Acqua e acquedotti
L’amministrazione Militare ha, a suo tempo, da canto suo, provveduto a reperire, per le proprie esigenze, dove possibile, acqua piovana e sorgiva. Fu costruita negli anni 1855-’88 la diga “Ferrante” nell’isola di Caprera. il piccolo bacino montano ha una capacità di 16.000 mq. d’acqua. Costruita la diga “Stefano”, sempre a Caprera altro bacino montano della capacità di invaso di oltre 40.000 mq. E’ stato costruito nell’anno 1914-16. A Caprera vi sono inoltre altre fonti notevoli: di “Ferracciolo” le cui cisterne contengono circa 500 mc. d’acqua. fu costruita nel 1888. E la “Fontanaccia nei pressi di Cala Garibaldi, fonte dove il Generale prelevava l’acqua per la sua abitazione e per l’irrigazione del suo orto. Malgrado gli accorgimenti e le risorse l’acqua scarseggiava sempre. Le ragioni: la natura geologica del terreno; il regime climatologico; le scarse precipitazioni: la media annuale delle piogge intorno ai 400 m/m.
Per porre termine a tale grave stato di cose fu realizzato tra il 1931 e il 1937, in regione “Mongiardino”, un grosso acquedotto comprendente una diga di sbarramento del bacino imbrifero per un invaso massimo di circa 600.000 m.c.; un impianto di potabilizzazione; un impianto di sollevamento con torrino di carico capace di 1000 m.c.; condotte idriche per la distribuzione. L’opera era sufficiente a garantire un minimo di 70 litri giornalieri a 15.000 persone.
Con l’evolversi dei tempi, per un maggior consumo ‘acqua, anche quest’opera, risultò, ben presto insufficiente alla necessità della popolazione. Fu così che nel 1969 fu costruito un nuovo acquedotto a mezzo di una condotta d’acqua sottomarina, la più lunga d0italia, che partendo da Punta Arzachena, sulla costa settentrionale della Sardegna, raggiunge, attraverso il Golfo di Arzachena, la spiaggia di Porto Palma nell’isola di Caprera, e di qui mezzo di normali tubazioni, l’acquedotto comunale. La condotta sottomarina, di acciaio, del diametro di 200 millimetri e la lunghezza di 5 chilometri e 600 metri, ha una portata di 4000 mc. d’acqua giornalieri e alimenta l’acquedotto di La Maddalena con acqua proveniente dalla diga del “Liscia”. L’acqua, tuttavia non potabile, deve essere immessa prima nei filtri e quindi decantata e poi potabilizzata. Un processo lungo, costoso e di grande perdita di tempo, tanto che spesso, specie nel periodo estivo, l’acqua erogata non è sufficiente a soddisfare una richiesta di consumo da parte di una popolazione sempre crescente.
G.C. Tusceri