Questi strani isolani
E sempre difficile definire una comunità o individuare i tratti caratteristici di una popolazione: si rischia di essere banali e superficiali. Le generalizzazioni non portano a nulla. Alla radice del razzismo e i razzismi, ancora troppo frequenti nella nostra cultura, ci sono delle generalizzazioni gratuite e poco rispondenti alla realtà vera delle cose.
Dire, per esempio, che i napoletani sono tutti ladri o truffatori, oltre ad essere una stupidaggine, perché non corrisponde a verità, (tra i napoletani ci sono sicuramente persone oneste) contribuisce a rafforzare nell’immaginario collettivo un pregiudizio direttamente associato ad un grado di valore. Nel nostro modo di ragionare e riflettere sulle realtà sociali siamo stati educati fin dalla scuola, a definire situazioni oggettive attraverso strumenti di misurazione: il fiume più lungo, il monte più alto, il paese più povero il popolo più laborioso.
Ma è altrettanto vero che il rapporto tra cultura locale personalità individuale è strettissimo, che è difficile separare la sfera sociale da quella personale. Non c’è dubbio che nella formazione della personalità soggettiva siamo direttamente influenzati da fattori oggettivi e culturali.
L’analisi psicologica degli individui pertanto si dovrà combinare con quella socio-antropologica e la dimensione sociologica. i può anche sostenere che in una data situazione geografica è frequente ritrovare un certo comportamento, individuare particolari abitudini e/o stili di vita comuni, rintracciare stereotipi.
Pensando all’attuale condizione umana della nostra tanto amata comunità isolana viene subito da pensare a quante possibilità di sviluppo sociale, civile, economico, e culturale quanta gente abbia ancora sopite e latenti. Sicuramente questa schiatta di persone sembra non accettare il rischio e la sfida del futuro, ed è un vero peccato perché di potenzialità intellettuali, artistiche produttive ed economiche, lavorative e sociali c’è ne sono tante.
Le innumerevoli iniziative che vengono portate avanti nei diversi settori della vita di questo paese – basti riflettere sul gran numero di associazioni di volontariato attive nel nostro territorio, stanno a dimostrare che nel nostro territorio ci sono valori e ricchezze umane da non sottovalutare, da valorizzare ed incoraggiare. Il grado di percezione che questi strani isolani hanno di se stessi deriva naturalmente dalla storia, anche quella più recente, di questa comunità ancora troppo legata alla presenza militare.
Sembra che tutto quanto debba avvenire in termini di trasformazione e sviluppo, nel senso più ampio del termine, debba attendere sempre e comunque degli ordini dall’alto, dall’esterno. si è continuamente in attesa che i centri di potere provinciali, regionali e nazionali decidano sul nostro futuro. Ogni scelta dipende sempre e comunque dall’esterno. La Maddalena è una realtà sociale etero-diretta, non ancora in grado di trasformarsi civilmente.
Tra i maddalenini stessi è frequente l’idea, non ancora portata livello di coscienza, che tutto ciò che viene dall’esterno sia buono, al contrari ciò che viene proposto da un nostro concittadino sia da prendere con le pinze o almeno con sospetto. Molte le iniziative, anche economiche, che trovano ostilità e freno nei maddalenini stessi, troppe le imprese che faticano perché poco incoraggiate e sostenute nei loro difficili ed incerti passi. Scarsa autostima e smisurata fiducia in ciò che viene dall’esterno sembrano condizionare anche le scelte politiche ed amministrative del nostro territorio. Si sussurra che un po’ più di orgoglio locale, magari modello Corsica, non guasterebbe.