Ricordo di suor Maria Gotteland
L’Istituto S. Vincenzo ha rappresentato per la nostra isola qualcosa che va al di là del semplice istituto di beneficenza. Per molti è il ricordo degli anni dell’asilo e più tardi delle scuole elementari, dei teatrini in occasione del fine anno scolastico, per altri il ricordo delle varie scuole di cucito, di pittura, che hanno formato intere generazioni di ragazze, per altri ancora il ricordo di aiuti sostanziosi in tempi in cui il consumismo era di là da venire. Il cinquantenario ricorda anche Suor Maria Elisa Gotteland (nobile piemontese) che di questo Istituto fu l’animatrice instancabile.
Quando le due orfanelle tirarono giù il drappo bianco che ricopriva l’effige marmorea di Suor Maria Elisa Gotteland, un raggio di sole sprigionò dal cielo plumbeo che aveva minacciato fino ad allora pioggia ed illuminò, come per incanto la superba cornice attorno a noi. Uno scroscio di applausi di una folla eccezionale che aveva preso posto nelle numerose terrazze, lungo le scalinate, nei poggioli, sottolineò l’atto delle due orfanelle raccolte anni addietro nella sua casa dalla Pia Sorella.
Poi il silenzio tornò a regnare tra i numerosi candidi edifici festonati, con grazia e signorilità, di ghirlande di rose, mentre il Vescovo di Ampurias e Tempio, Monsignor Carlo Re, con solenne incedere si portava di fronte al medaglione e con lo sguardo dolce e commosso scrutò attentamente il volto dell’animatrice e fondatrice di questo Istituto, vanto e gloria non solo della nostra città, ma di tutta la Sardegna.
Impartita la benedizione Monsignor Re parlò ai numerosi fedeli e con le sue calde parole, tratteggiò la nobile figura della fondatrice. Seguirono, poi, altri oratori: il vice sindaco Pietro Ornano, lesse un messaggio inviato dal sindaco avv. Antonio Carbini, fuori sede per ragioni di lavoro, aggiungendo sue parole di circostanza e il saluto di tutta l’Amministrazione Comunale; l’on. Stara, rappresentante ufficiale della Regione Sarda, che col suo squisito dire commosse tutto l’uditorio; il Comandante Berengan col suo simpatico frasario sgorgato dal cuore porse un caldo saluto a nome della Marina Militare; l’Ispettore Fadda, uomo di scuola, che ebbe l’onore di premiare di medaglia d’oro l’esemplare educatrice, don Del Grosso delle missioni di S. Vincenzo de’ Paoli che descrisse in modo avvincente e ammirabile la figura di Suor Gotteland ed infine il dottor Chirico da numerosi anni affezionato e stimato medico dell’Istituto.
Lo scoprimento del medaglione era stato preceduto da una solenne messa, con assistenza pontificale, officiata da Monsignor Salvatore Capula, parroco della città, coadiuvato dai sacerdoti Curis e Careddu e dal vice parroco don Giacomini. Assisteva S.E. Mons. Carlo Re, accanto al quale sedeva monsignor Vico della Curia di Tempio.
L’altare, posto al centro di un ampio e capace palco, era stato situato di fronte alla cappella dell’Istituto. Nei tre balconi sovrastanti l’altare, al centro, l’Immacolata, cara al cuore delle vecchie suore perché fu la prima statua che ornò la vecchia cappella. Ai due lati due scritte in oro, tempestate di piccole lampadine: 1903 – 1953.
Sotto un’altra scritta azzurra, anch’essa tempestata di lampadine con la scritta “Ave Maria”. Poi, ovunque fiori, fiori freschi mirabilmente sbocciati dalle artistiche mani delle suore e una illuminaria lungo la cornice dei fabbricati.
Accanto all’altare, sui due lati, numerose sedie nelle quali avevano preso posto le autorità. Un avvenimento grande e solenne che non potremo più dimenticare.
Ieri come oggi, oggi come domani lo spirito sublime della fondatrice aleggerà sul Pio Istituto e darà sempre nuova linfa a Suor Maria Superina che degnamente l’ha sostituita, alle buone e numerose sorelle, tutte dedite all’educazione e alla carità verso il prossimo.
Con lo scoprimento del medaglione, dunque, avrebbero dovuto terminare le manifestazioni ufficiali in occasione del cinquantenario della fondazione dell’Istituto. Ma potevano le tradizioni insigni di questa scuola tralasciare le manifestazioni artistiche e musicali che per un cinquantennio, oltre alla carità, erano state la base degli insegnamenti dell’Istituto? Impossibile! È per questo che 25 professori provenienti da Sassari e da Cagliari, diretti dall’impareggiabile prof.ssa Lina Valle, tennero un riuscito ed applaudito concerto vocale e strumentale con brani dei più insigni maestri della musica.
Fu poi rappresentato “Accademia” uno spettacolo teatrale curato dalle Suore Vincenziane e recitato da alunni e orfane dell’Istituto.
Ed infine, fu istituita una mostra nell’ampio salone “laboratorio” dove su due lunghissimi tavoli avevano preso posto, posati con cura, numerosissimi magnifici lavori scaturiti dalle manine dei bimbi dell’asilo per andare su, fino alle giovani spose, alle madri che si recano sempre per preparare il corredo da sposa o quello del futuro nascituro. Una gamma di lavori in maglia, in seta, in ricamo, ecc., per tutti i gusti, finemente eseguiti e impareggiabilmente preparati. Molti ottimi quadri in pittura facevano cornice all’esposizione, anche questi opera di allievi di questo Istituto S. Vincenzo che racchiude in sé tutto quello che di bello è rimasto ancora su questa travagliata terra. per tutte le nostre attività”.
Cronache di un Arcipelago – Pietro Favale – La Maddalena – Ottobre 1989