Correva l’anno 1996
Recuperati dalla polizia giudiziaria della Capitaneria di porto i cimeli rubati nel dicembre di tre anni fa dalla casa museo di Garibaldi, a Caprera, nell’arcipelago della Maddalena. Nel corso dell’ operazione potrebbero essere state denunciate a piede libero alcune persone, ma la circostanza non è stata confermata. Il furto è stato compiuto su commissione e sembra che i cimeli – conservati in modo da preservarli dall’umidità – fossero destinati all’estero.
Muore a Cagliari a 80 anni lo storico maddalenino Girolamo Sotgiu, a lungo senatore del PCI. Figlio di Antonio Sotgiu, sindaco socialista di Olbia tra il 1906 e il 1910 e fratello minore dell’avvocato Giuseppe Sotgiu, fu professore di storia moderna nella facoltà di Scienze politiche dell’Università di Cagliari. E’ sepolto nel piccolo cimitero dell’isola di Tavolara. “Alle prime ore di oggi si è spento, nell’ospedale Brotzu di Cagliari, il professor Girolamo Sotgiu, già consigliere regionale per cinque legislature (dalla I alla V), questore, vicepresidente di questa Assemblea legislativa e senatore della Repubblica. Con Girolamo Sotgiu scompare un esponente politico eminente, ma soprattutto uno storico fertilissimo, che è andato, con i suoi studi e le sue pubblicazioni, alle radici della “questione sarda” riscoprendone ed individuandone le cause fin da quando la Sardegna diventò prima piemontese e poi italiana. Girolamo Sotgiu è morto sulla breccia della sua intensissima attività di studioso e di scrittore. Aveva appena licenziato uno dei suoi ponderosi volumi sulla storia moderna sarda e già aveva annunciato una sua nuova opera, dedicata questa all’autonomia regionale della Sardegna. Aveva 81 anni. Era nato a La Maddalena nel 1915. Laureato in lettere a Roma, si era dedicato, negli anni giovanili, alla poesia e alla critica letteraria, collaborando a prestigiose riviste nazionali. Scoppiata la seconda guerra mondiale fu ufficiale dell’esercito ed inviato nel Dodecanneso. Si trovava a Rodi quando, dopo l’armistizio del 1943, i tedeschi disarmarono le guarnigioni italiane internando in campo di concentramento o giustiziando i non collaborazionisti. In modo romanzesco Egli riuscì a sottrarsi, insieme con la famiglia alla deportazione nazista trovando riparo in Turchia. Rientrato in Italia aderì al PCI svolgendo soprattutto attività sindacale. In quegli anni intensi della costruzione della nuova Italia ebbe ruoli politici di grandissimo rilievo sia nel PCI e sia nella CGIL di cui fu segretario regionale e componente del Comitato nazionale. Girolamo Sotgiu fu eletto nel primo Consiglio regionale nel 1949 e vi rimase fino al 1968 quando fu eletto Senatore della Repubblica. Nel PCI ricoprì incarichi molto importanti non solo a livello regionale ma anche a livello nazionale: fu membro del Comitato Centrale e della Commissione cultura nella quale ebbe grande influenza. L’intensa attività politica non gli aveva impedito di continuare a coltivare la sua attività, altrettanto serrata di professore universitario e di ricercatore scientifico. Era professore di storia moderna, fu Direttore di Istituto e preside della Facoltà di Lettere. Come parlamentare partecipò all’inchiesta della Commissione parlamentare sul banditismo. La sua attività legislativa fu intensa quanto l’attività accademica di scrittore. Non c’è stato problema rilevante della Sardegna dell’ultimo mezzo secolo che non abbia visto la sua competente partecipazione al dibattito. Anzi tra la sua opera di studioso e la sua attività politica non vi sono stati mai confini poiché proprio nell’affrontare i problemi emergenti Egli vedeva – ed aveva gli strumenti culturali per analizzarli – le loro cause lontane, le loro vere motivazioni del presente. Perciò le sue proposte per la risoluzione dei problemi della Sardegna erano sempre chiare, nette e molto realistiche. Fondatore e direttore della rivista “Archivio storico del movimento operaio e contadino e dell’autonomia della Sardegna” ha affrontato con piglio sicuro tutte le più complesse questioni della realtà sociale, economica e politica della Sardegna contemporanea. Troppo lungo sarebbe elencare i suoi libri. Essi vanno dalle origini della questione sarda alla formazione dei movimenti politici e dei partiti in Sardegna; dalla storia della Sardegna sabauda alla storia della Sardegna durante e dopo il fascismo. Le sue opere pubblicate spesso da case editrici nazionali, hanno avuto larghissima diffusione e innumerevoli citazioni. Con Girolamo Sotgiu scompare un protagonista della storia politica sarda e italiana di questo secolo; ma soprattutto un protagonista della cultura e della storia autonomistica della nostra Isola. Alla famiglia, al partito e al gruppo che lo videro nelle loro fila giunga il rimpianto e il cordoglio mio personale e dell’intero Consiglio regionale.” Tratto dal discorso del Presidente del Consiglio regionale della Sardegna Gianmerio Selis – Seduta n. 113 – 5 marzo 1996.
13 aprile
In caso di incidente alla base-appoggio per sommergibili nucleari sarà reso noto il piano per evacuare l’isola; Forse dopo tanti anni di misteri, i maddalenini conosceranno finalmente il mitico piano di emergenza che in caso di incidente della base appoggio per sommergibili nucleari che si ritrovano in casa dal ’72, dovrebbe consentir loro di salvare la pelle. Sempre ovviamente che il malaugurato e mai auspicabile incidente, sia di proporzioni modeste. Altrimenti, almeno a dar retta alle pochissime indiscrezioni filtrate in tutto questo tempo, ci sarebbe comunque da stare poco allegri. La chiave per aprire la cassaforte del prefetto che fino ad ora ha custodito i famosi manuali dalla copertina rossa (l’altra copia è in mano alla Marina militare), è la decisione della prefettura di Sassari di consegnare al sindaco di Porto Torres il piano di sopravvivenza legato ai rischi degli impianti petrolchimici della zona. Un piano con carte planimetriche dei punti più pericolosi, schede tecniche, istruzioni alla gente per i primissimi adempimenti. Il comitato tecnico regionale ne ha chiesto ora la massima diffusione a iniziare dalle scuole, d’accordo con il Provveditorato agli studi. In questo senso si è mosso nei giorni scorsi anche il sindaco di La Maddalena Pasqualino Serra, che pare abbia avuto finalmente risposte positive. Anche se per la verità il piano maddalenino che neppure i sindaci isolani sono mai riusciti a sbirciare, non è che contenga, stando ai si dice, istruzioni tanto complicate da esigere il top secret. Da sempre infatti si parla di una doccia per lavare via eventuali radiazioni, di una pillola capace di limitare i danni e da assumere nel più breve tempo possibile. Chi custodisca il medicinale sufficiente per sedicimila persone invece non lo sa nessuno, se i medici, i farmacisti, i militari o chissà chi. Il clou dell’operazione dovrebbe essere poi l’imbarco della popolazione su tutti i natanti disponibili per allontanarsi dalla zona contaminata a tempo di record. Illazioni o istruzioni nero su bianco, lo si saprà fra poco. A circa 24 anni di distanza dall’installazione della base e dopo migliaia di sollecitazioni inascoltate. Troppo spesso da parte del Governo, ma anche dei militari, si è risposto alle richieste con un ottimismo forse degno di miglior causa sulle presunte garanzie di sicurezza che escluderebbero a priori incidenti gravi. Ma, come scriveva Salvatore Sanna nel 1984 “gli insuperabili problemi che pongono le inadempienze e le omissioni circa le garanzie di sicurezza ecologica e sanitaria in relazione alla base nucleare”, restano tutt’oggi nella testa della gente. Abituata a convivere con l’inquietante presenza ma convinta che l’imponderabile può essere dietro l’angolo. Un pessimismo ampiamente giustificato dalla cortina fumogena che per troppo tempo ha circondato nave appoggio e missili quando addirittura ne veniva smentita la presenza sui sottomarini.
15 giugno
Visita ufficiale a La Maddalena del presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro
7 luglio
Costumi da bagno vietati nel centro abitato dell’isola della Maddalena. Non solo bikini o tanga, ma ogni tipo di abbigliamento da mare troppo succinto. La decisione del Comune ha provocato una rivolta tra gli abitanti e i turisti giunti in vacanza nell’arcipelago. A riesumare un vecchio provvedimento municipale previsto per i mesi estivi e far rivivere il divieto è stato il sindaco Pasquale Serra, ex dc passato al Partito popolare che guida una coalizione di centro piuttosto composita, con il Pds all’opposizione. I più agguerriti nel criticare il provvedimento si sono rivelati comunque i commercianti e gli altri operatori economici. “Con questi divieti assurdi si rischia di vanificare ogni iniziativa e di far fuggire chi viene in vacanza da queste parti”, è stato il lapidario giudizio di molti negozianti e agenti di viaggio. Le proteste si capiscono meglio se si considera che la Maddalena è una cittadina di circa 15 mila abitanti con la maggior parte del territorio municipale occupato da cale e baie e un porto turistico piuttosto esteso. Ne consegue che i villeggianti, spostandosi in auto o in barca, difficilmente riescono a cambiarsi e si recano a fare acquisti arrivando dalle spiagge o dalle vicine banchine. Non è in ogni caso la prima volta che, in Sardegna, qualche sindaco tenta di fare valere la morigeratezza dei costumi a discapito delle esigenze di praticità e funzionalità della vita estiva. Lo scorso anno il primo cittadino di Sant’Antioco, all’estremità sud-occidentale della Sardegna, aveva vietato alle persone a torso nudo di passare in centro e di entrare nei bar o nei caffè. Pena immancabili (e salate) multe. Alla Maddalena l’ ordinanza comunale è già diventata uno degli argomenti del giorno. E tanti, soprattutto baristi e commercianti, hanno dichiarato apertamente che non faranno certo obiezione ai turisti che si presenteranno in shorts nei locali. “Non si capisce perché a Capri o a Pantelleria nessuno si ponga problemi del genere – è stato il commento di altri loro colleghi -. Sembra che soltanto qui esistano questioni di decoro insormontabili”.
11 agosto
“Toh, guarda chi c’ è. Ciao Lamberto, come va?”. Cossiga e Dini, turisti per caso a Bonifacio, a discettare di parchi e Grande Centro. Si incontrano a mezzogiorno, sul molo della città corsa che brulica di turisti con panfilo al seguito. Di che parlano i due? Difficile captare… Forse qualche battuta sulle nomine Rai, su Bossi, sulla Pivetti, o sul rientro in Italia dei Savoia… Certo, non più di dieci minuti di colloquio, giurano i presenti. Cossiga infatti era atterrato ad Olbia martedì scorso per raggiungere in fretta e furia l’ isola della Maddalena, antica passione estiva. Dini proveniva dall’isola di Cavallo. “Dini e Cossiga si sono salutati molto cordialmente, come due buoni amici ma non hanno parlato di politica – assicura Valentino Martelli, senatore di An e noto cardiochirurgo di Cagliari, presente all’improvvisato vertice – e chi fa illazioni di questo genere sbaglia di grosso. Sono certo invece che l’ ex presidente della Repubblica e il responsabile della nostra politica estera si siano scambiati delle opinioni sul parco dell’arcipelago della Maddalena”. Martelli smentisce che Cossiga e Dini abbiano pranzato insieme. “Il ministro degli Esteri e la signora Donatella, dopo il breve incontro al porto, ci hanno salutati e hanno proseguito per conto loro la visita a Bonifacio”. Accompagnato dal sindaco della Maddalena, Pasqualino Serra, da alcuni cugini e amici, Francesco Cossiga è partito dall’arcipelago a metà mattinata: l’ ex presidente della Repubblica aveva programmato da tempo un’ escursione nella città corsa insieme con il parlamentare di Alleanza nazionale, salpato alla stessa ora da Porto Cervo. A ricevere gli ospiti c’ erano il sindaco di Bonifacio Adi Lantieri e il console italiano a Bastia. Dopo il breve incontro con Dini, Cossiga si è inoltrato nei viottoli del centro turistico francese. In municipio gli è stata consegnata una medaglia d’ oro.
30 agosto
Muore don Giuseppe Riva, fu il primo parroco di Moneta, il primo maddalenino parroco a La Maddalena, il fondatore della comunità alloggio per anziani ‘Oasi Serena’ ed il realizzatore del grande complesso parrocchiale di Moneta. Morì povero.
3 settembre
Muore suor Giulia, al secolo Fiorentina Deroma, religiosa vincenziana ed insegnante, per 36 anni presente a La Maddalena. Nata a Bitti il 31 gennaio 1918, entrò in comunità, diciottenne, nel 1936. La prima destinazione fu Sassari, Istituto Sant’Apollinare. Fu poi trasferita a Cagliari presso l’Istituto Carlo Felice, dove emise i Voti il primo novembre 1941. Di nuovo a Sassari presso l’orfanotrofio nel 1947, fu destinata a La Maddalena, Istituto San Vincenzo, nel 1960. Morì a Sassari, il 3 settembre 1996, presso la Casa Santa Luisa, dopo una lunga e dolorosa malattia. E a Sassari è sepolta. Donna intelligente ed attiva, suor Giulia si dedicò all’insegnamento elementare e all’assistenza ai poveri ed ai bisognosi. Molte famiglie a La Maddalena furono strettamente legate a suor Giulia, loro benefattrice. Dotata di apprezzabile abilità nel destreggiarsi “nel mondo”, curava le pubbliche relazioni (col mondo politico e professionale, con quello militare italiano e americano) riuscendo ad “ottenere”, per l’Istituto San Vincenzo (la ristrutturazione della colonia di Punta Tegge ad esempio venne realizzata col consistente aiuto della Marina USA) e per le persone che ritenesse avessero bisogno. Con suor Giulia scomparve forse l’ultima delle suore “politiche”che l’Istituto San Vincenzo, nel segno di una tradizione iniziata con suor Maria Elisa Gotteland, ha espresso a La Maddalena in quasi cent’anni di storia.
23 settembre
Crisi politica alla Regione. Palomba si dimette e forma il Palomba ter, che ha brevissima durata per la rinuncia di quattro assessori. Subentrerà il Palomba quattro.
3 ottobre
“Yankee Go Home”, americani tornate a casa. Si urlava così negli anni Settanta appena la Marina americana s’ installò in pianta stabile nell’arcipelago della Maddalena, in forza di un trattato del 1972 firmato dall’allora presidente del Consiglio Giulio Andreotti e peraltro mai ratificato dal Parlamento. Tra la Maddalena e la base Usa è stato sempre un rapporto difficile, nei primi anni addirittura una presenza ingombrante. Il tempo ha metabolizzato la rabbia, i maddalenini sono diventati un po’ più tolleranti anche perché è cresciuto il reddito di molti residenti per via degli affitti e nessuno inscena più manifestazioni di piazza. Oggi però c’ è ancora diffidenza, anche se il commodoro Usa di turno ha ordini precisi di favorire al massimo l’ integrazione tra il suo personale e la comunità dell’arcipelago. La preoccupazione degli abitanti riguarda soprattutto la presenza del XXII sub squadron dal quale dipende la flotta di 24 sommergibili a propulsione nucleare, carichi di missili. Che cosa accadrebbe se, con i dovuti scongiuri, scoppiasse un incidente nucleare? In attesa di risposte che non sono mai arrivate, nell’ isola di Santo Stefano, proprio di fronte a Caprera, staziona la nave ‘ Simon Lake’ , una caserma galleggiante che vigila sulle esercitazioni, al comando del capitano di vascello Eugene Wilson: alle sue dipendenze quasi 1500 persone di equipaggio, per la metà composto da giovani donne. A capo della base statunitense da pochi giorni è stata nominata un’ altra donna, il capitano di vascello Cindy Marie Davidson, 40 anni.
2 novembre
Muore il conte spagnolo creatore di Porto Raphael, aveva settant’anni. “Scopri” la Sardegna prima dell’Aga Khan. Bandiere a mezz’asta, una italiana e una spagnola, che Raphael Neville, conte di Berlanga, aveva sempre voluto al balcone del “municipio”, nel villaggio dei suoi sogni. E’ morto a 69 anni, in ospedale a Oristano, il fondatore di Porto Raphael, pioniere di un turismo d’ altri tempi. Fine anni ‘ 50, Sardegna intatta, Costa Smeralda nelle fantasie del giovane Aga Khan: fra i pochi che si avventuravano nel nord Gallura un artista stravagante, geniale e squattrinato: “Da ragazzo ho avuto una visione: un regno tutto mio in una baia e 7 isole incantate”. Una piazzetta e poche case bianche, ogni amico che arrivava (da Londra, da Barcellona, da Dublino) aggiungeva un tetto. Un miracolo di equilibrio fra natura e vissuto (fino ai primi anni ‘ 80). Nobili e straricchi, cultura e arte, snob e gay. Nessuna ostentazione. Fra i primi Dino Da Ponte, banchiere ebreo, l’ aristocratico inglese Richard Ward, poi Camerana, i Guiness (birra), i Pirelli, Giulia Maria Crespi, i Mondadori. Vacanze riservate, il contrario delle mondanissime Porto Cervo e Portorotondo. Unica concessione, la festa in onore di Raphael, l’ 11 agosto di ogni anno, tutti in tunica bianca, musica e chiacchiere fino all’alba. “Mio padre Edgard era regista e ha prodotto molti film di Chaplin, mia madre Margarita Rubiu Arguelles, zia del re di Spagna”: orgoglioso come un hidalgo Raphael Neville, mani bucate, non aveva retto al declino e si era ritirato in Costa del Sol. Dopo un incidente stradale e un ictus, un amico sardo lo ha ripescato a Marbella e riportato a Palau dove Raphael ha ripreso a dipingere. Ha dovuto vendere la casa per vivere; nell’ultimo anno lo hanno aiutato i proprietari di Porto Raphael. E’ morto per un malore al rientro dall’ultima festa. Vedi anche il Video: Rafael Neville, conte di Berlanga – Fondatore di Porto Rafael