Cetacei nell’Arcipelago
Nelle acque che bagnano le nostre coste si osservano numerosi cetacei: la specie più diffusa, grazie alle sue abitudini spiccatamente costiere, è il tursiope. Più rari sono gli avvistamenti di stenella, grampo, capodoglio e balenottera comune, tutte specie che hanno abitudini pelagiche e che raramente si avvicinano alle coste. Le conoscenze sui cetacei sono in parte legate anche allo studio degli esemplari che giungono a riva morti o in difficoltà.
Dal 1999 è in corso una ricerca sul tursiope (Tursiops truncatus) che riguarda il tratto costiero tra le Bocche di Bonifacio e il litorale di Budoni. Lo studio è finalizzato ad ottenere una stima della popolazione e conoscenze sulla struttura dei gruppi, sul comportamento, sul rapporto fra madre e piccolo, sull’utilizzo dell’habitat: fine ultimo è l’elaborazione di misure di conservazione. Infatti, il tursiope è attualmente incluso nella Lista Rossa dei Cetacei del Mediterraneo IUCN/ACCOBAMS, come specie Vulnerabile ed è protetto in base alle convenzioni di Berna e Barcellona e in base alle DirettiveHabitat.
La ricerca si basa sulla tecnica di foto-identificazione utilizzata dai ricercatori per studiare molte specie animali, dai gorilla di montagna agli elefanti, dalle orche ai delfini: essa consente attraverso l’analisi delle foto scattate, il riconoscimento dei singoli esemplari. Nei delfini sono le particolarità della pinna dorsale, come tacche, graffi e decolorazioni a consentire il riconoscimento. Per ogni esemplare foto-identificato viene compilata una vera e propria carta di identità che riporta tutte le informazioni, relative anche ai successivi avvistamenti, costantemente aggiornata perché, nel tempo, i caratteri distintivi sono soggetti a variazioni.
Attualmente, gli esemplari foto-identificati dai ricercatori del CRiMM Onlus (Centro Ricerca Mammiferi Marini) sono circa 140 e i primi risultati della ricerca consentono di valutare che il range di spostamento dei tursiopi che frequentano le coste galluresi è di circa 33 miglia, con una media per esemplare di circa 22. Inoltre, i tursiopi della sub-popolazione gallurese si muovono attraverso due Stati, la Francia (Corsica) e l’Italia (Sardegna) e nelle acque di 4 Aree Protette come il Santuario Pelagos (parte sud orientale), la Riserva Naturale delle Bocche di Bonifacio, il Parco Nazionale Arcipelago La Maddalena e l’Area Marina Protetta di Tavolara Punta Coda Cavallo. E’ evidente che, essendo gli stessi esemplari a muoversi tra queste aree, è necessaria una concertazione tra le istituzioni territoriali permettere in atto misure di conservazione efficaci.
Va inoltre ricordato che tra le aree protette costiere della Sardegna è attivo un coordinamento per gli interventi su esemplari spiaggiati o in difficoltà di cetacei e tartarughe marine, che consente di ottimizzare gli interventi e di attuare eventuali attività di ospedalizzazione in un’unica struttura collegata con l’AMP Sinis.