Aneddoti & CuriositàCittà

via Regina Margherita

Già via del Quartiere perché collegava il nucleo centrale del paese, disposto intorno alla chiesa e al porto, con l’insediamento militare situato a levante dei Tozzi: il complesso del forte di Sant’Andrea e del Quartiere costituiva il limite massimo di espansione dell’abitato oltre il quale c’era solo il cimitero (nell’area della odierna Opera Pia). La via costeggiava solo in parte le case, rade e disposte irregolarmente a causa della forte irregolarità del pendio, arrampicandosi lungo tratti liberi da abitazioni, rocciosi e impervi. Questa era ancora la situazione registrata dalle carte e dai documenti intorno al 1850. Man mano che il paese si estendeva occupando anche le aree meno favorevoli per la costruzione, andava delineandosi un percorso irregolare, costretto a continue deviazioni che, partendo dalla parete laterale destra della chiesa, lungo quella che era allora la piazza S. Erasmo, dopo un breve tratto rettilineo, era costretto a un restringimento e a una curva per dirigersi poi verso la spianata del Quartiere dove sorgeva la Fontana del Re. Nel 1893 tutta l’area fu sottoposta ad una sistemazione che comprendeva, fra l’altro, la prosecuzione della via, attraverso una bella e ampia gradinata, fino all’imbocco della piazza Umberto I. Via Regina Margherita è stata sempre una importante arteria soprattutto per i rifornimenti diretti all’area militare, ma anche come percorso alternativo verso il cimitero e l’area degli orti di Cardaliò. Essendo spesso percorsa dai carretti, quando si provvide alla pavimentazione, le lastre di granito furono disposte perpendicolarmente all’asse stradale e rigate da solchi longitudinali che consentivano alle ruote cerchiate di ferro una maggiore aderenza al suolo. Da notare che, malgrado la sua intestazione ufficiale risalga al 1896, sia prima che dopo questa data la si trova, a volte, indicata come via Umberto, anche se non sembra esistere nessuna deliberazione in tal senso.

Parzialmente tratto dal settimanale “Il Vento”. Articolo di Giovanna Sotgiu