Correva l’anno 1554
Nella primavera-estate del 1554 si temeva uno sbarco franco-turco dalla Corsica nella vicina Gallura. In un memoriale inviato al sovrano il viceré sosteneva che i «franceses» avevano «dexado en Corçega cinco miIl soldatos y capitanes platicos», per cui si paventava un attacco in quella «parte de Cerdena que confina con la Corçega. Esta mucha parte della habitada de corços de que se teme mucho como se viò por experiença en las guerras pasadas». Chiedeva inoltre che gli venissero al più presto inviati «dos miIl ynfantes spanoles [ … ] para la deffensa y guardia» delle coste settentrionali. Sollecitava anche l’invio di contributi finanziari per il restauro delle fortificazioni delle città, delle principali piazzeforti e, in particolare, di Castellaragonese, «siendo plaça muy importante y a la vista de Corçega», dotata soltanto di «dos pieçacs pequenas de artilleria». Riteneva inoltre necessario che «un fuerte o reducto se haga en la Galura que es frontera de Corçega» poiché «los enemigos podrian sin hallar resistençia hazer mucho dano a las labranças y ganados de aquel Reyno».
24 febbraio
Il maresciallo de Thermes incarica Sampiero Corso di mettere in stato di difesa la cittadella in vista di una controffensiva genovese.
marzo
Nel marzo un tentativo di sbarco attuato con sette galere nel porto di Figari presso Terranova (l’attuale Golfo Aranci) da un nutrito contingente franco-turco fu respinto dalle truppe miliziane comandate dal sassarese Francesco Casalabria, capitano delle marine della Gallura, e dal cagliaritano Pietro Aymerich, figlio di Salvatore. Qualche mese dopo l’Aymerich, che era giunto a Terranova al comando di cento miliziani reclutati ad Orani, catturò «una barcha en les marines de Bonifasi ab quatre franceços» e considerandoli preda «de bona guerra» li inviò a Sassari dal governatore Zatrillas perché fossero interrogati sulle intenzioni dei loro comandanti. Dopo la distruzione del 1553 il podestà si era dato da fare per la riorganizzazione della difesa di Terranova. Aveva reclutato in Gallura gent de muda (cioè miliziani), 30 uomini destinati a fare la guardia di giorno e di notte nei punti strategici della città e della marina. Ai turni diurni erano adibiti 6 uomini (3 di Terranova, 3 del villaggio di Monti). Altre guardie erano state dislocate come vedette nel porto di Congianu, in quello di Baladruna e lungo le rive del fiume Padrongianu; 13 uomini dovevano stare a guardia delle mura e altri lo dovevano perlustrare il tratto di strada che collegava la marina al porto.