Francesco Ramon Del Monaco
Ha più di 70 anni, Ramon Del Monaco, maddalenino nato e vissuto sull’isola. Artista, poeta, uomo di cultura. Organizzatore di eventi, correttore di bozze per la Marina, topo da biblioteca, ha una storia che non ti aspetti: profuma di mare e di amicizia e viene fuori dalle foto in bianco e nero in cui lui, barba lunga e sottile come un giunco, suona la chitarra mentre la gente balla, fa il trenino, canta a squarciagola.
Erano gli Anni Settanta, Ramon Del Monaco era la colonna del Touring Club della Maddalena: animatore, accompagnatore, organizzatore instancabile. Un capo villaggio a tutto tondo, con il compito di riempire il tempo degli ospiti. Faceva talmente tanto che quando nel 1980 ha mollato causa matrimonio, l’hanno sostituito in quattro. Ramon Del Monaco è stato protagonista dell’epoca d’oro dei villaggi vacanze, quella del boom «liberatorio», come lui stesso lo definisce. «Si usciva dal modello alberghiero, quello più formale, in cui i turisti stavano ingessati, vestiti di tutto punto, mai una riga fuori posto. Quando sono nati i villaggi la gente ha scoperto i pareo, le ciabatte, il piacere della semplicità».
Ramon al Touring Club ha iniziato nel 1968, al titolare serviva qualcuno che suonasse la chitarra. C’è rimasto 13 anni, con alcune pause alle Isole Tremiti e nei villaggi invernali. Racconta che cos’era l’animazione a quei tempi, spiega che in quegli anni c’era una voglia di socializzare che oggi è venuta a mancare: «Si diventava amici, si creavano rapporti umani spaventosi». Andavano i balli e le gare «con premi senza valore, giusto un simbolo», c’era la passione per le gite, per le spaghettate tutti insieme, per le passeggiate».
Ramon ricorda «la marcia longa», dal Touring sino a Porto Massimo (cinque chilometri di distanza), con il popolo del villaggio in fila che all’arrivo beve il tè offerto dai commercianti o si ferma incantato ad ascoltare il rumore del vento. Oggi non è più così, la formula del villaggio piace soprattutto ai bambini. Gli adulti cercano altro: più solitudine e relax, meno voglia di socializzare. Secondo Ramon è normale, perché «le mode prima o poi passano. E oggi l’animazione non è più un’esclusiva dei villaggi, ormai si fa anche negli alberghi, nelle strade». Poi in mezzo c’è una questione di professionalità: «Spesso gli animatori non hanno le doti giuste, molti lo fanno solo perché hanno bisogno di lavorare». E a volte sbagliano, «non riescono ad entrare in sintonia con gli ospiti, a capire quando è il momento di coinvolgerli e quando è meglio lasciarli in pace. In spiaggia, per esempio, che senso ha prendere per le orecchie uno che fa il bagno per portarlo a ballare?».
L’animazione è un’arte, pochi hanno fatto strada. Forse di Ramon Del Monaco, se non avesse mollato, si sarebbe sentito parlare a lungo. Come di quell’altro, che nei primi Anni Novanta faceva impazzire i clienti del villaggio Valtur, sull’isola di Santo Stefano: era Fiorello. Questione di tempi, con lui Ramon la sfida l’avrebbe giocata molto volentieri.