Correva l’anno 1745
La pesca del corallo è esercitata soprattutto da campani: 65 imbarcazioni sfruttano banchi corallini nelle vicinanze di Bonifacio e altre 94 nelle acque sarde, pur gravitando sulla città corsa per rifornimenti, soprattutto di pane. Notevoli sono gli introiti derivati dai diritti di pesca esatti.
Galee regie, dopo un cruento combattimento, depredano una galea turca, nel 1753, le stesse galee, combattendo presso Tavolara, si impossessano di una galea tunisina.
10 febbraio
Viceré di Sardegna è Giuseppe Maria del Carretto, marchese di Santa Giulia.
3 maggio
L’arcivescovo Giovanni Costantino Falletti celebra il sinodo della diocesi di Cagliari.
6 ottobre
L’Inghilterra, l’Austria e la Sardegna concordano un’alleanza che, sotto il pretesto della difesa della Corsica dalle brame franco spagnole, nascondeva un vero tentativo di conquista militare della stessa. La Corsica divenne così un nuovo teatro in cui inglesi, sardi e francesi si affrontavano davanti agli occhi di Genova, la cui autorità sfumava di giorno in giorno. Le operazioni militari degli Anglo-sardi cominciarono, nel novembre 1745, con il bombardamento navale di Bastia: mentre la flotta inglese distruggeva la città a cannonate, alcuni contingenti corsi occuparono la cittadella. All’interno dell’isola, Corte si arrese a Gaffori e San Fiorenzo capitolò davanti ai ribelli. Se la flotta inglese avesse continuato a dare il suo sostegno, la Corsica sarebbe stata definitivamente sottratta ai genovesi. Ma Londra mirava a riconciliarsi con la Spagna (dove il Re Filippo V stava per morire) ed intendeva offrire la Corsica all’Infante di Spagna. L’accordo tra Inghilterra e Spagna fallì a causa delle proteste di Madrid per la presenza inglese a Gibilterra: da quel momento gli inglesi non infersero più l’attacco definitivo. Senza l’appoggio inglese il Re di Sardegna e gli insorti non potevano vincere; d’altro canto, tra gli stessi corsi non vigeva una perfetta sintonia, anche perché i capi, al di là di una compattezza di facciata, si opponevano violentemente l’uno l’altro. Tra questi capi della seconda generazione rivoluzionaria, il più famoso era sicuramente Gian Pietro Gaffori, che impersonificava perfettamente la classe dei notabili isolani: il suo obiettivo era di non legarsi definitivamente ai belligeranti per poter negoziare meglio la gestione del potere, mentre Gian Domenico Rivarola sollecitava l’alleanza dei ribelli con il Re di Sardegna. La rivalità tra Gaffori, Rivarola e gli altri capi (tra cui Alerio Matra e Michele Durazzo) disperdeva le energie dei rivoluzionari, mentre Genova, attaccata dalla flotta inglese, occupata dalle truppe austriache e costretta ad una contribuzione enorme, non poteva momentaneamente pensare alla Corsica. I ribelli sollecitarono un nuovo rinforzo da Torino, ma l’arrivo delle truppe anglo-sarde nel maggio 1748 non era sufficiente a ristabilire una situazione ormai sfuggita di mano: lentamente Genova riuscì, con l’aiuto francese, a capovolgere le difficoltà. La pace, stipulata nell’ottobre del 1748 ad Aix la Chapelle, lasciò alla Corsica una pace precaria. L’ambiguo atteggiamento dei ribelli verso la Francia mostrava che il grado di coscienza politica della rivoluzione non era ancora giunto alla piena maturità.
14 ottobre
Nella nota delle feste rurali che si celebrano nelle chiese dipendenti dalla Collegiata di Tempio, troviamo La Maddalena e Santo Stefano del Piado, di collocazione incerta, forse nelle isole di Maddalena e/o di Santo Stefano.
6 novembre
Il bombardamento di Bastia (Corsica) da parte della squadra inglese del Mediterraneo. Sette tra vascelli e fregate e quattro palandre da bombe al comando del contrammiraglio Townshed colpirono la capitale corsa fino alla capitolazione della guarnigione genovese. Gli inglesi consegnarono la città ai ribelli corsi, loro alleati, che, divisi in due fazione (facenti capo ai generali Gaffori e Rivarola) iniziarono a scontrarsi all’interno dell’abitato. La reazione dei bastiesi non tardò ad arrivare: prese le armi scacciarono gli occupanti inalberando nuovamente il vessillo genovese per poi difendere la città di fronte ai rinnovati attacchi dei ribelli grazie alla mobilitazione della milizia locale (che arrivò a contare oltre 2.000 effettivi). Uno dei tanti episodi della guerra civile che dilaniò la Corsica tra il 1729 e il 1768