Daniel Roberts
Daniel Roberts, Capitano della Marina Inglese, figlio di un marinaio, Henry, che aveva navigato con il grande Cook nel suo ultimo viaggio intorno al mondo. Daniel in gioventù aveva militato sotto il Comando di Nelson e con ogni probabilità fu con lui a La Maddalena; si sa che partecipò alla battaglia di Trafalgar e che poi proseguì onorevolmente nella carriera in Marina fino al grado di Capitano. Lasciata la flotta, continuò a navigare per i mari a bordo di un suo yacht e più volte toccò il ridente rifugio di Cala Gavetta, ogni volta sentendosene attratto, fino a maturare l’idea di stabilirvisi per il resto dela sua vita. Roberts era un uomo dai vastissimi interessi sociali, economici e culturali; fu amico dei maggiori poeti inglesi. Shelley Byron: era presente la notte in cui, nei pressi di Lerici, Shelley morì in mare, e partecipò alle sue esequie. Ormai anziano, volle realizzare il suo sogno: mise in vendita le proprietà in Inghilterra e si trasferì a La Maddalena, ove si fece costruire una bella palazzina proprio sulla Cala Gavetta, nel cuore del traffico marittimo dell’isola, a contatto quotidiano con marinai e pescatori. Aprì immediatamente un’agenzia di spedizioni attraverso la quale per molti anni passò tutto il traffico mercantile dell’Arcipelago da e per il resto del mondo. Risulta fosse socio della Compagnia Rubattino & C. di Genova e che si battesse sempre per lo sviluppo delle comunicazioni a vantaggio dei “suoi” maddalenini. Questi, come era nel loro carattere, ben presto adottarono il simpatico e buon inglese e ne fecero un concittadino stimatissimo, anzi amato. Ci voleva poco per amare Daniel Roberts: non ci fu bisognoso che non fosse da lui soccorso, ne problema comunitario che non lo vedesse in primo piano nel tentativo di soluzione; ne disputa in cui non fosse comprensivo paciere; fu chiamato “Padre dei poverelli”. Era inoltre un’anfitrione generoso e signore con tutti i visitatori che dall’estero giungevano all’isola e furono famosi i suoi pranzi, le sue scampagnate nelle sue ottime vigne, le battute di caccia da lui organizzate. Passava ore di solitudine leggendo molto e suonando; il suo fu per molti anni l’unico pianoforte dell’arcipelago. La scrittrice Speranza Von Schwartz, che fu sua ospite nel 1857 quando egli aveva ormai 75 anni, ne descrive il corpo robusto dalla figura ancora slanciata, il fuoco degli occhi vivaci e l’energia della persona. Garibaldi lo ebbe amico e lo stimò per la lealtà e la bontà. Quando morì, sinceramente pianto dai maddalinini, Roberts volle essere sepolto nel loro piccolo cimitero.
Vedi anche: 18 febbraio 1869: muore Daniel Roberts
Dal palazzo Roberts (casa Roberts) riportiamo la scheda dell’arch. Vico Mossa dal volume: “Architettura e paesaggio in Sardegna”, Carlo Delfino editore, 1981, intitolato “Un’antica casa di La Maddalena”.
“La Maddalena vide sorgere il primo nucleo attorno a Cala Gavetta appena nel 1770.
Le case, di asciutta architettura, luminose, linde e serene, ebbero sin dall’inizio ambizioni cittadine: intonacate e tinteggiature color pastello, come usavano nelle rare borgate costiere galluresi che non volevano mostrare l’ossatura del grigio granito, come i paesi dell’interno. Sull’architrave del portone di una casa è incisa la data del 1808 (casa Azara). Fra le prime case di una certa importanza, a due piani, è quella che reca il nome dei Zicavo, in piazza XXIII Febbraio: per i maddalenini è il monumento di maggior rilievo, dopo la Casa di Garibaldi e la Parrocchiale.
Il maggiore generale di marina di Sua Maestà Sarda Giuseppe Zìcavo nacque nel 1778 a La Maddalena e morì nel 1844. Appartenne a questo cittadino illustre la casa sita “alla punta della Garitta”, della quale – come si apprende scorrendo il testamento dettato a Genova – egli andava fiero. E’ tradizione che l’avesse costruita lo spedizioniere inglese mister Roberts. Comunque, è stata una delle prime case, costruite presso Cala Gavetta, che formarono il primo nucleo della cittadina: residenze marinare appartenenti ad addetti ai traffici marittimi.
Questa casa, carica d’anni, era diventata fatiscente, perché trascurata da coloro che succedettero nella proprietà. E’ stata felicemente ristrutturata (fine anni 1970) per essere destinata a sede del Banco di Sardegna: all’esterno, continua a comporre il contesto edilizio che si specchia nella vivace cala maddalenina. Essa è elemento importante del centro storico e gli isolani sono lieti di vederla vivere la seconda vita, quasi un monumento di vitalità, appunto”.