Colonna Garibaldi
Il traffico automobilistico, che impazzisce nei mesi estivi in Piazza XXIII Febbraio attorno alla Colonna Garibaldi, impedisce ai turisti ed ai visitatori forestieri, limitati dal finestrino dell’auto, di accorgersi che sopra il piedistallo, che non è solo uno spartitraffico, si erge un’ardita ed elegante colonna in granito; l’urgenza è solo quella di trovare un parcheggio possibilmente non a pagamento, o di uno sguardo meno che distratto su questo monumento, che sembra messo lì solo per ripartire il traffico nelle due direzioni. Eppure nel 1907, quando la colonna venne eretta per celebrare il centenario della nascita dell’Eroe dei Due Mondi, grandissimo fu l’impegno partecipativo dei maddalenini, molti dei quali prestarono la loro opera gratuitamente. Il monumento e opera dell’Architetto Valfredo Vizzotto – Fucecchio (FI) 1880 – Milano 1971. Vinse nel 1905 il concorso per l’insegnamento del disegno e della calligrafia presso le Scuole Tecniche e fu assegnato alla Maddalena. Qui vi rimase per sei anni, per trasferirsi poi a Cagliari avendo vinto il concorso per gli Istituti Tecnici superiori, curò il rilievo e la ricostruzione progettuale dei maggiori monumenti antichi, tra cui il teatro romano di Nora e l’anfiteatro di Cagliari. Fu incaricato anche dal Re Zog dell’Albania di curare gli arredamenti del palazzo reale e della sua villa privata.
L’obelisco in granito, che adorna il nostro porto di Cala Gavetta, la nota e conosciuta “Colonna Garibaldi”, alta 17 metri, l’iniziativa più importante, insieme all’emissione di una cartolina illustrata ufficiale del Comitato onoranze, promossa dall’Allora Amministrazione Comunale , guidata dal Sindaco, il Cav. Lugi Alibertini.
L’Atto Ufficiale della allora Delibera dell’Amministrazione, attestava che “L’Associazione Generale del Commercio”, ha stabilito che la data della Nascita del generale Giuseppe Garibaldi, sia impressa nella storia di La Maddalena, con l’inaugurazione di una colonna in granito, pregiata da un parte, con un Medaglione di Bronzo, opera dello scultore fiorentino, Emilio Gallori, la quale colonna dovrà erigersi sulla Piazza XXIII febbraio , (ove l’eroe sbarcò per la prima volta su quest’isola, nel settembre 1849 dopo la caduta della Repubblica Romana, per ridursi poi al romitaggio di Caprera), e dall’altra parte con una targa bronzea recante lo stemma cittadino.
Il medaglione, opera del fratello massone, Emilio Gallori, nato a Firenze nel 1846, uno dei maggiori scultori della fine dell’ottocento, il cui nome è legato in particolare al notissimo monumento equestre in bronzo raffigurante Garibaldi sul colle Gianicolo a Roma inaugurato nel 1895, nonché autore, sempre a Roma, del bronzeo “Altorilievo della Libertà”, sul Timpano del Propileo di sinistra del Vittoriano. L’allora Comitato per i festeggiamenti sorto a La Maddalena e presieduto dal sig. Cino Canzio, incaricò il prof. di disegno architettonico presso le Scuole Tecniche di La Maddalena, Valfredo Vizotto, toscano di Fucecchio, di studiare il progetto, il quale inoltre prestò la sua valente vigilanza nella esecuzione dell’opera, il genovese Attilio Grondona, proprietario delle cave di Granito, ove si estrasse il materiale necessario, situate a Cala Francese nell’isola di La Maddalena, concesse gratuitamente il granito per l’obelisco, quindi il Contrammiraglio Augusto Bianco, comandante della Base Militare Marittima di La Maddalena, fornì adeguati mezzi per la posa in opera, il sig. Pietro Frau Imprenditore diresse gratuitamente i lavori e malgrado i circoscritti mezzi posti a disposizione conseguì la definizione dell’opera evitando ogni minima disgrazia, il medaglione applicato alla colonna e modellato, come detto, dallo scultore Emilio Gallori venne fuso dall’artigiano Giovanni Battista Bastianelli,che si accontentò del costo del materiale per il medaglione, infine il noto scrittore sardo Sebastiano Satta tenne il discorso inaugurale.
Per le casse comunali , tenne gratuitamente l’opera di inappuntabile contabilità un vecchio garibaldino Ambrogio Courneletti.
Il primo sottoscrittore e finanziatore dell’obelisco fu Sua Maestà Vittorio Emanuele III con la somma di L. 1000, quindi varie autorità fra cui l’Avv. Giacomo Pala, Deputato per la Gallura al Parlamento, il Cav. Peretti SottoPrefetto di Tempio, quindi personaggi locali, fra cui amministratori, Presidi per le Scuole Tecniche ed Elementari di La Maddalena, amici vari della famiglia Garibaldi, imprenditori e commercianti.
Importante fu la Partecipazione economica dei Comuni della Sardegna, ovvero i comuni, oltre alla Maddalena, di : Calangianus, Iglesias, Samassi, Cagliari, Aggius, Tempio, Sanluri, Domusnovas, Alghero, Uri e Fluminimaggiore nonché la Prefettura di Sassari per altri comuni della provincia.Da Parte delle Società Operaie di la Maddalena vi fu il contributo della Società di Mutuo Soccorso XX Settembre e della Elena di Montenegro, quindi l’Associazione Operaia di Ozieri e le Sezioni Socialiste di Nulvi e La Maddalena, il Comitato Popolare di Roma, la Loggia Massonica di La Maddalena , la Società Bancaria Sarda di Sassari e l’Ufficio Daziario di La Maddalena, l’Associazione Commerciale di La Maddalena ed i Militari della Caserma Guardia Vecchia di La Maddalena il tutto per un totale di 6.516 lire di allora, nell’inciso dalle casse comunali il Comune stanziò 2.500 lire.
A tale cifre vennero aggiunte le entrate ricavate da Beneficiate e Feste da Ballo per alte 115 lire, quindi la vendita delle predette Cartoline commemorative, stampate nel numero esorbitante e sproporzionato di 50.900, con un ricavo di 277 lire , nonché quindi il ricavo della vendita di tessere viaggio da parte dei Sindaci di Alghero , Iglesias, Cagliari, Ozieri, Nuoro per un totale di 267 lire.
Il totale generale dei contributi necessari alla costruzione della colonna granitica , che tutt’oggi fa sfoggio di se nel Porto turistico di Cala Gavetta a La Maddalena , consistette in lire 7330 e 32 centesimi. A fronte di tali entrate si assisté all’uscita di spese a carattere amministrativo, quindi spese per la lavorazione della Colonna, Spese per erezione della colonna, infine spese per la festa inaugurale fra cui il fitto e l’alloggio per lo scrittore nuorese l’Avv. Sebastiano Satta, che tenne il discorso inaugurale pubblicato due giorni dopo sulla Nuova Sardegna, il tutto comportò infine un uscita di lire di allora pari a 6936 e 64 centesimi.