Ilvarsenal: la squadra di una città
Un articolo di Pietro Favale di tono sportivo. Lo sport, essendo una delle tante attività umane, non poteva mancare nella nostra raccolta che va dalla cronaca alla storia, dallo sport alla politica. L’Ilva (non ce ne voglia per questo la consorella Maddalena) rappresenta la squadra di una città, per quello che è stata negli anni, per le vicende legate a promozioni e retrocessioni, per le fatiche sportive e non di tante persone (dirigenti, atleti, spettatori), che ad essa hanno dato, spesso in maniera disinteressata, anni di lavoro, di fatiche e di sudore.
L’Ilva è una delle più antiche Società Sportive non solo della Sardegna ma d’Italia. È stata fondata nel lontano 1903 come Polisportiva e da allora partecipa, con risultati a volte sorprendenti, a gare nazionali e internazionali.
Il nome ILVA richiama quello antico dell’isola di La Maddalena e i colori sociali, biancocelesti, sono come quelli del Comune. Negli ultimi anni ha sempre disputato Campionati Regionali e di tanto in tanto ha incontrato grosse squadre continentali. Nel 1984 ha promosso il 1° torneo nazionale di calcio, riservato ai giovani sino a 19 anni, al quale hanno partecipato oltre l’Ilva, la Roma, l’Olbia, il Genoa, il Maddalena, l’Inter, il Cagliari e la Lodigiani.
Nel 1985 il 2° Torneo di calcio, organizzato sempre dall’Ilva e riservato ai giovani sino a 19 anni al quale hanno partecipato: llva, Roma, Cagliari, Lodigiani, Napoli, Milan, Pisa e Genoa. Questo 2° torneo è stato seguito, come visore, dall’attuale allenatore della nazionale Azelio Vicini. Nel campionato di Promozione regionale del ’56/57 l’llva si è classificata 3a; in quello del ’57/58 2a classificata; in quello ’60/61 1a classificata con promozione alla serie D, disputato nel 1962/63.
Nel 1970/71 3a classificata nel campionato di Promozione e nel 1986/87 1a classificata con promozione al campionato interregionale.
Dati significativi di questa forte compagine sono quelli conseguiti nel 1960/61 con la realizzazione di 120 goals subendone solo 8 e del campionato 1961/62 con 80 goals subendone 6. Una marcia gloriosa quella dell’Ilva che nel 1961 giungeva nelle Finali del Trofeo (attuale Coppa Italia) “Leandro Arpinati”, avendo vinto il girone centro sud e incontrandosi nella finale, disputata al Flaminio di Roma, con la vincitrice del girone centro-nord, il Borgomanero, perdendo dopo una brillante partita, per 1 a 0.
Quell’anno Presidente del sodalizio era il non dimenticato e sportivissimo Dott. Pietro Secci che si era avvalso dell’allenatore toscano Cenci con i giocatori: D’Oriano, Scanu Giov., Scanu Bruno, Serra, Comiti, Pisano, Paoli, Scolafurru, Filinesi, Petri, Cossu, Sabatini.
Nel 1972/73 arrivò alle semifinali della Coppa Italia dilettanti.
La società lo scorso anno (1988) ha subito un nuovo assetto societario dato dalla compartecipazione della Marina Militare – Presidente Arturo Stelletti, Presidente Onorario C.V. Eduardo Luzzi, C.S.M. di Marisardegna ed appassionato sportivo. Con la promozione dell’Ilva in C2 e cioè tra i professionisti la Marina ha dovuto abbandonare la sua partecipazione ufficiale perché contraria ai regolamenti.
La Polisportiva ILVA ha ottenuto l’affiliazione alla FIGC nel 1905. I fondatori della gloriosa società sono stati: Pietro e Guglielmo Favale, Sebastiano Demuro, Pietro Cappelloni, Pasqualino Berretta, Antonio Cappai, Pietro Sabatini, Enrico Balata, Guido Baffigo. Primo Presidente è stato il geom. Antonio Cappai. Numerosi i Presidenti che lo hanno seguito, e cosi troviamo tra gli altri benemeriti: Pietro Sabbatini, Pietro Secci, Pasquale Serra, Paolo Loriga, Dino Sabatini, Nicol Bertorino, Amedeo Girardi, Lino Grondona, Antonio Gana, Franco Tamburrini, Paolo Comiti, Filippo Addis, Renato Baffigo, Elindo Balata, Gaetano Sabatini, Arturo Stelletti.
La Polisportiva ILVA ha partecipato, tra le altre numerose manifestazioni, anche al Torneo Internazionale di Educazione Fisica e Sport che si è svolto nel 1931 a Venezia classificandosi tra le prime.
Sono questi appunti non completi ma evidenti della grande partecipazione di questo sodalizio allo sport che tanta gloria ha dato e continua a dare a La Maddalena e alla Sardegna. Ecco i nomi di alcuni giocatori rimasti nella memoria degli sportivi: Galleri, Balata I, Cappai, Andolfi, Casazza, Fava, Cenni, Faiella, Onida, Balata 2°, De Meglio, Bargone, Cannarsa, Baffigo, Massaro, Amato, Girardi, Padua, Farina, e quelli più giovani: Cuccadu, Vitiello, Scolafurru, Comiti, Mura, Isoni, Zichina, Codina, Mazzella, Muglia, Zonza, D’Oriano, Demuro, Pisano, Catuogno, Conti, Pilo, Piredda, Murri, Piccotti, Sabatini, Marini.
Ed ora ci corre l’obbligo di ricordare i giocatori della rosa della C2 agli ordini del mister Angelo Fiori: Andrian, Appeddu, Bellagamba, Brocca, Ciaramitaro, Comiti F. , Chessa, Coscione, Di Laura, Di Pasquale, Federico, Fringuello, Murri, Piga, Puddu, Raimondo, Riccardi, Ricciolini.
Cronache di un Arcipelago – Pietro Favale – La Maddalena – Ottobre 1989
L’Ilva, nata nel 1903 pochi mesi prima della Torres vanta il primato d’essere la più antica squadra sarda, anche se i primi passi sono diretti verso altre discipline quali l’atletica; di lì a poco però il calcio prende il sopravvento e per l’isola de La Maddalena incomincerà una storia d’amore ricca di alti e bassi che ne faranno un’icona per gli abitanti.
Come tutti i sodalizi pre guerra anche l’ Ilva pagherà dazio al primo conflitto mondiale perdendo molti ragazzi sacrificati alla patria sull’ altare della follia umana, detto conflitto costringerà i bianco celesti ad un forzato periodo di riposo interrotto solamente nel 1919 quando si cerca di lasciarsi alle spalle uno dei periodi più bui dell’ allora giovane 900.
Negli anni 30 frequenta la seconda divisione avvalendosi della presenza di molti ragazzi in servizio di leva sull’isola, e sempre in questo periodo ha modo di affrontare squadre blasonate quali Genoa, Roma e Triestina che frequentano la Sardegna a livello di Tournée.
Dopo una nuova sospensione a causa della seconda guerra mondiale l’ Ilva scatena gli entusiasmi delle folle approdando in quarta serie nel 1949 e restandovi due stagioni nelle quali trascinata dall’idolo Loris Onida dà vita ad indimenticabili derby con la Torres; di qui agli anni 60 naviga con alterne fortune nei campionati regionali approdando alla D nel 1962 dalla quale retrocede immediatamente in un girone composto, tra le altre, da Empoli, Ternana, Nuorese e Poggibonsi.
L’acuto del 1962 è pressoché isolato ed i leoni devono attendere la stagione 1980/’81 per tornare ad assaporare l’aria della serie D, al termine di quella stagione infatti l’Ilva (reduce da un buon sesto posto e comunque distante dalle vincitrici Sorso e Nuorese) viene ripescata a completamento degli organici federali. Nella nuova categoria i bianco celesti si barcamenano senza particolari acuti fino al termine del campionato 1985/’86, quando sono condannati a tornare in Promozione a causa degli scontri diretti col Sennori che aveva chiuso il torneo alla pari con 24 punti; tuttavia la dirigenza non demorde ed allestisce una squadra in grado di risalire la china immediatamente aggiudicandosi il campionato davanti ad una combattiva Ozierese. A differenza delle precedenti apparizioni in D questa volta l’Ilva, guidata dalle sapienti mani di Angelino Fiori, stupisce tutti e si aggiudica il girone N grazie ad un cammino regolare che la vede conquistare 44 punti equamente divisi tra andata e ritorno, l’esordio assoluto in Serie C2 diventa realtà! Primattori di quella storica impresa sono il bomber Mario Murri che con 13 reti risulterà il bomber della squadra, il sempreverde Marco Piga salito agli onori della cronaca quando ad inizio anni 70 incantava (col gemello Mario) Bergamo, Lucca ed Avellino, il terzino Marco Appeddu ed il centrocampista maddalenino Massimo Puddu autore di ben 7 reti.
L’esordio tra i professionisti pare non spaventare più di tanto i sardi che con qualche ritocco e la riconferma di mister Angelino Fiori contano di ottenere una tranquilla salvezza; arrivano alla corte del presidente Paolino Comiti l’affidabile Leo Andrian, il giovane Fabio Chessa, il portiere Mario Di Pasquale e il promettente centravanti Franco Di Laura. Il girone è di quelli da far tremare i polsi, Alessandria, Casale, Pro Vercelli, Siena e Pavia sono squadre dal passato blasonato ma i leoni non si sentono a disagio ed in casa soprattutto dimostrano di non temere nessuno ottenendo più di un risultato sorprendente; sul campo di via Carducci cadono infatti i grigi (2-0) ed il Casale (ancora 2-0) che al termine saranno promossi in C1, ma rimedia una grossa figuraccia pure il Pavia di Nunziata e Massara (6-2) e cade la gloriosa Pro Vercelli (2-0 anche per lei). Ad un rendimento casalingo da promozione (8 vittorie, otto pareggi ed una sola sconfitta) si contrappone una marcia esterna pietosa, l’ Ilva infatti lontano da casa ottiene una misera vittoria (2-0 a Pavia), due piccoli pareggi ( 0-0 ad Olbia e Vercelli) e ben 14 sconfitte; la stagione termina con una retrocessione amarissima e la salvezza ad un solo punto di distanza (Pontedera e Cuoio Pelli 29, Ilva 28), Di Laura risulta il cannoniere della squadra con 10 segnature ed insieme a Piga, Chessa, Murri e Andrian tra i protagonisti di un’avventura troppo breve.
La stagione successiva pare che il sogno possa avverarsi ancora, ma è un fuoco di paglia…l’ Ilva chiude quarta nel proprio girone si serie D lontana dalla vincitrice Astrea, Andolfi e Francesco “Checco”Comiti sono gli arcieri (19 reti in due) di una squadra che chiude un’epoca, l’anno dopo infatti retrocede in Eccellenza e successivamente in Promozione facendo in un attimo apparire lontanissimi gli stadi di Casale, Alessandria e Vercelli.
L’ Ilva ha un sussulto d’orgoglio dopo la fusione con l’altra società dell’isola (Polisportiva Maddalena) e nel 1994/’95 si aggiudica l’eccellenza acquisendo così il diritto ad una nuova avventura in serie D; l’esperienza è però disastrosa e dopo una stagione chiusa all’ultimissimo posto con soli 20 punti incomincia un peregrinare tra Eccellenza e Promozione che dura tutt’oggi… Quei tempi sono lontani e i mari della C un ricordo che sull’isola aspettano di rivivere ancora…