Un sorriso ritrovato. La ‘Maddalena’ del Bordignon
Quando abbiamo deciso, Il Vento ed io, di improntare questa rubrica ‘L’arte a La Maddalena’ non sapevamo ancora che una felice occasione ci sarebbe stata data una settimana fa dalla Provvidenza, facendoci ritrovare l’opera che più di ogni altra merita di aprire la rubrica. Allestendo l’ampliamento del Museo Diocesano nella ‘Sala Del Bene’, tra scatole di cartacce e vecchi tessuti laceri, la mia ‘mania’ di non buttar via niente, se non proprio l’irrecuperabile, è stata premiata facendomi capitare tra le mani una grande tela stropicciata e in apparenza sporca. Chi aveva potuto ‘conservare’ in questo modo così irrispettoso un’immagine sacra raffigurante la nostra Santa Patrona? Mi apparve subito bellissima, e come il genio della lampada, felice di rivedere la luce. L’entusiasmo con cui abbiamo fatto ricerche sull’autore è stato condiviso da due amici e collaboratori del Museo, esperti d’arte e sempre disponibili: il giovane Lino Sorba ed il dott. Giancarlo Russino. L’opera che abbiamo analizzato in ogni particolare è uno stendardo processionale di 170×107 cm., in pittura magra ad olio e la firma dell’autore, ben visibile al lato destro è Noè Bordignon. Il cognome era noto a La Maddalena perché un sacrestano veneto, vissuto tra la fine dell’Ottocento e i primi 30 anni del Novecento, si chiamava allo stesso modo: Bordignon. La ricerca, grazie ad internet, è andata avanti ed ora sappiamo che quadri di questo autore (1842-1920), nato e vissuto in provincia di Treviso, sono molto quotati nelle aste di tutto il mondo. Autore verista, ritrattista eccelso, affreschista di grande originalità e preparazione accademica, nonché pittore alla moda liberty per gusto e sensibilità decorativa, è apprezzato più oggi che alla fine della sua vita. Rimangono di lui tanti soggetti religiosi, ma non si conosce un’altra tela a soggetto Magdalenico. Le ricerche sui Bordignon, sacrista e pittore, sono ancora in fervore. Da ‘memorie storiche’ maddalenine, quali il cav. Guido Mura, il sig. Tonino Conti e la signora Angela Branca, abbiamo appreso notizie gustose sulla figura di Antonio Bordignon … Possiamo dire, confortati dal ricordo che ancora rimane all’Isola, che il quadro stendardo fu commissionato al già famoso pittore, nel pieno della sua maturità (dopo il 1890), tramite proprio il (cugino?) sacrista Antonio dal gremio dei macellai dell’Isola, che faceva capo a Pietro Berreta (tra l’altro mio antenato per parte paterna). Queste notizie ci sono state riferite dal cav. Guido Mura con il conforto della signora Madò De Meglio vedova Berretta, la quale le aveva apprese dalla suocera, moglie del Berretta.”
Antonio Frau