Dalle poesie maddalenine al cinema
Per studiare il lavoro di uno sceneggiatore non può bastare, ma certo aiuta, l’indagine sulla sua personalità, come, in sostanza, sostenne Ugo Pirro, a sua volta scrittore e sceneggiatore. È certamente complicato, senza adeguata documentazione, risalire a che cos’è una detta sceneggiatura, nel suo rapporto con il film che ne scaturisce. Potrebbe non bastare, allontanandosi dall’astrazione teorica ed entrando nella prassi, limitarsi ad affermare pasolinianamente, che la sceneggiatura è una struttura che vuol essere altra struttura. È chiaro infatti che stabilire cosa sia una sceneggiatura risulta complesso soprattutto in considerazione della prassi o delle pratiche di sceneggiatura e delle sceneggiature europee, dove essa delinea sì la struttura narrativa del film, ma non incide sulla sua struttura linguistica, abitualmente affidata al regista, a differenza di quanto accade, per esempio, nelle sceneggiature statunitensi, che contengono tutte le indicazioni di campo, delineando in modo ben più chiaro il rapporto tra sceneggiatore e regista. Tutto ciò in virtù del fatto che il regista europeo non si muove rispetto al film, allo stesso modo di quello nordamericano Infatti, soprattutto in ambito europeo, non esiste un rapporto univoco tra sceneggiatura e cinema, ma vi è al contrario una serie di rapporti che di volta in volta cambiano a seconda del peso che ha la strutturazione del racconto sull’architettura linguistica del film, senza rendere conto delle infinite dinamiche produttive o di rapporti tra sceneggiatore o sceneggiatori (nel caso in cui si abbia di fronte una sceneggiatura a più mani) e registi. Per cui, per chiudere il cerchio su Franco Solinas, risulta difficile capire, stabilire in modo definitivo, delineare precisamente, dove inizia l’apporto di Solinas alle sceneggiature scritte per esempio con Arlorio, o negli western, quasi sempre passati per varie mani prima di arrivare sul set. Tuttavia, il nostro studio, cerca di individuare alcune caratteristiche comuni a tutti i lavori di Solinas, che possono essere attribuite solo ed esclusivamente all’autore sardo.
È perciò indubbio che l’opera di uno scrittore di cinema, presenta tanti e tali passaggi, filtri, copiose modifiche finanche durante i giorni di ripresa, che sarebbe impossibile, non conoscendo la personalità artistica, l’opera precedente, e le tendenze di fondo della poetica, individuare all’interno di un copione, gli interventi dello sceneggiatore stesso, tali da poter essere considerati puramente ispirati dall’intento di creare cinema, di sviluppare una narrazione. Il cinema è arte collettiva, e la sceneggiatura non sfugge, anche qualora ci si trovi di fronte ad un unico autore, alla collettivizzazione dell’idea, necessaria per attivare la macchina produttiva del film. Tutti diventano padri e madri dell’idea nata nell’intimo creativo di uno sceneggiatore, e tutti inseriscono il proprio apporto. Addentrarsi nella personalità di uno sceneggiatore aiuta dunque a discernere i differenti contributi, permettendo di conseguenza l’analisi della poetica dell’autore e delle sue specifiche narrative e, perché no, stilistiche.
In realtà, questo discorso, trova il suo valore soprattutto in riferimento alla prima parte della carriera da sceneggiatore di Franco Solinas, che corrisponde pienamente, come avremo modo di constatare, con la tipica carriera di un giovane sceneggiatore negli anni 50, per poi trovare una sua valenza autoriale nel mediometraggio Giovanna (1956) e, sul lungometraggio, già con Kapò nel 1960. Tuttavia, la sceneggiatura nel suo stato di continua inafferrabilità dovuta al processo e alla cancellazione cui è sottoposta, “macchina celibe” come la definì Meldini intervenendo durante la Mostra del Cinema Europeo di Rimini ad un convegno sull’autore maddalenino, non appena si tenti di isolarla e fissarla nel suo momento pre-filmico, non sfugge alla possibilità di fornire un quadro filologico dello spirito dell’autore e della sua opera. La ricerca attorno all’autore, condotta attraverso l’analisi delle sceneggiature, dei soggetti, delle fasi di elaborazione preliminare di un progetto, rendendo conto delle idee mancate, per poi ricollegarsi anche con le attività extra-cinematografiche, permette di avvicinarsi alla sua personalità e di ricercarla dunque come traccia, a volte leggera, altre assai profonda, della presenza di Solinas anche nei testi scritti a più mani. Franco Solinas è stato uno scrittore e sceneggiatore di grande personalità, senza mancare mai di far sentire il suo input anche in opere nelle quali compare come una firma tra tante.
Gianni Tetti