud e ci conduce, dopo circa 20 minuti, alla sommità di un colle che domina Cala del Roto. Il toponimo della cala, lo si deve probabilmente alla presenza in passato di un’aia, il “rotu”, utilizzata per la trebbiatura. Ma la fama dell’isola, e quindi della cala, è dovuta alla famosa Spiaggia Rosa, considerata una delle più belle del Mediterraneo. È bene ricordare che in base al regolamento del Parco sono vietati: il calpestio dell’arenile, la balneazione nell’area marina compresa tra l’arenile e le boe rosse, la sosta e l’ancoraggio delle imbarcazioni. Seguiamo il sentiero alle spalle della casa del custode di Budelli e, dopo un breve tratto pianeggiante, percorriamo una ripida salita attraverso una fitta macchia, composta in prevalenza da ginepro fenicio (Juniperus phoenicea), euforbia arborescente (Euphorbia dendroides), mirto (Myrtus communis), lentisco (Pistacia lentiscus) ed alaterno (Rhamnus alaternus). Man mano che si sale, le formazioni granitiche si fanno più imponenti, con enormi rocce modellate in forme incredibili.
È un paesaggio aspro e incontaminato, dove la presenza umana ci è rivelata solo da qualche rudere militare.
La nostra fantasia viaggia indietro nel tempo,
quando questi luoghi erano abitati dai pastori corsi e occasionalmente diventavano il rifugio di pirati e pescatori scampati alla tempesta.
I licheni, che crescono sulle rocce più umide ed esposte a nord, conferiscono al grigio granito una colorazione che va dal verde al giallo-rosso. Vecchie piante di ginepro fenicio (Juniperus phoenicea) contorte dal vento, caparbi bonsai naturali, vivono miracolosamente in un palmo di terra tra le fessure delle rocce, grazie a lunghe e robuste radici, che assicurano la resistenza al forte vento e la ricerca dell’acqua vitale. Il sentiero prosegue tra i profumi, i colori della vegetazione e della nuda roccia, dove il silenzio è rotto appena dal gorgheggio dei ruscelli. Da segnalare anche, su quest’isola, la presenza del fagiano comune (Phasianus colchicus), introdotto dall’uomo diversi anni fa, che si è talmente ben adattato al territorio da nidificarvi. Raggiunta la vetta di Monte Budello, il punto più alto dell’isola (88 mt), si rimane colpiti dall’originalità della vedetta che si differenzia dalle altre presenti nell’Arcipelago. Il panorama è mozzafiato.
Si possono ammirare: Razzoli con il suo caratteristico faro, il Porto Madonna, Santa Maria, Corcelli, Barrettini, La Maddalena, Caprera, Spargi e Spargiotto, Cala del Roto con la Spiaggia Rosa, e tutte le altre calette di Budelli.

Curiosità

La particolare colorazione della Spiaggia Rosa è dovuta alla presenza di innumerevoli residui scheletrici e gusci di microrganismi tra cui la Miniacina miniacea, un protozoo foraminifero che vive sul fondale marino aderendo ad un substrato duro come i gusci, le alghe calcaree e soprattutto le parti dure della posidonia (Posidonia oceanica), una pianta fanerogama marina che colonizza con immense praterie i fondali dell’Arcipelago.
Quando i piccoli organismi compiono il loro ciclo vitale si staccano dai rizomi della posidonia e vengono trasportati dalle correnti verso riva. Questo fenomeno si verifica in molte spiagge, ma per un’eccezionale concomitanza di fattori l’accumulo su questa risulta molto più massiccio, conferendole la peculiare colorazione.

Fabio Presutti – Massimiliano Doneddu