Itinerario: Il faro di Punta Filetto
Distanza: 2,5 km
Tempo di percorrenza: A/R 1,20 h circa
Difficoltà: Turistico
Periodo consigliato: settembre – giugno
Segnavia: assenti
Di fronte alla banchina che delimita ad est Cala Santa Maria, imbocchiamo un sentiero in ottime condizioni, col fondo in terra battuta. Il tracciato inizialmente corre parallelo alla costa, inoltrandosi poi in una stupenda e rigogliosa macchia tinteggiata dal tipico verde brillante dei numerosi lentischi (Pistacia lentiscus) e olivastri (Olea europea sylvestris). Dopo circa 30 minuti di cammino si arriva al faro. Tutt’intorno è possibile osservare lo spazzaforno (Thymelaea hirsuta), una pianta perenne dal fusto a corteccia giallastra, molto ricercata da alcuni passeracei del genere Carduelis che in primavera si cibano delle sue gemme e dei rispettivi semi. Ma l’interesse maggiore è riservato al faro. Oggi è un gigante bianco che vive scrutando il mare in solitudine e la sua luce è attiva grazie a pannelli solari e batterie, mentre in passato il suo funzionamento dipendeva dalla mano dei fanalisti. Eccellente belvedere da cui osservare ad est gli isolotti di Barrettinelli di fuori, Corcelli, Barrettini e Caprera, ad ovest Razzoli con il suo faro, a nord la Corsica, ed a sud Budelli, Spargi e La Maddalena.
Costruito nel 1913, il 9 gennaio 1957 il faro si trasformò nella scuola più settentrionale della Sardegna, ed i molti bambini figli dei fanalisti diventarono, così, i privilegiati scolari della scuola dei fari. Terminata questa breve passeggiata, possiamo visitare l’isolotto La Presa, che rappresenta il punto più a nord della Sardegna. Pur essendo raggiungibile anche da terra, consigliamo di riprendere l’imbarcazione e dirigere verso Porto Madonna, per poter fare una sosta e godere delle meraviglie di questo angolo di paradiso.
Fabio Presutti – Massimiliano Doneddu