Giovanni Brandi
Con la caduta del Regno di Corsica nella seconda metà del 1700, chi si era schierato con gli Inglesi fu esiliato. Fra questi vi fu Giovanni Brandi, avvocato di Bonifacio, appartenente ad una ricca famiglia borghese. Brandi fu uno dei personaggi più significativi nella storia della Maddalena durante il periodo delle guerre napoleoniche. Si affacciò alla vita politica dopo il 1803, anno in cui l’Ammiraglio inglese Horatio Nelson arrivò con la sua flotta nel Mediterraneo e l’Inghilterra e la Francia ripresero il conflitto a un anno dalla pace di Amiens. Tale avvenimento scatenò le scorribande dei corsari, fonte di disordini e preoccupazioni per la Sardegna che, dichiaratasi neutrale nella guerra tra Francia ed Inghilterra, istituì severe norme per far fronte alla difficile situazione.
La Maddalena si trovò al centro delle vicende, essendo il porto più vicino, sicuro e soprattutto buona fonte di informazioni provenienti dagli altri porti del Mediterraneo, pur essendo obbligata a rispettare le norme di neutralità. La qual cosa rendeva effettivamente problematica e difficoltosa l’opera dei garanti della sicurezza che dovevano scontrarsi non solo con i corsari, ma anche con chi patteggiava con loro e ne permetteva i traffici illegali. Giovanni Brandi, vice console britannico, fu ben visto e apprezzato dalla Corona Inglese; egli poteva raccogliere tutte le informazioni necessarie, ma anche fornire gli approvvigionamenti alla flotta inglese stanziata a La Maddalena al comando di Nelson, raggirando le norme di neutralità.
Tuttavia era controllato dal comandante dell’arcipelago della Maddalena, Agostino Millelire, fermamente neutrale nei rapporti con Inghilterra e Francia, tanto che i due rischiarono più di una volta di arrivare ad uno scontro aperto, per il poco rispetto mostrato da Brandi circa le norme di neutralità.
Ma, d’altra parte, i bisogni delle derrate alimentari era davvero grande, e Brandi era ingegnosamente riuscito ad istituire una rete efficiente di contrabbando per garantire gli approvvigionamenti necessari agli Inglesi: gli scambi avvenivano di notte o in acque lontane dall’arcipelago. Nell’agosto del 1812, però, in seguito allo sbarco di merci che superavano del 600% la quantità consentita, furono ordinati i suoi arresti.
In seguito ad avvenimenti convulsi, lo stesso Re di Sardegna chiese l’allontanamento di Brandi dall’isola perché la sua presenza poteva compromettere i rapporti con la Francia. Tuttavia non ne fu disposto l’allontanamento per paura della reazione inglese, ma fu intimata alle autorità maddalenine l’osservanza rigida delle norme di neutralità. Il suo ruolo di spia è confermato dalle 12 lettere scritte a Nelson e risalenti al 1804, conservate nella British Library.
Dalle lettere emergono i suoi sentimenti di nostalgia per la Corsica, il dolore per l’esilio e la sete di vendetta contro Napoleone; la sua visione politica infatti condannava gli eccessi repubblicani e proponeva l’Inghilterra come modello da seguire. Non si hanno notizie su come Nelson accogliesse le lettere di Brandi, ma testimonianza del loro stretto rapporto è una lettera compilata dal segretario di Nelson, Alexander Scott, nella quale egli chiedeva a Millelire di “avere la bontà di dire per me mille cose amichevoli a Brandi”.
Dopo la caduta di Napoleone a Lipsia e la fine del regime, Brandi fece ritorno in Corsica, dove cospirò per scacciare i Francesi e dare la possibilità agli Inglesi di insediarsi nell’isola, ma Bonifacio dichiarò piena fedeltà alla Monarchia francese. Con il Congresso di Vienna poi, che negava ormai ogni possibile ripresa, sfumarono tutti i sogni di vedere la sua terra in mano inglese.
Nella riorganizzazione generale in seguito alla Restaurazione, Brandi perse importanza e potere in Sardegna. Concessogli il ritorno definitivo alla sua città natale, il 27 settembre 1820 all’età di 64 anni, morì, lasciando la moglie in attesa del terzo figlio.