Correva l’anno 1561
23 giugno
Si riconfermano i privilegi di esenzione di tasse e gabelle per le merci oggetto di traffico con la Sardegna: le imbarcazioni bonifacine impegnate sono 37 di cui 12 più grandi trasportano a Genova i prodotti raccolti in Sardegna da 25 gondole.
settembre
Si vietò a su populu totu di Terranova (Olbia) che i coltivatori (masayos) andassero a lavorare a Padru, né si recassero nelle vidazzoni troppo lontane perché, non potendo rientrare a dormire, durante la notte la città sarebbe rimasta sguarnita di uomini ed in grave pericolo. Ad ottobre, una nuova, ennesima presenza musulmana sulle coste del nord-est della Sardegna, in particolare nell’Arcipelago. Erano probabilmente le ultime scorrerie dell’anno. Di lì a poco infatti, col sopraggiungere del maltempo persistente, le navi sarebbero rientrate nelle basi del nord Africa o addirittura dell’Anatolia. Alcuni pastori di Tempio, abitanti le campagne dell’attuale territorio di Arzachena e di San Pantaleo, individuarono lungo la costa i Cannigione alcuni ‘mori’, in cerca di cibo ed acqua. Si organizzarono e riuscirono con un’imboscata a catturarne uno. Non andarono per le spicce lo costrinsero a parlare. L’uomo rivelò di far parte dell’equipaggio di un naviglio composto da una decina di galere ormeggiate in parte a La Maddalena, presumibilmente rada di Isola Chiesa e a Santo Stefano (probabilmente a Villa Marina) e dovevano riunirsi ad altre sei che si trovavano in Corsica, con il proposito di attaccare forse Sorso, Sedini, Orosei o la stessa Terranova. Erano turchi e di lì si apprestavano a fare razzie nelle coste galluresi. C’è da presumere che le razzie, per quel che poterono trovare, le avessero già fatte a Maddalena e Santo Stefano. Il resto della storia non si conosce. C’è da ritenere che il ‘moro’ sia stato ucciso e che sia stato dato l’allarme agli abitanti delle campagne per la fuga o per nascondersi. Sicuramente non per opporsi. Ma purtroppo, anche in tale circostanza l’attuale città di Olbia si trovò indi fesa e sprovvista di anni e munizioni: la popolazione non poteva contare che su dodici archibugi e non più di quattro libbre di polvere da sparo. Per far fronte all’emergenza vennero subito reclutati 50 uomini di Terranova per la muda, altri 40 dovevano giungere da Tempio.