Le piante parassite
Articolo della ricercatrice e scrittrice maddalenina Giovanna Sotgiu.
Sono generalmente riconoscibili per la mancanza di parti verdi, in quanto adattate per attingere le sostanze nutritive direttamente dalla pianta ospite. Malgrado siano caratterizzate da tinte spesso spente, ne esistono anche di colori particolarmente vistosi. Esse sono numerose anche nel nostro arcipelago; generalmente non se ne conoscono particolari utilizzi e, quindi, non sono identificate con un nome locale.
Ma almeno due sono talmente frequenti e di aspetto così particolare, da non poter passare inosservate: si tratta dell’ipocisto (nome scientifico Cytinus hypocistis) e del fungo di Malta (nome scien. Cynomorium coccineum).
Il primo cresce sotto il cisto nei mesi primaverili, direttamente sulle sue radici e ne ricambia l’ospitalità arricchendolo con i fiammeggianti colori che lo caratterizzano: giallo-arancio nella parte interna, rosso vivo all’esterno.
Se gli adulti non sapevano che farne, i bambini ricavavano dall’ovario una sorta di sostanza appiccicosa adoperata nei giochi abituali, e perciò chiamavano l’ipocisto a pianta d’a colla. Il secondo ha lo strano aspetto di una clava un po’ schiacciata, simile ad una spatola, ci colore rosso cupo, alta fino a 20 centimetri. Fiorisce ad aprile e maggio ed è parassita delle piante alofile, di quelle, cioè, che non temendo il vento salmastro, si spingono fino alla riva del mare: sui folti tappetini grigiastri creati dall’atriplice portulacoide (nome scien. Halimione portulacoides) spiccano gli scuri e appiattiti funghi di Malta sui quali i piccolissimi fiori occupano tutto lo spazio esterno.
Il nome va ricercato nelle qualità emostatiche conosciute e sfruttate ai tempi delle Crociate: probabilmente ad usarlo erano proprio quei Cavalieri, nati con il compito di difendere e curare nei loro ospedali i pellegrini in terra Santa, chiamati Cavalieri dell’Ordine di San Giovanni, o Gerosolimitani, e poi divenuti Cavalieri di Malta.
Giovanna Sotgiu – Co.Ri.S.Ma